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domenica 30 dicembre 2012

In bici dal paese fino all’Adige

Entro la prossima estate sarà pronto il collegamento ciclabile 

 di Bruno Tonidandel
CORTINA Il 2012 per Cortina si chiude con la definizione di due importanti argomenti che riguardano l’allacciamento del paese alla pista ciclabile sull’argine dell’Adige e la conclusione di un’annosa vicenda che vede coinvolti l’amministrazione comunale e i proprietari di fondi che costeggiano la stradina verso la presa dell’acquedotto in località Regenstein. Per raggiungere la ciclabile che collega Verona ormai quasi al Brennero, costeggiando il fiume Adige, i biker che partono dal centro di Cortina sono costretti a percorrere un tratto di Strada del Vino particolarmente frequentato da automezzi e quindi pericoloso. Dall’anno scorso la giunta del sindaco Manfred Mayr si era impegnata a trovare una soluzione a vantaggio dei ciclisti ma anche degli altri utenti della strada. E così è nato il progetto di collegare il centro di Cortina fino sulla sponda dell’Adige con una ciclabile di poco meno di 2 chilometri. Grazie all’interessamento della Comunità comprensoriale Oltradige - Bassa Atesina e della direzione dell’AutoBrennero, l’opera ha preso forma con uno stanziamento di 108 mila euro. Si presume che a metà del 2013 gli appassionati della bici che soggiornano a Cortina potranno raggiungere la ciclabile sull’Adige percorrendo in tutta sicurezza una stradina lontana dal traffico veicolare. E’ in via di soluzione poi la vertenza fra l’amministrazione comunale e la decina di proprietari di fondi che costeggiano la piccola strada, di circa un chilometro, che si diparte dalla vecchia mulattiera che conduce a Favogna, fino all’acquedotto di Cortina in località Regenstein sul territorio comunale di Cortaccia a nord di Magré. Essendo un percorso interpoderale, gli agricoltori frontalisti avevano da tempo avanzato richieste di risarcimento al Comune di Cortina per il passaggio soprattutto di mezzi pesanti. Ora è stata trovata un’intesa che soddisfa le due parti: in futuro il Comune si dovrà, fra l’altro, accollare le spese di sistemazione della stradina per eventuali danni causati da mezzi pesanti diretti alla presa idrica.
Alto Adige 30-12-12

Assegnato l’incarico per la ciclabile lungo via Stazione

SALORNO La giunta comunale di Salorno ha deliberato, nell’ultima seduta dell’anno, di conferire allo Studio di ingegneria Stefano Tabarelli di Egna l’incarico per l’elaborazione del progetto per la realizzazione della pista ciclabile lungo via Stazione. Si tratta di un intervento che viene fatto in concomitanza con il completamento dei lavori del nuovo ponte sull’Adige e sull’A22. In questo contesto l’amministrazione municipale ritiene opportuno dotare via Stazione di una pista pedociclabile che consenta il transito sicuro di biciclette e pedoni. Il costo dei lavori dovrebbe aggirarsi intorno ai 290 mila euro. La giunta aveva invitato a presentare le offerte sei studi di ingegneria, partendo dal presupposto che su una spesa prevista per la ciclabile di 290 mila euro appunto, la progettazione ne sarebbe costati una ventina. Alla fine si è deciso di dare l’incarico all’ingegner Tabarelli, in quanto la sua offerta è risultata essere la più conveniente. Il professionista ha offerto uno sconto del 49%. Ciò significa che comprensiva di Iva la parcella, che dovrà pagare il Comune, si aggirerà intorno ai 13 mila euro.
Alto Adige 30-12-12

giovedì 20 dicembre 2012

Comune di Laives, impegno per le ciclabili

LAIVES Il consiglio comunale di Laives ha accolto, sia pure dopo una lieve modifica del documento, la mozione con la quale il consigliere Andrea Peviani (Pdl) chiedeva di partire concretamente con la realizzazione delle piste ciclabili sul territorio comunale. E' stata l'occasione per ritornare su progetti già sentiti, a iniziare dalla pista ciclabile (che ancora manca) fra il centro e la stazione ferroviaria. In questo specifico caso, qualche anno fa vennero realizzate delle simulazioni e un progetto, ma non si è più andati oltre. Se poi si vuole (come sarebbe logico) proseguire dalla stazione ferroviaria verso l'argine dell'Adige, sul quale scorre la pista ciclabile provinciale, bisognerebbe utilizzare la stradina in zona Cervo. Qui i problemi principali sono due: la zona Cervo è territorio di Vadena e i contadini con appezzamenti lungo i lati, che vantano la proprietà, sono tutt'altro che favorevoli alla ciclabile, che reputano pericolosa quando loro lavorano nei campi con i trattori. Altra questione per la quale il vicesindaco Bruno Ceschini ha garantito interventi nei primi mesi del prossimo anno è quella relativa a via Vadena, nel tratto che va dal sottopasso ferroviario verso il ponte sull'Adige. Su quel tratto sostano sempre camion che vanno e vengono da un vicino magazzino di frutta: Ceschini ha garantito che si realizzerà la pista, mettendo anche un divieto di fermata lungo un lato e allargando leggermente la carreggiata dall'altra. (b.c.)

sabato 15 dicembre 2012

Segnaletica uniforme per tutte le piste ciclabili

La Comunità della Valle Isarco sta studiando nuovi pannelli informativi da adottare da Salorno fino al Brennero, ma anche in Val Pusteria 

