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venerdì 25 maggio 2012

I masi "in der Au" (nella palude) nel quartiere "Unterau" San Giacomo - Laives


Resti dell'atrio feudale del maso Seizen
Albergo Restauration Lewald (1918)
La vecchia osteria "Zum Lewald"
Il maso Mane (Ristorante Wuerstel)
Vecchio ponte ad arco in pietra presso il maso Leibele






Maso "Leibele in der Au"
Crocifisso ligneo a maso Renner
Maso Renner
Maso Steinmann (1595)
Foto aerea masi Steinmann e Rennen
Maso Putzen nella frazione di San Giacomo


I masi «in der Au» (nella palude) 
nel quartiere « Unterau» -San Giacomo - Laives

Maso Putz
p. e. 95
La signoria fondiaria spettava alla chiesa di San Giacomo in der Au.
Il Putz è uscito dal maso Schluntner di Seit La Costa.
1536. Kristan Kob (Vfb B Libri Arch. Bolzano 1536. fol. 115).
1553. i tutori degli orfani di hristan Kob vendono i1 maso a Catarina. vedova di Adam Lenz di maso Spörl nel Novaponentino.
1558 Jheronimus Pfösl, genero di Catarina Lenz.
1719. Dominicus Atzwanger zu Riglhaim vende il maso a Georg Anton von Menz.
1758, quest'ultimo lo passa al figlio Georg.
1804, Mathias Mayr di maso Köhl lo acquista da Maria Kemenater nata Erlacher. Da Mathias Mayr 1o eredita la figlia Maria Mayr che nel 1815 lo vende a Johann Gamper.
1863, Anton Pircher compera i1 maso che nel 1877 è aggiudicato in pubblica asta a Heinrich Mumelter. Costui nel 1890 cede ai suoi due figli “maso Putz a Seit nel quartiere San Giacomo”
1903, lo acquistano in parti uguali Vigil Carli e Maria Carli nata Tapfer (Vfb B Libri Arch. B. 1903. fol. 1126
1939. Pau1 1Iayr. 1956, Johann Schweigkofler

Maso Messner (sacrestano)
p.e.81,82,83
Il maso - ossia canonica o casa del sacrestano - era proprietà della chiesa di San Giacomo in der Au. (Anticamente la zona Unterau. ora San Giacomo, era detta Cinte e Campoledro, mentre la parte più settentrionale ossia Oberau o 0ltrisarco, era chiamata Sibidat. Per queste antiche denominazioni vedere: Staffler. Die Hofnamen.)
1547 Thoman Sterzer sacrestano (Vfb B Libri Arch. Bolzano l547, fol. 17).
1552. Paul Knoll.
1558, Hans Flascher.
1567 Bartlme Frelich.
1585, Niclas Khuepacher.
1692. c'è lite tra il sagrestano e il contadino di maso Schluntner di Seit/La Costa a causa di un bosco. Tra il resto, nel relativo documento si legge: “Accanto e a monte della chiesa si trova un'area improduttiva con arbusteto da frascame e un valloncello ove sgorga una piccola sorgente munita di trugolo; di quest'acqua fruisce i1 sacrestano. Nel suddetto valloncello, verso la pietraia, vi stanno alcuni noci.” (Vfb B Libri Arch. B. 1692, fol. 599).
1703, Jenewein. ex sacrestano.

Maso Seitz
p. e. 88. 89. 90. 92. 93
1445,des Seitzen Gut (TLA II 5571).
1523. Sewastian Seyz (Staffler).
1531. CristanWeber, Seitz in der Au (Vfb B Libri Arch. Bolzano 1531, fol. 220). Egli fece permuta con maso Ritter in der Au che nel 154 l'Isarco aveva in gran parte distrutto. Anche al maso Seizen in quell'anno 1'Isarco aveva provocato danni tali da rendere impossibile l'individuazione dei termini di confine.
153. Hans Mair.
1548. Jörg Poblitscher zu Poblitsch ottiene il maso in concessione perpetua dal suocero Adam Lenz di Nova Ponente.
1561. i tutori delle figlie del defunto Jörg Poblitscher vendono il maso a Hans Tranell di maso Kilian in deg Au. Tuttavia Othmar Leiner, amministratore dei Liechtenstein rivendica il diritto di prelazione ed entra in possesso del podere che dà poi in affitto.
1573. Andre Partschoner.
1576, Adam Stärkl di maso Wisshauser ad Aslago.
1587. lo Stärkl vende per 300 fiorini i diritti fondiari sul maso - fino allora allodiale - a Johannes Waidmann, beneficiato di Bolzano, che percepisce così 30 staia di segala a titolo di censo annuale.
1588. Michael Stärkl vende il maso a Hans Egger, detto Hayer, di maso Oberpriell im Dorf presso Bolzano.
1602, da Hans Egger lo eredita il genero Peter Kinig che lo dà in locazione.
1607. Wolfgang Pircher.
1648. Abraham Bruder.
1660. Georg Menz.
1693. Maria Menzin nata Gumerin vende maso Seitz ai propri figli Georg e Josef Franz. Il maso paga una libbra di pepe ai signori von Kiepach della Haselburg (Castel Flavon) per “l'acqua della fontana che da lassù scendeva.”
1758, Georg Anton Menz dona il maso all'unico figlio Georg.
1812, Peter Michelon si aggiudica all'asta il maso. I1 fabbricato era stato allora distrutto da un incendio e venne totalmente ricostruito.
1819, Johann Chemoli a maso Seitzen.
1903, Anna vedova Zanotti lo vende alla città di Bolzano.
1925, Josef e David Espen lo acquistano in parti uguali.

Maso Hilber
p. e. 87
Ad eccezione di alcuni appezzamenti il maso era allodiale (luteigen), non soggetto quindi a versamento di censo ad alcuna signoria fondiaria. Ai Wolkenstein spettava la signoria fondiaria su un prato da 18 opere nella palude; l'Ospedale di Santo Spirito e la chiesa di San Giacomo in der Au percepivano il censo fondiario di un altro prato di piccole dimensioni. Nel 16° secolo il maso Hilber aveva un'estensione di circa 60 opere (corrispondenti a 17 ettari circa). Uno dei suoi prati era denominato Wuecherwies.
1526, Jörg Hilber in der Au (Vfb B Libri Arch. Bolzano 1526, fol. 12), il quale morì nel 1535. L'inventario, redatto dopo il suo decesso, dimostra come il maso fosse tenuto in ottimo stato. Jörg Hilber lasciava una figlioletta di nome Anna, che frequentò 1a scuola a Bolzano; sposò poi Alexander Pock che, in tal modo, divenne contadino al maso Hilber. Il Pock era «capomastro delegato dalla vicìnia in der Au» per il rimaneggiamento della chiesa di San Giacomo nel 1542 (vedere sotto tale titolo).
1558, Alexander Pock e Eva Pockin, sposata a Hans Glaidt di Chiusa, ereditano il maso. L'anno successivo il muratore Anthoni di Woltolin (Valtellina?) ricostruì la caga di maso Hilber con stalla e cantina. Hans Glaidt diede il podere in locazione. Tra i doveri del fittavolo figurava anche la manutenzione del tetto in paglia della casa.
1570, alla morte di Hans Glaidt il maso torna alla vedova Eva Pockin e al secondo marito di costei. Hans Feichtner.
Nel 1575 la coppia vendette censi fondiari gravanti sul maso.
Nel 1579 il Feichtner assunse con incarico annuale, un operaio addetto alla lavorazione del vigneto dietro il compenso di 70 fiorini da consegnare in tre rate.
1587, il Feichtner viene a mancare dopo aver abbandonato i1 maso in mino ai creditori i quali concordano di assegnarlo a Christof Rottenpuecher. Questi lo diede in locazione.
1634, Baltasar Ortner colono a maso Hilber.
1674, Michael Ranigler, figlio di Adam.
1695. Michael Ranigler junior.
1712, il figlio di quest'ultimo Anthon Ranigler.
1747, compera i1 maso Georg Anton Menz che nel 1758 lo passa a1 figlio Georg.
1828, Josef conte Thun.
1890. Guido conte Thun Hohenstein.
1926. Luis Mayr.

Maso Telser
p. e. 86
Si tratta di podere uscito probabilmente da maso Hilber.
1777, Johann David von Hofer di Bolzano possiede un vigneto con dentro una baita.
1906, Severin Chelodi (Vfb B Libri Arch. Bolzano 1906, fol. 3712).
1940, Gisella Chelodi coniugata Carli.

Maso Lewald
p. e. 85
Ne percepiva il censo fondiario 1a chiesa di San Giacomo in der Au.
1417, Johannes detto Lebol a San Giacomo (Sp. A. B.)
1535, muore Simon Lebold (Vfb B Libri Arch. Bolzano 1535. fo1. 219). Il maso passò al fratello Steffan Pauryrl chiamato Pfanzelter di Montan/Montagna.
1541. Lucas Lebold, nipote del suddetto Steffan. Costui fece installare l'orologio nella locale chiesa. (Vedere il capitolo sulla chiesa.)
1558, Lucas Lebold muore lasciando i figli Niclas, Paul. Bartlme. Ereditò il maso il figlio maggiore Niclas; Bartline ebbe il masetto denominato Hitthöfl in der Au (Vedere sotto tale nome).
Al Lewald apparteneva, tra il resto, “un campo da 4 staia con 4 filari di viti, posto in Sissant in der Au ai piedi della montagna e denominato Reitl”. Di esso era signore fondiario l'Ospedale Santo Spirito di Bolzano. La denominazione Reytl lascia capire che si trattava di un novale.
1598. Niclas Lebold passa a miglior vita e lascia due figlie: Maria. nata di primo letto. e Katarina. nata dalla seconda moglie Eva Ganznerin. Maria sposò Jakob Mesner, colono al Lewald. Eva Ganznerin intraprese. Nell'anno santo 1600, un pellegrinaggio al santuario di Loreto e a Roma. 1613.Veit Killian, Lebolt; egli cessò di vivere nel 1628.
1638. Jacob Mesner.
1653. Hans e Adam Oth.
1697, Johann Baptist Mayr.
1716. Franzischg Jegg, ex detentore di maso Lebolt.
1777 Franz Anton Gartner.
1828. Johann Fiorioli.
1893. Josef Fiorioli (Vfb B Libri Arch. Bolzano 1894, fol. 1888). Attualmente, famiglia Werth.