di Fabio De Villa
BRESSANONE La Comunità Comprensoriale Valle Isarco ha assunto il coordinamento per la segnaletica informativa cioè quella turistica della pista ciclabile del Brennero, che proprio dal piccolo paese a bordo del confine corre fino all'abitato di Salorno. Il progetto è stato elaborato da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti delle Comunità comprensoriali, associazioni turistiche e tecnici dei relativi comprensori Valle Wipptal, Valle Isarco, Salto-Sciliar e Oltradige/Bassa Atesina. Questo progetto inoltre è stato concordato con la Provincia che favorisce l'installazione di questa segnaletica informativa in modo uniforme e contemporaneo per tutto il territorio su citato. «L'importo di tale opera ammonta a 110.000 euro e viene finanziato nella misura del 60 % dalla Provincia Autonoma di Bolzano e 40% dal fondo della finanza locale dei Comuni. - spiega il segretario generale della comunità, Johann Grünfelder - Appena ricevuto il finanziamento, che è previsto nei prossimi mesi, la Comunità Comprensoriale Valle Isarco assumerà la funzione di coordinatrice ed ente responsabile dell'appalto ed eseguirà i relativi lavori». L'ultimazione di questi è invece programmata per la prima metà del 2013 così da renderli fruibili ai ciclisti in prossimità della primavera e l'estate prossima. La nuova veste grafica è molto esaustiva e fornisce al ciclista tutti i dettagli di cui ha bisogno. Proprio per questo motivo, questa nuova linea grafica ed il concetto di questa segnaletica informativa saranno messi a disposizione anche alle Comunità Comprensoriali Val Pusteria e Burgraviato per garantire una linea uniforme e una realizzazione contemporanea per tutte le piste ciclabili dell'Alto Adige. Il progetto va così a completare e migliorare quello che è l'importante collegamento delle piste ciclabili che si stanno sempre più ramificando in tutta la vallata favorendo così il collegamento anche fra le piccole località. «La rete delle piste ciclabili - afferma Gasser - rappresenta un’infrastruttura molto importante per il tempo libero, sia per la popolazione locale che per i turisti che attraversano o soggiornano in Valle Isarco». L’elenco dei lavori approvati e già realizzati comprende quattro tratti strategici. Bressanone-Albes: il tracciato tra la zona industriale Bressanone-ponte di Albes rappresenta l’ultima parte della pista ciclabile in valle tra Fortezza e Colma e si snoda su un’area problematica dal punto di vista paesaggistico.  Novacella-Sciaves: collegamento diretto tra la pista ciclabile della Pusteria e la pista ciclabile Novacella-Bressanone, che prosegue verso sud. Aica-Sciaves: rappresenta il completamento della pista ciclabile proveniente dalla Pusteria con quella dell’Alta Valle Isarco passando per Fortezza. Gudon-Laion: Si tratta di un ulteriore tracciato per la realizzazione di una linea secondaria importante della pista ciclabile Valle Isarco che si snoda da Chiusa fino alla Val Gardena. A conti fatti dunque, per i collegamenti delle piste ciclabile sono stati stanziati quest'anno la bellezza di 870 mila euro. «Si tratta di opere di importanza strategica sia per i residenti che per l’offerta turistica» conclude il presidente della Comunità comprensoriale Peter 
Alto Adige 15-12-12

giovedì 25 ottobre 2012

Intesa Cai-Avs: in montagna 1353 cartelli bilingui


Le associazioni alpinistiche di Chiusa fanno scuola «Sono bastate poche riunioni, ottima collaborazione» 

di Francesca Gonzato
BOLZANO A Chiusa ci sono riusciti. E anche a Villandro, Barbiano e Gudon. Sui sentieri di tutta questa zona è stata installata una nuova segnaletica di montagna. Una segnaletica bilingue, grazie all’accordo raggiunto tra referenti locali di Cai, Avs e associazioni turistiche. Da pochi giorni sui sentieri della Val d’Isarco sono arrivate 1.353 tabelle con le indicazioni in italiano e tedesco, frutto di questa collaborazione. Un cambio di marcia rispetto alla posa di migliaia di cartelli solo in tedesco effettuata negli ultimi anni da associazioni turistiche e Avs, che ha scatenato un caso che non è stato ancora chiuso a livello provinciale. Prove di pace arrivano adesso a livello locale. «Speriamo che il nostro esempio possa servire alle sezioni Cai e Avs di altre vallate», raccontano al Cai di Chiusa, «se ce l’abbiamo fatta noi, perché non possono riuscirci anche gli altri?». Non a tutti è piaciuto questo piccolo-grande esempio di collaborazione e rispetto reciproco. Nei giorni scorsi alcune delle tabelle, come riferito sul giornale, sono state danneggiate: bombolette spray hanno cancellato le scritte in italiano. Un gesto condannato sia dal Cai che dal presidente provinciale dell’Avs Georg Simeoni: «Non ci sono scusanti per simili comportamenti». Il presidente provinciale del Cai Giuseppe Broggi sottolinea: «A Chiusa, Villandro, Barbiano e Gudon le associazioni turistiche, l’Avs e il Cai si sono rese protagoniste di una bellissima pagina di collaborazione reciproca, capace di superare tante incomprensioni e divisioni». A Chiusa e dintorni quindi hanno deciso di puntare sul messaggio positivo del progetto riuscito, più che sui vandalismi. «Sono bastate poche riunioni per trovare l’accordo sulla segnaletica», sottolineano alla sezione del Cai. Le sezioni hanno lavorato con discrezione, mirando al risultato. «Se sui sentieri ci sono oggi 1.353 nuovi cartelli bilingui, è perché ci siamo incontrati tra gente di montagna, con l’obiettivo di uscire con una cosa ben fatta», racconta Pierino Costa, presidente del Cai di Chiusa. A fronte di tante discussioni e polemiche politiche sulla toponomastica e la stessa segnaletica di montagna, nel territorio di Chiusa sono state sufficienti sei riunioni per siglare l’accordo. Sono state elencate tutte le località da segnalare nei cartelli e si è verificata l’esistenza della versione sia tedesca che italiana. In pochi casi Avs e associazioni turistiche hanno chiesto di riportare solo il toponimo in tedesco, garantendo in italiano la dicitura generica (ad esempio sentiero o cima). E i vandalismi? L’appello è al rispetto delle cose di tutti. «Speriamo che tali comportamenti non si ripetano più, nel rispetto del bene comune. Per la realizzazione di quei cartelli sono stati impiegati soldi pubblici», ricordano al Cai. La strada è tracciata. A giugno la giunta provinciale aveva dato il via libera ai lavori dell'Avs per aggiornare la segnaletica con una sostituzione graduale, che cominci dai segnavia più rovinati e che presentano indicazioni spesso illeggibili. «I nuovi cartelli saranno monolingui, bilingui o trilingui, a seconda del caso, e avranno anche pittogrammi e numeri», aveva annunciato i presidente Luis Durnwalder. E di toponomastica si sta occupando il tavolo di lavoro dei presidenti delle comunità comprensoriali, cui la nuova legge provinciale assegna un ruolo chiave nella proposta della toponomastica. 
Alto Adige 25-10-12

sabato 20 ottobre 2012

Ciclabili, risorsa urbana e per il turismo


Convegno all’Eurac sulla rete altoatesina. A Bolzano l’obiettivo è portare l’uso dell’auto sotto il 10% 