Maso detto Hütthöfl o Schenk
p. e. 79
1556. Christan Pauryel (Vfb B Libri Arch. Bolzano 1556. fol. 222). Egli decedette l'anno appresso lasciando la vedova Apollonia. Il masetto in der Hütten fu venduto a Conrad Praunsnüssl.
1577. Bartlme Lewald al maso Hüterhof; egli dà i1 podere in affitto dietro la corresponsione di metà vino e metà grano.
1584. i tutori degli orfani del defunto Bartlme Lewald vendono il Hütthöfl a Gosmann Weingarter dell omonimo maso di Seit/La Costa.
1602. Hanns Prenner.
1611. i figli di quest ultimo.
1619. Balthasar Prenner auf der Hit.
1640. Sebastian am Weg.
1676. Johann Paul am Weg, scrivano cvico.
1705. Kassian Vieide di Gummer (San Valentino di Cornedo, che ha acquistato i1 masetto Hütthöfl da Franzischg Schenk, muore senza prole; ereditano i fratelli di lui.
1712. gli eredi di Paul Mumelter vendono il maso a Paul Prackfaller e Mathias Mumelter.
1817. Anton Bott.
1828. Vigil Bott
1894, lo acquista Anton Bott (Vfb B Libri Arch. B.1894. Fol. 4010).
1917. Raimond Budin.
1922, Livio Christofolini
1973 Livio Christofolini

Casa Boznerwiesen
p. e. 68
Sorse nel 1903 come proprietà di Josef Joris.

Casa Kräutnerwiese
p.e. 173
Venne edificata nel 1906 come proprietà di Johann Loner.
1019. Alois Loner.

Maso Manna in der Au
p.e.78
Ne possedeva 1a signoria fondiaria l'Ospedale Santo Spirito di Bolzano.
1540 Ulrich Koller.
1559, Jheronimus Pfösl auf der Mana (Vtb B Libri Arch. Bolzano 1559, fo1. 389).
1562. la vedova di Niclas Lenz di maso Spörl a Nova Ponente vende il maso Manna in der Au allo scrivano della dogana di Bolzano Veit Sagmeister. Il maso confina a est con il costone di monte del Wèingartner di Seit/La Costa, a sud con i fondi in Sissa a ovest e nord con la palude comunale. 
1575, il Sagmeister vende il maso a Bartlme Lebolt.
1582. Bartlme Lebolt muore e il Manna passa al figlio Niclas Lebolt. A quell'epoca apparteneva al maso anche il Hütthöfl , denominato più tardi Schenk (vedere più sopra).
1602, Jakob Meβner Lebalt e Hans Prenner acquistano il “maso zu der Mane auf der Mane”. Lo rivendettero poi ad Augustin Koler.
1617. Georg Miller.
1672, Adam Ranigler.
1682. Mathias Ranigler di Vadena vende il maso a suo fratello Michael Hilber. Questultirno lo rivendette nel 1692 a Josef Maurer. Apparteneva al maso anche il vigneto “detto das Reitl, confinante a est con un dorso roccioso su cui sta incisa una croce, a sud in parte con il Fritscher in porte con il rio che scende da Seit; a ovest con i1 sentiero che porta al Sissan e con 1a fonte sotto la chiesa di San Giacomo la quale sgorga ai piedi della montagna e fin dall'antichità è denominata sorgente di San Giacomo, a nord con il declivio montuoso dello Schluntner” (Vfb B Libri .Arch. B. 1692. fol. 394).
1717, Josef Maurer von Croneg;.
1777. Christan Koll.
1818. Dominicus Gasperini.
1880, comprano in parti uguali ll maso Johann e Maria Würstl (Vfb B Libri Arch. B. 1880, fol. 3234).
1932. famiglia Kössler che lo possiede a tutt'oggi.

Maso Dinzl
p. e. 76
1890, il maso viene ereditato da Guido conte Thun Hohenstein (Vfb B Libri Arch. B. 1890. fol. 3081).
1953. Georg Siegmund conte Thun Hohenstein.
1966, Heinrich Calliari di Termeno.
1970. Paul e Maria Gasser.
1971. Paul Gasser.