L’analisi degli esperti La qualità dei tracciati è un volano che attira turisti dal resto d’Italia e dall’Europa, un elemento di richiamo sono i “bike hotel”

di Giancarlo Ansaloni
BOLZANO La bicicletta non solo come strumento per la cosiddetta mobilità sostenibile, per spostarsi cioè in ambito urbano, ma anche come fenomeno di crescente richiamo turistico, ma senza perdere di vista, anche in questo caso la sostenibilità ambientale. Sono questi due degli aspetti analizzati ieri all’Eurac nel corso di un convegno dedicato alla mobilità urbana ed extraurbana, concepita anche in sinergia con vari mezzi ecocompatibili, in prima linea il treno, con l’obiettivo di ridurre per quanto possibile gli spostamenti con mezzi inquinanti, a cominciare dall’auto. Sotto i riflettori quindi, per quanto riguarda l’Alto Adige, la rete ciclabile di Bolzano, quella di Merano con il Bugraviato e la rete di collegamenti fra i centri maggiori, prendendo come riferimento in particolare le stazioni ferroviarie, e i paesi delle vallate. Primo obiettivo importante, rendere appetibili le ciclabili ai turisti, oltre che ai cittadini naturalmente. Ne ha parlato per primo il direttore dell’Ufficio mobilità del Comune di Bolzano Ivan Moroder, soffermandosi sull’esperienza del capoluogo in fatto di mobilità prettamente urbana, che non esclude comunque l’aspetto turistico. Occorre prima di tutto una rete efficiente, sicura e il più possibile estesa, marketing convincente, una dotazione di servizi e di assistenza di varia natura lungo i tracciati, nonché manifestazioni volte a motivare il pubblico, vedi Bolzano in bici, Vivicittà e così via. Bolzano gode di almeno due situazioni favorevoli: un buon bacino di utenza, 104 mila abitanti, concentrati in una struttura urbana compatta pressoché pianeggiante con un diametro di appena 4 km o poco più. Lo dimostrano i dati che vedono il 17% di ciclisti nel 2001, saliti al 29 per cento nel 2009 con obiettivo 30% nel 2014. I pedoni a loro volta sono saliti al 29% mentre le auto nel 2009 erano il 27% con obiettivo di ridurle drasticamente, sotto il 10%, nel 2014. La rete attualmente è di 50 chilometri e ne mancano ancora 15 (spesa 15 milioni di euro) per estenderla in zona produttiva ovest e a S. Osvaldo. Sotto il profilo dell’appetibilità per il turista, sono determinanti i collegamenti con la rete extraurbana che portano dalla città fino al Garda, alla Pusteria, verso il Brennero con Bressanone, nonché a centri celebri come Merano, la Venosta, spesso a fianco o alla portata del treno. Importanti anche, come ha rilevato anche il sindaco di Merano Guenther Januth, i punti di noleggio in prossimità delle stazioni ferroviarie, le stazioni di pompaggio e di ricarica delle bici elettriche con pannelli foto voltaici, punti di ristoro e di assistenza meccanica lungo i tracciati. I relatori hanno altresì sottolineato, l'importanza del marketing, tramite la “Rete città dell’Alto Adige” che offre al turista una visione a 360 gradi delle rete ciclabile provinciale. Sia Januth che Alexandra Mair di Alto Adige Marketing, hanno rilevato l’importanza di analizzare le diverse esigenze dei turisti a seconda della provenienza: gli italiani prediligono tracciati non lunghi e poco faticosi, privilegiano i luoghi ristoro di varia natura con relativa cucina e relax; i nordici, amano i panorami, come del resto gli italiani), ma di più ampio respiro, quindi le lunghe escursioni, l’assistenza, la segnaletica precisa e i servizi. Di qui anche l’opportunità di adeguare le tabelle con qualche differenza fra italiani e stranieri, ma che devono comunque essere più dettagliate, chiare e ricca di tabelloni informativi su storia e arte dei centri attraversati, nonché recare l'indicazione dei bike hotels, altro elemento di richiamo, che devono fornire oltre all’alloggio, ai pasti e al riposo anche una sorta di piccole officine per riparazioni e manutenzione. 
Alto Adige 19-10-12

martedì 9 ottobre 2012

Pedemontana, la passeggiata cresce



Si deve ancora completare il tratto sopra San Giacomo che arriva fino a ridosso di Castel Flavon 

di Bruno Canali
LAIVES Quando sarà pronta e percorribile, la nuova pista pedemontana tra San Giacomo e castel Flavon, sopra Bolzano, diventerà una delle più belle dell'intero circondario. Percorrendola infatti si potrà godere di un colpo d'occhio particolare sulla valle dell'Adige, da sud fino alla conca di Merano. Buona parte dei lavori, affidati all'ufficio foreste della Provincia è stata fatta nel tratto che riguarda Bolzano; si attende il completamento anche per la parte sopra l'abitato di San Giacomo, nel territorio comunale di Laives. Spiega a proposito l'assessore comunale all'urbanistica, Giovanni Seppi: «In questo momento i lavori sono fermi, ma riprenderanno a breve. L'Ufficio foreste della Povincia, che sta lavorando alla pedemontana sopra San Giacomo, ha dovuto attendere la messa a disposizione della mappatura precisa relativa al metanodotto della Snam che passa proprio in quella direzione. Da quanto mi hanno spiegato, comunque, i lavori dovrebbero riprendere tra breve ed entro qualche tempo essere terminati. Oltre al tracciato del metanodotto, ci sono alcune questioni di natura geologica da sistemare nella parte di percorso che passa vicino ad alcune rocce». Proprio l'assessore Seppi aveva provveduto, ancora in primavera, a "piallare" le ultime formalità con alcuni proprietari privati per poter transitare entro parte dei loro terreni sopra la chiesetta di San Giacomo e quindi, risolto anche questo, in estate i lavori avevano potuto iniziare. Il lotto che si sta costruendo, come detto, va da Castel Flavon, sopra Bolzano, fino a San Giacomo e precisamente, sbucherà poco sopra la chiesetta del paese, nei paraggi del serbatoio idrico che il Comune di Laives ha in zona. Da lì sarà facilissimo poi salire o scendere nel centro di San Giacomo. Per quanto riguarda le prospettive future comunque, questo lotto è solo una parte del progetto complessivo di passeggiata pedemontana che collegherà alla fine la città di Laives a Castel Flavon. Il programma prevede che con un nuovo, successivo intervento (non ancora pianificato) la passeggiata pedemontana scenda verso il fondovalle, fiancheggiando la montagna ad est. In questa maniera si riuscirà anche a garantire un altro, importante risultato: quello di collegare le uscite di sicurezza della galleria stradale tra Pineta e Bolzano. Tali uscite, ancorchè non necessarie (come hanno spiegato i tecnici in un incontro recente col consiglio comunale di Laives) verranno realizzate dalla Provincia (costo 6 milioni di euro circa) e le uscite saranno proprio sulla passeggiata pedemontana.
Alto Adige 9-10-12

I cartelli bilingui durano solo un giorno: sabotati


Cancellati i nomi italiani. Erano stati installati da Cai e Avs nella zona di Chiusa Duro il presidente dell’Alpenverein: «E’ ora di finirla, atti ingiustificabili» 

L’Avs sa che nei prossimi anni andranno sostituiti parte dei cartelli monolingui installati sia dall’associazione alpinistica sudtirolese che dalle associazioni turistiche. Ma secondo quali criteri? «Vorremmo saperlo», precisa il presidente dell’Avs Georg Simeoni, che sottolinea: «Alcuni punti sono pacifici, vale a dire garantire la bilinguità dei nomi di Comuni e frazioni, più le indicazioni generiche, come “rifugio” o “sentiero”. Sul resto c’è la nuova legge provinciale, tutt’altro che chiara».

BOLZANO Ancora un raid vandalico contro la segnaletica bilingue sui sentieri. Sono stati cancellati domenica i nomi in italiano da una serie di cartelli bilingui appena installati dal Cai nella zona di Chiusa. L’aspetto più importante è che la nuova segnaletica era frutto di un accordo locale che aveva coinvolto Cai, Avs e associazioni turistiche. Insomma, mentre a livello provinciale e locale, come in questo caso, Cai e Avs hanno iniziato un percorso di ricucitura dei rapporti sul tema della segnaletica, le teste calde continuano a girare con pennarelli e spray per cancellare l’italiano dalle tabelle, non solo i toponimi ma anche le diciture generiche come «rifugio». La segnalazione dell’atto di vandalismo arriva dalla stessa sezione Cai di Chiusa. Contro i vandalismi prende posizione anche il presidente dell’Avs Georg Simeoni, che accusa: «Così non va bene, non va per niente bene. Comportamenti di questo tipo non sono assolutamente giustificabili». Dopo le migliaia di tabelle solo in tedesco installate negli ultimi anni da Avs e associazioni turistiche, la giunta provinciale ha dato indicazione di avviare la sostituzione graduale della segnaletica, ma i risultati di trattative virtuose rischiano di essere vanificati, come dimostra l’episodio di Chiusa. La cancellazione dei nomi in italiano è stata scoperta dal Cai di Chiusa, impegnato domenica nella tradizionale castagnata della sezione. Durante la salita mattutina la nuova segnaletica era in perfette condizioni. Al rientro le tabelle bilingui del Cai erano state danneggiate con lo spray. Sparite indicazioni come «Chiusa», «rifugio Chiusa» e «rifugio S. Croce». Rimaste solo le indicazioni «Klausen», «Klausner Hütte» e «Latzfonser Kreuz». Oltre al danno economico, è andato così vanificato un modello di trattativa cui il Cai provinciale guardava con interesse. Spiegano al Cai di Chiusa: «Le nuove tabelle sono nate da un accordo tra Cai, Avs e associazioni turistiche di Villandro, Chiusa e Barbiano. Insieme abbiamo deciso come dovessero essere impostate. Adesso quelle tabelle nuovissime sono da rifare ». È sconfortato il presidente provinciale del Cai Giuseppe Broggi: «Quello di Chiusa è stato un bellissimo accordo, che ha visto la trattativa tra Cai, Avs e associazioni turistiche, che tra l’altro hanno finanziato la segnaletica. Peccato per i vandalismi. Che dire? Contro la stupidità c’è poco da fare, se non provare poco alla volta a cambiare la testa delle persone». (fr.g.) 
Alto Adige 9-10-12

giovedì 4 ottobre 2012

Il sentiero del respiro Un percorso a tappe nel bosco di Anterivo



Sei installazioni in legno di larice insegnano al visitatore come superare le difficoltà e sfidare i propri limiti 

di Silvia Siano
ANTERIVO Un percorso motivazionale nel bosco di Anterivo, nelle vicinanze del parco naturale del monte Corno, per imparare a respirare correttamente, liberi dal fumo. Ma anche un percorso per chi sta vivendo momenti di difficoltà e desidera superare i propri limiti. L’idea, che si inserisce all’interno del progetto “Anterivo, paese libero dal fumo di tabacco”, voluto dallo pneumologo dottor Antonio Triani insieme all’amministrazione comunale, è di due giovani architetti Michele Bevivino e Jacopo Marcolini. «Abbiamo sviluppato un percorso - spiegano gli ideatori - prende le mosse dai passi necessari per abbandonare la dipendenza da fumo, ma siamo andati oltre al concetto del quanto fa male la sigaretta, per concentrarci sull’importanza del respirare in modo corretto.Abbiamo metaforizzato il percorso in sei fasi (precontemplazione, contemplazione, determinazione, azione, mantenimento e ricaduta), realizzando installazioni in legno». La prima fase è costituita da una spirale che indica la sensazione provata da chi non riesce a liberarsi dal problema. La seconda fase, la conteplazione, è caratterizzata da piramidi di legno massiccio, che si interpongono tra il visitatore e la strada (a simboleggiare i casi in cui il problema si vede, ma si evita). La terza fase (la determinazione) è rappresentata da tronchi di legno, sui quali è possibile camminare affiancati da una guida che indica il percorso corretto. «Abbiamo realizzato questo percorso - proseguono gli ideatori - utilizzando i materiali del bosco, quindi legno di larice, che caratterizza il bosco di Trodena. Lo spirito per avvicinarsi alle nostre creazioni è giocoso, può essere adatto oltre che agli adulti, ai diversamente abili e ai bambini che sono un veicolo importantissimo nello spingere i genitori ad adottare uno stile di vita corretto». La quarta fase (quella dell’azione) consiste in un ponte di legno che attraversa un rigagnolo di acqua, che vuole simboleggiare il passaggio da un momento ad un altro (quando si è consapevoli del problema e lo si attraversa, passando sopra all’acqua, sinonimo di purificazione). Nella penultima installazione (quella del mantenimento), i pali rappresentano “le colonne di Anterivo”, che come le colonne d’Ercole indicano gli ostacoli da superare in un percorso sinuoso. Infine l’ultima tappa (cioè la possibile ricaduta) è rappresentata da una sorta di tunnel, che si abbassa costringendo la persona a chinarsi. Un modo per far rivive la fatica di respirare quando si fuma. Il percorso può essere utilizzato in qualsiasi periodo dell’anno, è completamente libero. Le installazioni sono accompagnate da spiegazioni in quattro lingue (italiano, tedesco, ladino e inglese). Per avare informazioni, basta cercare su facebook: anterivounpaeseliberodalfumoditabacco.
Alto Adige 4-10-12

martedì 2 ottobre 2012

«Il recupero del Virgolo? Una pagliacciata»