Maso Aspmayr
p. e. 70
1357, Michael von Weineck concede a Ulrich Valer un prato della palude Aspau (Sp. A. B) 1426. Leonhard alla Aspau (AB IV 298).
1528, Hans Widmain Aspmair (Vfb B Libri Arch. B. 1528, fol. 25). La signoria fondiaria spettava all'Ospedale Santo Spirito di Bolzano e al capitano (Pfleger) della Leuchtenburg (Castelchiaro), Veit Anich di Cortaccia.
1541, gli eredi del Widmair vendono il maso ad Andrä Pergmaschg di Ora per 610 fiorini. Il maso venne poi dato in locazione. Gli affittuari corrispondevano metà del vino rosso e bianco, e metà del fieno di primo e secondo taglio.
1543, il Pergmaschg vende il maso a Vinzenz Gadolt.
1572, il maso è spartito in due porzioni e, cinque anni più tardi, in tre. La porzione maggiore la possedeva Hans Gadolt «intendente forestale, giudice minerario e doganiere a Primiero,
1589, Hans Gadolt muore e i tutori vendono il maso ad Anthoni Lanzinger im Dorf (Vi11a) sopra
Bolzano per 1250 fiorini. Costui lo rivendette nello stesso anno ad Augustin Pergamaschg, oste alla locanda zum Mohren in piazza delle Erbe. (Nel medesimo giorno il suddetto Pergamaschg acquistò pure la residenza Klebenstein presso Bolzano.)
L'Aspmair era uno dei più grossi masi di Laives con le sue 50 opere di terreni (circa 14 ettari). Nella stalla si tenevano tre e più paia di buoi, tre cavalli e molto altro bestiame ancora..
1629, Thomas Dornacher acquista il maso da Franz von Curfelden.
1754, il maso appartiene al convento dei Domenicani di Bolzano.
1777, Johann Schlechtleitner possiede un'abitazione con fienile, fuoruscita da maso Aspmayr.
1805, Leonhard Marcabruni acquista il maso da Josef Wagmeister.
1807, la sostanza di Leonhard Marcabruni viene messa all'incanto a Trento; se 1'aggiudica Dominicus Gasparini.
1818, quest'ultimo la vende a Michele Piva di Masera, giudicatura di Calliano.
1819, Fondo Ospedale di Bolzano (Vfb B Libri Arch. B. 1819, fol. 1733).
1828, Ospedale di Bolzano. Sulla p. f. 414 sorse nel 1891 la casa p. e. 248 di Anton Stuppner.
1912. Karl Groselli
Sulle proprietà dell'Ospedale nel 1905 venne costruita la casa p. e. 262 di Clemens Demanio. Nel 1886 venne eretta la p. e. 210 di johann Weißensteiner.
Attualmente, Johann Clementi.

Maso Thaler o Pregl
p. e. 64, 65
La signoria fondiaria spettava ai Liechtenstein.
1533. Hans Leipolt detto Schwab, al maso Pregl dal 1518 (Vfb B Libri Arch. Bolzano 2533, fol. 15). Lo Schwab risiedeva al maso Oberhütter a Gries. Le condizioni di affitto erano 1e medesime che vigevano per il confinante maso Perktold di Hans Schwab.
1559. Hans Schwab vende al suo affittuario Symon Prenner e alla moglie di questi, sorella dello stesso Schwab.
1570. Blasi Prannstetter di Trento.
1579. Hans Taller. Egli morì molto indebitato nel 1583. Tramite la sorella Anna Talerin il maso pervenne a Hanns Prennseisen.
1591. 1a vedova Anna Talerin vende il Pregl a Georg Wîlhalben von und zu Arzt, capitano per la Val di Fremine. Nella descrizione dei beni viene, in quest'occasione. menzionato «il frumento turco qui seminato» cioè il mais.
1626. Michael Mair, colono a maso Thaler.
1643, Leonhart Tröffer “di maso Taller e manente in der Au”.
1660, Georg Hilleprant vende a Ferdinand von Giovanelli.
1702, i fratelli von Giovanelli vendono al convento di Steingaden.
1777, convento dei Domenicani di Bolzano.
1828. Fondo per la Religione a Bolzano.
1838. Anton Ritter von Malfer acquista il maso. Lo trasferisce al figlio Robert Ritter von Malfer che nel 1876 lo vende a Heinrich Mumelter.
1890, costui lo passa ai figli Anton e Josef.
1901. questi ultimi hanno in gran parte venduto il maso ai fratelli Johann e Valentin Rizzoli di Verla. A tutt'oggi famiglia Rizzoli.

Maso Mueller, detto un tempo Perktoldt
p. e. 63
A prescindere dal servizio di carraria. il maso era allodiale (luteigen).
1540, Hans Schwab di maso Oberhütter a Gries dà in locazione il Perktold ad Anthoni Fiderer che versa come affitto un terzo del vino e la metà di tutti i frutti “quali mele, pere, noci” e simili (Vfb B Libri Arch. B. 1540, fol. 435).
1541, anche maso Perktold viene gravemente danneggiato dall'inondazione dell'Isarco. Il maso non aveva sorgente alcuna né acqua, ma possedeva il diritto di usufruire del «pozzo a carrucola» di maso Thaler o Pregl. Alla stessa maniera poteva far uso del forno per il pane. eistente su quel medesimo maso.
1557. Hans Schwab vende il maso al cognato Simon Prenner della giurisdizione di Laimburg, che l'anno successivo lo rivende per la somma di 1200 fiorini a Thoman Pfanzelter. Quest ultimo lo alienò a sua volta, nel 1559, a Peter Tröpfl di maso Unger.
1572. Llrich Pacher del Weigler di Breitenberg/Monte Largo acquista il maso. L'acquirente era un grande attaccabrighe continuamente alle prese con i vicini e con i1 giudice. Egli morì intorno al 1580 e i suoi eredi. Agatha Pacherin e Michael Pichler vendettero il censo fondiario del maso fino allora allodiale; rendendosi quindi tributari. Da un contratto di acquisto del 1587 risulta che nelle adiacenze del Perktold esisteva una volta un podere con mulino (Müllerhof) sito «sul fosso che ivi passava>>. Tale podere tributava censo fondiario ai Liechtenstein.
1587, i suddetti eredi permutano il maso con un vigneto sotto il Virgolo, appartenente a Leonhart Trempp detto Seeber.
Il maso era molto grande - circa 15 ettari - e confinava a nord con il vicolo comunale della posta (Poststeg), detto gemain Troien (via comune).
1596, Melchior Khaltenhauser a maso Perktold.
1626. Christof Mavr “amministratore dei beni dell'Abbazia dei ss. Ulrico e Afra di Augsburg, detentore di maso Perktolt in der Au, resta debitore di 1000 fiorini per i lavori di arginamento dell'Adige operati nell'anno 1624”.
1629, Simon Locher ex contadino di maso Perktolt.
1777, Thomas Pichler.
1828. Hieronymus Rossi.
1873, comproprietari in parti uguali sono Paul e Rüdiger baroni von Biegeleben (Vfb B Libri Arch. B. 1873, fol. 3014).
1977, Josef Lunger.
1980. Alois Lunger.

Maso Auele
p. e. 61
1891, Andreas Comperini (Vfb B Libri Arch. B. 1891, fo1. 1860). La denominazione del maso (Auele = paludella) fa riferimento a1 fatto che i1 podere è sorto in quella porzione di palude - ritagliata dalla area acquitrinosa comunale - di cui un tempo erano comproprietari i masi Hirschen, Kölbl, Thaler e Mangen. A tutt'oggi famiglia Comperini.

Maso Leibele detto anche Mangenhof
p. e. 66
Ne possedevano la signoria fondiaria i Liechtenstein.
1532, Adam Mang in der Au (Vfb B Libri Arch. B. 1532. fo1. 409).
1537, il maso è stato acquistato dalla vedova di Adam Mang, Klara. Dal contratto si rileva che una Volta il podere era denominato Khuenhof . Adam Mang si era lasciato coinvolgere nella rivolta del 1525 contro i Liechtenstein (Vfb B Libri Arch. B. 1527, fol. 177). Evidentemente la sollevazione contadina aveva colpito anche codesta famiglia feudale.
A quell'epoca il maso possedeva un considerevole numero di bestiame. Come sopra detto, il Mangen deteneva. assieme ad Aspmair e Pregl, una porzione di palude in comproprietà; aveva acquistato inoltre “una casetta nel querceto sopra Laives”.
1552, Hans Hueben. 1557, Caspar e Hans Mangen, figli di Adam.
1562. Caspar Man; vende il maso per 1250 fiorini a Caspar Knilling, oste alla locanda zum goldenen Löwen a Bolzano.
1564, i tutori della figlia di costui vendono il maso a Georg Taubenfuß di Bronzolo. Questi morì nel 1567. Tramite la vedova il maso pervenne a Valtin Pfanzelter di Bronzolo, che intorno al 1575 lo vendette a Hans Oxenfueß di Laives.
Nel 1582 gli eredi di Caspar Knilling avanzarono pretese per un residuo di credito di 200 fiorini. Il messo giudiziario. il laivesotto Vinzenz Puechner. comunicò a1 proprietario del maso la data per il pignoramento dei beni: e solo allora l'Oxenfueß si lasciò indurre a saldare il debito.
1599. Hans Oxenfueß .
1638, Tobias Achtmarkt; prima di lui erano proprietari del maso Mangen gli eredi di Hans Oxenfueß.
1690. Simon Glaz. sposato con Christina Achtmarkt.
1719. Mathias Mayr.
1773, la grande zona paludosa presso il Thaler renne spartita fra i masi Hirschen, Kölbl, Thaler e Leibele assegnando a ciascun podere 20 opere di suolo.
1777, Maria Fulterin, vedova di Georg Egger.
1799. Anton Vincenzi compera da Georg Egger.
1828. Anton Macabe11i.
1892. Maria Raineria contessa di Campofranco nata Waideck.
1949, Eberhard conte Kuenburg.