LA COLLINA ABBANDONATA»PARLA PETER THUN

di Valeria Frangipane
BOLZANO «Non ne voglio più sapere del Virgolo, è stata una pagliacciata, per me la storia è chiusa. Mi spiace che la collina di Bolzano sia stata condannata, anche dal suo sindaco, ad un degrado senza fine». L’imprenditore Peter Thun - che aveva presentato un progetto di rilancio - è caustico. La questione è tornata alla ribalta dopo che alcune foto apparse sull’”Alto Adige” hanno mostrato la terrazza con “la vista più incredibile sulla città” distrutta, col Virgolo ad un punto di non ritorno con i due alberghi dove negli anni Cinquanta si andava a ballare ridotti una groviera e l’ex circolo tennis quasi bombardato. L’associazione cacciatori di Bolzano ha dato una mano a ripulire la vergogna ed il sindaco Spagnolli, chiamato a dire la sua, si dispiace ma ricorda che la collina è di proprietà privata: «E siccome è proprietà privata, il Comune non può fare nulla. Potrebbe semplicemente autorizzare o non autorizzare qualcosa che i privati decidono di realizzare. Io non ero favorevole, però dico che la proposta Thun, magari sviluppata, magari evoluta, perché così non s’è fatta e non si poteva fare perché costava troppi soldi all’ente pubblico, ma una proposta simil-Thun è l’unico modo per valorizzare il Virgolo». Molto meglio però non riparlare a Peter Thun della sua proposta. Viste le parole dette dal sindaco, lei sarebbe disposto a rivedere il progetto ed a ripresentarlo? «Assolutamente no. Sentite la questione è finita male e lo sappiamo molto bene tutti ma in quel progetto ci avevo creduto con forza. Basti solo pensare che avevo speso decine di migliaia di euro e che avevo già in mano perfino i calcoli statici. Poi è successo quel che è successo. O non sono riuscito a farmi capire io o non sono riusciti gli altri a capire me... fatto sta che adesso non se ne fa più nulla». Cosa risponde al sindaco che parla di una proposta simil-Thun? «Dico che un giorno l’ho chiamato al telefono. Gigi, gli ho detto, per cortesia incontriamoci è venuto il momento di guardarsi in faccia e di parlarsi chiaro. Sono quindici mesi che ti ho presentato il progetto e non ho avuto alcuna risposta. A questo punto io dico basta. Non torno indietro e non ci ripenserò mai più». Le spiace che il Virgolo sia ridotto così? «Sì, mi fa un male tremendo. Da ragazzino ci andavo a giocare, era una meraviglia. Abitavo ad Aslago e salivo spesso in collina. Ho dei ricordi bellissimi». Lei ha parlato chiaro a Spagnolli? «Certo. Temo che il Virgolo, gli ho detto, proseguirà nel suo degrado e tu e la tua giunta ve ne dovrete assumere la completa responsabilità». Che dice degli ambientalisti? «Che hanno portato avanti una battaglia poco chiara». Dell’altro? «Mi sono sempre chiesto che senso abbia avuto nominare Rudi Benedikter referente per il Virgolo». Benedikter che ha presentato un progetto di rilancio che oscilla tra i 26 ed i 44 milioni di euro.
Alto Adige 2-10-12

martedì 18 settembre 2012

Stand mobile sulle ciclabili: «Cari bolzanini usate le luci»


BOLZANO La bicicletta è ad oggi uno dei mezzi di trasporto preferiti dai bolzanini. In questo momento, quindi, oltre a continuare a promuovere l’uso della bici, l’amministrazione comunale, in collaborazione con la polizia municipale intende sensibilizzare i bolzanini sul tema della sicurezza. In alcune giornate, da oggi al 21 settembre, verrà allestito uno stand itinerante nei punti nevralgici delle ciclabili, dove l’ufficio mobilità del municipio con il supporto dei mercati generali, distribuirà frutta e materiale informativo/educativo sui comportamenti corretti da adottare in bicicletta. Gli appuntamenti - durante i quali l’attenzione verrà focalizzata soprattutto sull’imminente stagione autunnale/invernale, con giornate corte e poche ore di sole, allo scopo di spingere i ciclisti a usare e tenere in efficienza il sistema di illuminazione notturna del loro mezzo - avranno luogo lungo la ciclabile ponte Talvera/via Rosmini oggi, dalle 16 alle 18; in piazza Mazzini domani dalle 16 alle 18; sulla ciclabile presso ponte Roma dopodomani, dalle 16 alle 18. Il Comune ricorda che il 22, ossia sabato, giornata europea della mobilità, la città non verrà chiusa al traffico. (da.pa)
Alto Adige 18-9-12

giovedì 13 settembre 2012

Si pedalerà dal Lungoisarco destro fino in via Einstein


BOLZANO L’A22, sia per ovviare all’obsolescenza delle strutture sia per adeguarsi agli odierni standard normativi, sta attuando un programma di risanamento/rifacimento di numerosi sovrappassi autostradali. Fra questi, verrà rifatto anche il numero 19, quello che dalla Spaghettata permette di raggiungere la rotonda Agruzzo e la via Einstein. Il progetto è stato già perfezionato ed è attualmente in attesa del rilascio dell’intesa da parte della Provincia. Il passo successivo sarà la trasmissione del progetto esecutivo all’ente concedente, ossia l’Anas, per l’approvazione definitiva; di seguito ci sarà l’indizione della procedura aperta per l’affidamento dei lavori. L’avvio del cantiere, presunto dai tecnici A22, è per la primavera 2014. Il nuovo ponte sull’Isarco progettato dalla Provincia ha appena ricevuto la concessione edilizia del Comune e il cantiere verrà avviato già in inverno, quando il livello dell’acqua nel fiume è basso e facilita i lavori. Per l’avvio del rifacimento del sovrappasso A22, invece, ci sarà da attendere più a lungo. Anche questo secondo ponte, però, servirà i ciclisti. Verranno infatti realizzate, oltre a due carreggiate più ampie delle attuali, anche due marciapiedi pedociclabili di 1,5 metri di larghezza l’uno.(da.pa)
Alto Adige 13-9-12

Il teleriscaldamento regala un nuovo ponte ciclabile


Sull’Isarco: sopra le bici, sotto i tubi con l’acqua calda del nuovo inceneritore Intanto si progetta il rinnovo del sovrappasso A22. Anche qui pista per i ciclisti 

di Davide Pasquali
BOLZANO Mentre il Comune stenta a reperire i finanziamenti per risanare la passerella pedo-ciclabile sul torrente Talvera, la Provincia sta per costruire un nuovo ponte ciclabile sull’Isarco, poco a monte del nuovo inceneritore. Sotto i tubi con l’acqua calda del teleriscaldamento per il San Maurizio, Firmian e Casanova, sopra la pista destinata ai ciclisti. I lavori partiranno quest’inverno, la struttura sarà ultimata nel giro di pochi mesi. Intanto, l’A22 ha terminato di progettare il nuovo sovrappasso autostradale poco più a monte. Pure qui, il finanziamento non è municipale ma a Bolzano verrà regalata un’altra ciclabile. Così, dalla storica pista Lungoisarco, in futuro chi lavora in zona industriale potrà raggiungere il nuovo sistema di ciclabili lungo e sotto via Einstein (Technoalpin, Salewa...). Il ponte provinciale, previsto in passato come linea di indirizzo dal Comune, in realtà verrà costruito per tutt’altri scopi: verso metà maggio-inizio di giugno inizierà la progressiva accensione del nuovo termovalorizzatore, con la conseguente produzione di acqua calda per il teleriscaldamento. Per portare le tubazioni sulla destra orografica del fiume, ossia al di là dell’Isarco, si sarebbe potuta scegliere la via dell’interramento: tubi sott’acqua. Scelta costosa, tempi eccessivamente dilatati. E la Provincia ha fretta. Un ponte, però, costruito solo per poggiarci sopra quattro grossi tubi da 60 centimetri di diametro sarebbe stato uno spreco. Inoltre, per questioni tecniche, si sarebbe comunque dovuto realizzare un passaggio per i mezzi pesanti della manutenzione. E così, alla ripartizione Infrastrutture hanno avuto un’alzata d’ingegno, prendendo due piccioni con una fava. Un ponte di ben cento metri di sviluppo, con a metà un pilone di sostegno. Nella pancia della struttura metallica verranno posizionati i tubi, che sui lati del ponte saranno coperti alla vista da opportuni separé. Sopra al ponte starà la ciclabile. È quanto raccontano gli ingegneri provinciali: il responsabile del progetto, Umberto Simone, e la progettista, Simona Sedlak. Un progetto elaborato in house, tengono a precisare. Con la semplice accortezza di trovare la soluzione più rapida da eseguire, perché semplice e senza tanti fronzoli. Ossia, diminuendo al massimo i probabili ritardi per l’insorgenza di potenziali problemi. Ma, soprattutto, si è scelta l’opzione meno costosa. Il ponte, infatti, costerà solo 1,2 milioni di euro. «Per risparmiare - sostengono gli ingegneri - è sufficiente porre un po’ di attenzione, anche estetica, in fase progettuale». Nel frattempo, i tecnici hanno terminato il progetto del nuovo sovrappasso A22, dalla Spaghettata verso via Einstein. 
Alto Adige 13-9-12

venerdì 7 settembre 2012

Ciclabile: via ai lavori da Ora a San Lugano per 800 mila euro


Si tratta del primo lotto che interessa anche Montagna Pichler: «Servono i fondi per completare l’opera nel 2013»

di Massimiliano Bona wORA/MONTAGNA Buone notizie per i cicloamatori, specie quelli che amano la salita e le pendenze piuttosto impegnative. Ma anche per i turisti (e sono sempre di più) che scelgono la Bassa Atesina per pedalare e scoprire gli splendidi panorami nella zona di Castelfeder: sono stati appaltati, infatti, i lavori per il primo lotto della pista ciclabile: da Montagna verso valle e da Ora, in via Stazione, verso l’incrocio con Pinzano. «Per realizzare il primo lotto di entrambi i tratti - spiega il sindaco di Ora Roland Pichler - la Provincia ha già messo a disposizione, attraverso il Comprensorio, 800 mila euro. Naturalmente confidiamo che faccia altrettanto nel 2013, pur in un periodo di vacche magre dal punto di vista finanziario. Il progetto prevede infatti il completamento del collegamento dalla stazione ferroviaria di Ora fino a San Lugano. Si tratta di una dozzina di chilometri in tutto, sul tracciato della vecchia ferrovia della val di Fiemme, e a lavori ultimati ci aspettiamo ovviamente delle ricadute positive anche dal punto di vista turistico». I lavori sono già stati appaltati e per le ditte vincitrici sono previsti circa 200 giorni di tempo per ultimare il primo lotto. «L’intervento è iniziato da un paio di settimane, e se non ci saranno intoppi, i vari interventi dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno». Non mancano tuttavia le preoccupazioni da parte dei residenti. C’è già chi si è attivato per ricordare gli errori di progettazione nella parte a valle della ciclabile, verso la stazione. «In quel caso - conferma il primo cittadino di Ora - la ciclabile entra in diversi cortili privati e purtroppo tra il percorso per i biker e il livello della strada c’è una differenza di una quindicina di centimetri, con tutti i rischi che ne conseguono in termini di sicurezza». Tornando all’appalto sul territorio di Ora, in questo primo lotto i lavori riguardano il tratto dal giardino forestale all’incrocio di Pinzano. La parte successiva, tra via San Pietro e il sottopasso della circonvallazione verso Egna, sarà realizzato più avanti. I tecnici stanno ancora lavorando per individuare la soluzione migliore per l’attraversamento della Statale
Alto Adige 7-9-12

venerdì 3 agosto 2012

La pedemontana va avanti e sarà pronta in autunno


Sloccato l’iter burocratico, il percorso prosegue da Castel Flavon a San Giacomo Nei programmi del Comune poi c’è il completamento, fino a Pineta e in Vallarsa

di Bruno Canali wSAN GIACOMO Sopralluogo al cantiere della pedemontana tra San Giacomo e Castel Flavon, da parte dell'assessore all'urbanistica di Laives, Giovanni Seppi, e di Martin Schöpf, direttore dell’Ufficio forestale della Provincia. «Ho potuto verificare che il tracciato è ormai arrivato nel nostro territorio comunale - spiega Seppi - dopo che era partito dai paraggi di Castel Flavon, sopra Bolzano. Di questo passo credo che per l'autunno la pista pedemontana tra San Giacomo e Castel Flavon sarà pronta. La raccomandazione comunque è di non percorrerla fino a quando ci saranno i lavori: non vi sono garanzie e non è consentito invadere proprietà private». Proprio con i privati, l'assessore Seppi era riuscito a trovare un accordo in base al quale era stato possibile sbloccare l'iter e far ripartire l'intervento della Forestale che oggi riguarda il percorso nel territorio di Laives, sopra San Giacomo. Finita, la pedemontana arriverà poco distante dalla chiesetta simbolo di San Giacomo e da lì, in sicurezza, si potrà percorrere fino ad arrivare nei pressi di Castel Flavon, godendo di una vista panoramica sulla vallata dell'Adige, fino a Merano. Lo scorso anno diversi abitanti della frazione avevano organizzato una passeggiata di protesta per richiamare l'attenzione dell'amministrazione comunale di Laives sul progetto che stentava a decollare. L'assessore Seppi fin dalla sua nomina in giunta, alcuni mesi fa, aveva preso di petto la questione avviata dall'ex assessore Georg Zelger, perfezionando gli ultimi accordi con alcuni proprietari privati per poter invadere i loro terreni, che si trovano sulla linea dove è previsto debba passare la passeggiata. Nel frattempo la Forestale ha iniziato il lavoro dalla parte di Castel Flavon arrivando sul confine con Laives. Da lì, come detto, si va avanti. Nei programmi dell'amministrazione di Laives il tracciato ad ogni modo non si concluderà così: è già stabilito che un nuovo “balzo”, appena possibile, si dovrà fare per arrivare fino a Pineta, dove già c'è un tratto di pedemontana che lambisce la zona Toggenburg. Da Pineta infine, ultimo lotto verso Laives, fino a raggiungere la zona ricreativa e sportiva Vallarsa alle spalle della città, così da dare continuità alla passeggiata: da Laives a Bolzano.
Alto Adige 29-7-12