Maso Weißhaus
p. e. 71, 72
Il maso venne fondato da Paul von Liechtenstein nel 1506. (Vedere a questo proposito il capitolo sulla signoria fondiaria.) La famiglia feudale era signora fondiaria della palude (Au) di Laives e percepiva per essa il censo di 2 sacchi di sale. Tale versamento doveva essere tributato da tutti coloro che usufruivano della palude stessa, cioè la vicìnia di Laives e San Giacomo come pure la città di Bolzano. Queste comunità rinunciarono in favore dei Liechtenstein a quel tanto di palude incolta da potervi ricavare 10 opere di prato e 12 staia di arativo più altre 4 opere per erigervi i fabbricati e il mulino. Per tale ragione, da allora in poi, il censo fondiario della palude fu ridotto ad un solo sacco di sale. Paul von Liechtenstein fece scavare fossi e aprire stagni da pesca.
1546, il figlio di Paul, Christoff, ottenne in omaggio ulteriori 10 opere di suolo con la motivazione che «sia lui che i suoi antenati erano sempre stati munifici benefattori della comunità avendo, fra l'altro, generosamente sovvenzionato l'erezione del nuovo camposanto». La comunità pretese comunque che fra questo terreno e gli altri possedimenti del maso restasse aperta una larga strada praticabile dal bestiame diretto all'abbeverata. (StadtA. B. cassa 286).
I Liechtenstein davano il maso a mezzadria dietro la corresponsione di metà del vino e del foraggio prodotti. Il colono che portava il vino a Bolzano doveva essere rifocillato con «vino e pane». Sono noti i nominativi di diversi coloni: 1595. Hans Thaler; 1611, Hans Dachauer; 1642. Job Perktolt: 1655, Antoni Pertold; 1680, Franzischg Schrenk: 1709. Simon Unterweger; 1730, Josef Höllrigl.
1758. i Liechtenstein vendono la Pfleg e il Weißhaus all'Abbazia dei ss. Ulrico e Afra di Augsburg. Con la secolarizzazione del convento, nel 1803, il maso cadde in possesso dello Stato e fu messo sotto amministrazione dell Ufficio Entrate (Rentamt). 1809. Johann von Reich acquista il Weißhaus dal Rentamt.
1833, da costui eredita la nipote Theres von Arzoni, sposata con Lorenz Kurzel di Trento.
1869. Siegmund Kurzel.
1878. Cäsar Kurzel.
1908, il suddetto vende, in porzioni da un quarto ciascuna, ad Alois Ebner, Alfred Gerber, Alois Pfeifer e Franz Pfeifer.
1912. Franz Defranceschi.
1913, il patrimonio Defranceschi viene messo all'incanto.
1914. Josef Targher.
Da allora in poi il maso venne smembrato.

Maso Renner in Sissa
p. e. 74, 75
Ne possedeva la signoria fondiaria il duomo di Bolzano.
1445. Jorg im obern Sissan (TLA II 5571). Menzioni più antiche al Sissa attribuite da Staffler sia a maso Renner che a maso Steinmann non sono inequivocabilmente ascrivibili a queste due entità agricole.
1528. muore Niclas Firchhamer in Sissa e si redige 1'inventarzo dei beni (Vfb B Libri Arch. B. 1528, fol. 79).
1533. il figlio Martin Kirchhamer acquista dai coeredi i masi Renner e Steinmann.
1557. spartizione dei beni del defunto Martin in Sissan fra gli eredi Zyprian, Quirinus e Magdalena. Il patrimonio è valutato 4399 fiorini. A Zyprian toccò in sorte lo Steinmann e il prato detto Zucksschwert sotto maso Seizen a San Giacomo. Quirinus ebbe maso Renner con lo Schmalberg. mentre Magdalena ottenne altre proprietà del defunto genitore. I tutori di Quirinus, che a quell'epoca contava appena sei anni, diedero in locazione maso Renner: l'affittuario doveva versare metà del vino con l'obbligo, tra il resto, “di innestare e coltivare ogni anno sei alberi da frutto”
1571, Qurin cede maso Renner al bolzanino Lorenz Wittenweiler ottenendo in cambio una casa con stalla a Bolzano. Al maso apparteneva un declivio vignato da 12 Manngraber (1 M = 550 mq circa) assieme al “costone di monte detto Schmal Perg sopra maso Steinmann, posto fra due valloni, e sul quale vantava la signoria fondiaria la chiesa di Nova Ponente”. Il relativo censo di due orne di mosto se lo dovevano ritirare gli stessi sovrastanti o massari novaponentini.
II maso, d'allora in poi, venne sempre dato in 1ocazione. 1603. Heinrich Salzburger, affittuario.
1602, ne sono proprietari gli eredi di Jacob Gillmann.
1652. Valtin Mayr.
1663, Georg Hafner.
1675, Rocco Jordan i. r. Leibsmedicus, acquista un appezzamento vignato con torchio, cantina e stalla “il tutto recintato da muro”.
1696, Gregory Gelboi, colono.
1732, contratto d'affitto fra Martin Kirchmayr, amministratore di Franz Alfons Xaver conte von Thun, e Christof Gelboi.
1777. Johann Vigil conte Thun.
1828. Josef conte Thun.
1890. Guido conte Thun-Hohenstein (Vfb B Libri Arch. B. 1890, fol. 3081).
1972, Widmann Franz.
1982, Piergiorgio Gazzini.