mercoledì 25 luglio 2012

Piazza Magnago, le bici finiscono nel garage


di Fabio Zamboni
BOLZANO Una recente indagine dell'Oekoinstitut realizzata per il "Piano della mobilità ciclabile della città di Bolzano" sostiene che nella zona della stazione ferroviaria c'è una carenza di parcheggi per le due ruote di almeno 800 unità. Ci sono insomma almeno ottocento biciclette che la gente non sa dove piazzare quando sosta in zona per prendere un treno o anche solo per accedere poi al centro storico o ai numerosi uffici circostanti. Zona calda, quindi. Soprattutto da quando quella che è diventata piazza Magnago _ lo spazio antistante a Palazzo Widmann _ ha sfrattato le rastrelliere e ha di fatto impedito il transito delle due ruote. Qualcosa dunque va fatto, soprattutto dopo aver verificato che questa città, virtuale capitale italiana delle due ruote grazie alle sue piste ciclabili e ai suoi cittadini ciclo-virtuosi _ di fatto le bici più che amarle le sopporta: cartelli di divieto disseminati per tutto il centro e rastrelliere assolutamente insufficienti. Vediamo allora che cosa sta per succedere, dopo che il Comune ha annunciato nei giorni scorsi la trattativa con Rsi (la società che gestisce le stazioni) per allestire posti-bici su un binario morto della ferrovia per Merano, all'interno della stazione ferroviaria. La novità è questa: le bici non potranno mai più parcheggiare su piazza Magnago, contrariamente a quanto annunciato lo scorso 1° febbraio al nostro giornale dall'ingegnere della Provincia Maurizio Patat che facendo riferimento a una relazione tecnica datata 25 gennaio 2012 parlava di un concorso di progettazione per la risistemazione della piazza con riapertura alle biciclette. Costo dell'operazione: 700 mila euro. Partito il bando per il concorso d'idee, è sparito l'auspicio alla riapertura alle biciclette: l'architetta Susanne Waiz, coordinatrice del concorso di progettazione, ci ha detto ieri che «fra le indicazioni suggerite ai concorrenti che sono ora al lavoro, c'è quella relativa alla sistemazione a verde di piazza Magnago con l'indicazione di confinare le biciclette all'esterno della piazza, con rastrelliere equivalenti a quelle attuali: metà dalla parte della stazione e metà di fronte al Waltherhaus, come adesso. La piazza diventerà molto più bella ma i politici vogliono che abbia un'immagine di rappresentanza, dignitosa, pulita, come il personaggio a cui è dedicata». Abbiamo cercato allora di capire come Comune e Provincia contano di far fronte all'impellente bisogno di spazio che le bici hano in quella zona, scoprendo che la Provincia, sollecitata dal Comune, sta esplorando un'altra pista (in questo caso ciclabile): affittare dal Central Parking di piazza Stazione, venti-trenta posti auto da trasformare in parcheggio per bici coperto, con accesso da una rampa che verrebbe aperta sul lato sud di piazza Magnago. Il geometra Santer del Dipartimento lavori pubblici della Provincia conferma: «È un'idea che ci ha suggerito il Comune, ora la Provincia la vaglierà e vedrà se è realizzabile». La soluzione è quantomeno auspicabile, sia per dare una risposta al discutibile ostracismo delle bici dalla piazza antistante al santuario della politica provinciale, sia per dare una risposta ecosostenibile: troppe bici in superficie? La risposta più intelligente è nasconderle sotto la strada, evitando il caos che attualmente regna sui marciapiedi di fronte alla stazione.
Alto Adige 25-7-12

sabato 21 luglio 2012

Capitale della cultura, la sede sarà a Villa Settembrini


VENEZIA Sarà Villa Settembrini a Mestre la sede del Comitato fondatore che sta preparando la candidatura di Venezia, Nordest e Alto Adige a Capitale europea della cultura 2019: ieri (20 luglio) il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini ha partecipato alla presentazione della nuova sede, messa a disposizione dalla Regione Veneto. I rappresentanti degli enti coinvolti nella candidatura a Capitale europea della cultura 2019 hanno sottolineato come la nuova sede assuma anche un forte valore simbolico, segno del coinvolgimento di tutto un territorio con 7 milioni di abitanti nell’impegno a sostenere questa candidatura.
Alto Adige 21-7-12

mercoledì 18 luglio 2012

Biciclette in stazione


L’ipotesi: usare il sedime del binario morto per Merano In programma anche un bike service e un bike hotel 