Maso Steinmann
p. e. 73
Ne vantavano la signoria fondiaria i Liechtenstein.
1445, Hainrich von Sissan (TLA II 5571).
1528. Niclas Kirchhamer in Sissa (vedere Renner); a lui succedette il figlio Martin.
1557, i masi Renner e Steimnann vengono scissi; quest' ultimo passa a Zvprian, figlio di Martin. Zyprian risiedeva al Renner e dava in locazione lo Steinmann. Il fittavolo Gregori Egen nel 1561 ricusò l'affitto dei due primi anni di colonìa “perché i fondi erano in cattive condizioni”
15664. Zvprian vende lo Steinmann a Veit Sagmeister, esattore all'Adige, per 1100 fiorini. I1 nuovo acquirente volle che l'affittuario mettesse a vigneto nuove aree. Per alcuni decenni fu manente al maso Jacob Rigato detto Orient. A quell'epoca il possedimento misurava 10 ettari e più, costituiti per i due terzi da prato. IL Sagmeister aveva evidentemente contratto debiti poiché nel 1569 il maso venne pignorato.
1570. il maso diventa proprietà di Lucas Römer. barone zu Maretsch. Egli fece probabilmente edificare a nuovo i fabbricati; a ciò sembra alludere la data 1595 incisa sulla trave di culmine del tetto. Si continuò a dare in affitto il podere a condizioni piuttosto onerose, cioè a scadenze triennali e dietro la corresponsione di metà del vino prodotto; con raggiunta inoltre di un canone d'affitto pecuniario. Inoltre sulla metà del vino spettante al fittavolo, vantava pure una sua porzione anche l'amministratore dei baroni.
1601. Hieronimus Rieller, colono allo Steimnann del barone Lucas Römer zu Maretsch. Seguirono in qualità di coloni: Hanns Mayr (1610) e Sebastian Schleher (1612).
Imorno al 1619 muore Hans Mavr, fittavolo della famiglia Hendl al Sissa. Egli resta debitore nei confronti di Ulrich Hendl barone zu Goldrain and Maretsch.
1650, Hans Jacob Clainhaus von Milrain und Labers.
1702, inventario dei beni alla morte di Christof Plunger che fu colono dei conti Thun allo Steinmann.
1703. Maximilian conte Thun.
1777. Johann Vigil conte Thun.
1828, Ferdinand conte Thun.
1870, il maso passa in eredità ai fratelli conti Toggenburg (Vfb B Libri Arch. B. 1871, fol. 5708).

Altre case
Nel 1903 Josef Joris di Nanno in Val di Non costruì 1a casa p.e. 68 nella palude Grabmayr, attraversata dalla linea ferrovaria.
Nel 1900 Ludwig Kräutner, fabbricante di birra a Blumau/ Prato Isarco, vendette a Modesto Portolan il prato Kräutwies con la casa annessa p. e. 173.
1906. Johann Loner di Lavis.


Fonte e per saperne di più: DAL PAESE ALLA CITTA' - LAIVES   Inizi - Sviluppo - Prospettive
Editore: Cassa Rurale di Laives -Leifers
Athesiadruck, Bolzano-Bozen 1998










domenica 13 maggio 2012

La scuola di St. Jakob/San Giacomo nella storia



La scuola di St. Jakob/San Giacomo

A San Giacomo 1a scuola fu aperta nel 1804 adattando la casa del sagrestano, di proprietà della chiesa come un terreno adiacente pure sfruttato dal sagrestano Johann Kessler che fu i1 primo maestro.
Nel 1816/17 frequentavano la «scuola triviale» di San Giacomo 29 scolari. Nel 1825 il curato si lamentava così: «Da quando a San Giacomo esiste la scuola, solo negli ultimi due anni l'ufficio di maestro è stato abbinato a quello di sagrestano con grave danno per la chiesa, perché il maestro dava in affitto il terreno, lasciandolo incolto.» Insegnante era Franz Covi, locatario del terreno Johann Gamper. «La canonica tiene solo (due mucche e quindi il letame non basta per concimare 1a vigna. Si dovrebbe comprare un altro prato. per poter tenere più bestiame; ora i terreni sarebbero a buon mercato.»
Predecessore di Franz Covi era stato Ignaz Haller. Nel 1827 insegnava a 26 scolari Paul Rö11 (nato nel 1801); per iniziativa del beneficiato Kugstatscher si restaurò la casa del sagrestano con l'aula scolastica. Nell'ispezione del 10 aprile 1832 si contarono 20 alunni e si notò: «La casa e l'aula scolastica vengono mantenute ottimamente dalla chiesa benestante; il maestro, che fa anche i1 sagrestano viene stipendiato dalla chiesa.«
Nel 1833 Pau1 Röll insegnava a 19 bambini; catechista per l'insegnamento della religione era Josef Thaler, sorvegliante Johann Kugstatscher. Dall'ispezione risultò che gli scolari erano in gran parte di lingua italiana, mentre le lezioni si tenevano in tedesco. Nel 1838 c'erano 26 alunni nell'ispezione del 1868 troviamo un'annotazione interessante: «A San Giacomo il maestro non deve fare l'organista, perché la chiesa è priva di organo». Il Comune di Laives lamentava: «A San Giacomo gli abitanti sono per lo più italiani, tanto poveri da rendere impossibile la scuola estiva; d'estate i ragazzi devono lavorare o mendicare.»
Nel 1872 si pensava di costruire a San Giacomo una scuola nuova, perché i locali della casa del sagrestano non bastavano più; in quell'anno frequentavano 1e lezioni 61 alunni; 43 di San Giacomo 16 di Oltrisarco e 2 del maso Staller. I rappresentanti di San Giacomo sostenevano che per i bambini di Oltrisarco la scuola era troppo lontana: si rendeva necessaria la costruzione di un edificio nuovo sulla strada statale. Ma il Comune non ne voleva sapere; anzi pretendeva «che anche i bambini di San Giacomo andassero a scuola a Laives, come fanno quelli del Breitenberg».
Tuttavia il Comune era disposto a prendere in affitto un locale della casa Chilodi nel centro di San Giacomo. Le trattative proseguirono e nel 1873 il Comune si dichiarò pronto a costruire una scuola a San Giacomo, se il Comune di Zwölfmalgreien (Dodiciville, che allora comprendeva anche Oltrisarco) avesse contribuito alla spesa. Intanto si era trovato il terreno adatto di 307 pertiche quadrate (circa 1100 metri quadrati), contiguo alla strada statale; il proprietario conte Emanuel von Thun. lo vendette nel 1879 al Comune di Laives.
L'ufficio del genio civile annotò nel 1874 al progetto: «L'aula scolastica deve poter contenere 80 scolari e quindi misurare 2 7 x 21 piedi». Il piano era dell'architetto Ludwig Scrinzi. il costruttore edile fu Vinzenz Segna «che si era fatto un buon nome con i lavori per il nuovo ospedale di Bolzano». I Comuni interessati di Laives e di Zwölfmalgreien insistevano per avere due classi; i costi si aggirarono sui 4790 fiorini.
I bambini di San Giacomo andarono a scuola in quell'edificio fino al 1967. quando si fabbricò la scuola attuale; la precedente fu ristrutturata, diventando la rimessa per i vigili del fuoco.