di Fabio Zamboni
BOLZANO Bolzano, dice il popolo dei ciclisti, non fa abbastanza per meritare il titolo di capitale della bicicletta. Risponde il Comune: possiamo fare di più e lo faremo. In sintesi estrema, è questa la situazione, dopo che abbiamo documentato nei giorni scorsi la sfida in atto fra i ciclisti da una parte e i negozianti e gli abitanti del centro (che affiggono divieti dappertutto) dall’altra. Le prime novità già affiorano: «È in corso una trattativa concreta – ci rivela il sindaco Luigi Spagnolli – fra Comune e Ferrovie dello Stato per creare un nuovo e grande parcheggio per le biciclette all’interno della stazione, sul binario morto della linea per Merano. Alle Ferrovie, che perderanno alcuni posti auto, verrebbe garantito in cambio qualche spazio all’interno del silo di via Mayr Nusser. Abbiamo già studiato un collegamento che da ponte Loreto passerebbe appena dietro al distributore di benzina. Insomma, una situazione ideale soprattutto per i pendolari e per chi vuole arrivare in stazione pedalando». Ma ci sono altre idee sul tavolo dell’assessore comunale alla mobilità Peintner: nella bozza relativa all’aggiornamento al Piano del traffico che i consiglieri stanno esaminando, è prevista, oltre alla realizzazione di varie nuove piste ciclabili che abbiamo elencato sul giornale di ieri, quella di un bike service nella zona di piazza Verdi e di un bike hotel nella zona della nuova stazione presso Castel Firmiano. Per quanto riguarda gli ostacoli che i ciclisti incontrano soprattutto in centro, un nostro lettore, Giuseppe Palumbo, ci segnala l’ammasso di bici “parcheggiate” all’esterno di Piazza Magnago «che diventano ostacoli pericolosi per i passanti»: sfrattate dalla piazza sulla quale evidentemente davano fastidio a Qualcuno (ma non eravamo la capitale delle due ruote?), si addossano una all’altra sul marciapiede che il Comune ha allargato apposta dopo lo sfratto dalla piazza: «In occasione dei lavori su piazza Stazione, abbiamo fat to questo intervento – ci spiega l’assessore comunale ai lavori pubblici Gallo – ma evidentemente non basta. Anche se devo dire che stiamo parlando di un problema virtuoso, cioè del fatto che Bolzano può discutere per fortuna dell’abbondanza di biciclette e quindi della sensibilità dei suoi cittadini». Qualche mese fa si era ipotizzato un ritorno delle bici sul grande spazio antistante al palazzo della Provincia, ma l’ipotesi sembra definitivamente tramontata. Sulla lotta fra intransigenti (negozianti e condomini vari) e indisciplinati (ciclisti che parcheggiano selvaggiamente) interviene un altro lettore. Ci scrive Alessandro Visentini: «Il vostro articolo sui problemi dei ciclisti nel centro di Bolzano ha smascherato la scarsissima sopportazione delle biciclette da parte dei negozianti della parte "nobile" della città ma, limitandosi ad un giro diurno, ha dimenticato una parte del problema: io ho deciso di non usare più questo mezzo di trasporto primo perché nel condominio dove abito c'è chi si lamenta continuamente perché la bici impedisce l'accesso dei fornitori ai negozi e perché crea disordine. E secondo perché chi esce a tarda notte ubriaco dai locali spesso si diverte in maniera molto stupida proprio con le bici che trova sulla strada...». 
Alto Adige 18-7-12

martedì 17 luglio 2012

I vigili: non valgono i divieti di parcheggio per le biciclette


Il comandante Ronchetti: «Non possiamo intervenire Molti ciclisti protestano perché mancano rastrelliere» 

 di Susanna Petrone
BOLZANO I cittadini protestano: mancano posteggi per le bici ed il Comune sta elaborando un piano per migliorare la situazione. L’idea è quella di ampliare i posteggi coperti, piazzare strutture speciali dove le rastrelliere normali non possono essere posizionate. Sono sempre più numerosi, intanto, gli esercenti ed i privati che posizionano un «Vietato parcheggiare la bicicletta» davanti al proprio negozio o su una panchina. Troppe volte, infatti, commercianti e privati si sono ritrovati davanti a mezzi a due ruote, senza avere la possibilità di fare nulla. Quindi non sapendo come altrimenti muoversi tentano di fermare il parcheggio «selvaggio» a suon di cartelli. Ma quei cartelli non hanno nessuna valenza legale e questo lo sanno molto bene i vigili urbani, che quotidianamente vengono chiamati. Lo conferma il comandante della polizia municipale, Sergio Ronchetti: «È un invito a non parcheggiare la propria bici proprio davanti al negozio o all’ingresso di un abitazione. Ma di fatto, noi possiamo intervenire solo se viene messa in pericolo la sicurezza dei cittadini. Quindi le bici non possono essere parcheggiate davanti alle uscite per mezzi o di un cantiere. In sintesi: quello che vale per le macchine, vale anche per le biciclette. Ma se qualcuno parcheggia la propria bici davanti alla vetrina di un negozio, non possiamo fare nulla. Durante il giorno, però, riceviamo tantissime chiamate di ciclisti che ci chiedono dove poter lasciare i propri mezzi. Le rastrelliere sono troppo poche, visto che, fortunatamente, il numero di chi usa la bicicletta continua a salire». Bolzano è senza dubbio la città della bicicletta: le piste a disposizione hanno superato, infatti, i cinquanta chilometri e l’amministrazione non si ferma visto che nel nuovo piano di mobilità, l’assessore comunale Judith Kofler Peitner, prevede quindici nuove ciclabili. Si inizierà con via Resia e Campiglio e poi si farà in modo che la stazione ferroviaria sia collegata da ponte Loreto in poi. Ma anche in via Vittorio Veneto, tra ponte Roma e ponte Palermo, tra Casanova e Firmian e in via Merano sono previste delle splendide piste ciclabili. Le ultime sei nasceranno o verranno allungate verso Castel Firmiano, tra via Marconi e il lato destro del fiume Isarco, tra il Centro Kampill, l’areale della stazione, e ancora in via Claudia Augusta (il tratto tra via Roma e santa Geltrude) e via Maso della Pieve. Insomma buona pedalata a tutti.
Alto Adige 17-7-12

lunedì 16 luglio 2012

Per le valli ladine il rilancio anche dalla bici


LA PROPOSTA 

di Albert Pizzinini}Numerosi indicatori ci avvisano che anche le vallate ladine non sono risparmiate dalle dinamiche macroeconomiche in atto. Queste peraltro vanno lette ed interpretate in modo da riuscire a fornire la migliore risposta possibile, considerando il fatto di poter disporre di una risorsa irriproducibile come l’ambiente unico in un mondo nel quale tutto è ormai replicabile. Ed è proprio nella valorizzazione di questa risorsa che va ricercata la via d’uscita dalla crisi. Il teorema sviluppo equivale a sfruttamento indiscriminato ed intensivo delle risorse naturali è ormai superato e ce ne stiamo rendendo sempre più conto. In quest’ottica assume un ruolo fondamentale lo sviluppo di un’offerta turistica che vada nella direzione di coniugare divertimento, salute e rispetto dell’ambiente. La pratica dell’attività ciclistica riacquista così un ruolo centrale, considerando anche gli sviluppi tecnologici per quanto riguarda le biciclette elettriche che possono essere un valido ausilio per coloro che sono meno allenati. Le piste ciclabili in parte già inserite nei piani urbanistici necessitano di una rapida realizzazione, oltre ad un disegno d’insieme che ampli le possibilità per i ciclisti. Una riduzione del traffico sulle strade, soprattutto sui passi dolomitici permette è propedeutico a tale approccio. Attenzione però a non strumentalizzare tale approccio con l’introduzione di pedaggi o quant’altro per fare facile cassa. Il turista va portato a contribuire con il proprio agire ad una migliore vacanza. *Ladins Dolomites
Alto Adige 16-7-12