Progetto dell'architetto Ludwig Scrinzi per la nuova scuola elementare di San Giacomo (1873)

domenica 29 gennaio 2012

La mostra degli «artisti di guerra» alle scuole Dante

La visita dell’imperatore Carlo nel 1917 si ricollega oggi al recupero del monumento ai Kaiserjäger 

In questo periodo si sono levate voci per un recupero, nei limiti del possibile, del monumento ai Kaiserj¨ger che fu iniziato durante la prima guerra mondiale, ove oggi sorge il monumento alla Vittoria. Si tratterebbe di metterne in luce almeno le fondamenta, per associare questa memoria asburgica a quella retrostante, inneggiante a Savoia e fascismo, in un amalgama di memorie che depotenziasse i due opposti nazionalismi.
 Può giovare, in quest’ottica, ricordare oggi fatti di 95 anni fa. Nell’aprile del 1917 l’imperatore Carlo con la consorte Zita furono a Bolzano per un giorno. Francesco Giuseppe era scomparso l’anno precedente, la guerra infuriava, ma ottimisticamente si pensava che quello stesso anno sarebbe finita. E così al cimitero militare di San Giacomo si inaugurò una colonna recante in vetta un San Giorgio che uccide il drago, alla cui base gli anni della guerra furono precisati così: “1914-1917”. Accadde lo stesso per un monumento coperto da un tetto ottagonale su colonne al cui interno erano affrescate figure datate dal 1914 al 1917: gli anni d’inizio e dell’auspicato termine di quella che il pontefice definì “l’inutile strage”. Carlo e Zita dopo aver assistito ad una Messa in duomo visitarono la mostra dei “Kriegsmaler” nella Elisabethschule (oggi scuola Dante Alighieri).
 Vi erano esposte 373 opere disegnate, dipinte e modellate dagli “artisti di guerra”, richiamati alle armi ma non per combattere: loro funzione era quella di produrre opere che documentassero il conflitto in corso, con funzioni di propaganda. Per inciso, del comitato organizzatore della mostra faceva anche parte il tenente Hans Piffrader, da Chiusa, futuro artefice del contestato bassorilievo col duce a cavallo che si trova in piazza del Tribunale. Prima di ripartire il Kaiser ricevette separatamente i rappresentanti politici della città. Ai cristiano-sociali e conservatori raccomandò preghiere, perché il Sacro Cuore di Gesù ponesse fine benevolmente ad una guerra vittoriosa. Non espresse lo stesso pio concetto ai liberali, notoriamente anticlericali. Tra le opere esposte figurava anche il modellino del monumento ai Kaiserjäger, del quale un comitato aveva ottimisticamente promossa la costruzione. Il monumento, a base circolare in porfido, era sovrastato da un giro di colonne doriche che nella sua concezione ricordava curiosamente il monumento a Cesare Battisti realizzato in anni successivi sul Doss Trento. Lo avrebbero dovuto ornare le sculture realizzate da Franz Ehrenhöfer, artista proveniente dalla Stiria, ormai bolzanino. Tuttavia il monumento suscitò delle perplessità nel pudibondo “Tiroler” che il 31 maggio ospitò una lettera di commento così articolata: “L’architettura è nobilmente ispirata ed è funzionale allo scopo. Nell’insieme architettonico tuttavia si inseriscono alcune sculture per le quali l’aggettivo’degne’ non è appropriato. Si tratta di un gruppo di grandi dimensioni, le cui figure sono rivolte verso il Talvera. Dovrebbero esprimere l’irresistibile forza che da loro promana. Ma questo concetto non potrebbe essere espresso anche da figure vestite? Certamente. Ma la moda di questi tempi impone che ogni scultura debba apparire nuda. Come tutto, anche questo comportamento si adegua alla moda e nessun contemporaneo intende dissociarsi da questo andazzo”.
 I lavori per la realizzazione dell’opera iniziarono, e sconvolsero un bel parco prospiciente il Talvera, nel territorio comunale di Gries. Ma la guerra non andò nel senso auspicato e il monumento ai Kaiserj¨ger restò incompiuto. Venne invece il fascismo e si progettò in loco un monumento a Cesare Battisti (ma la vedova si oppose), poi ai caduti, infine alla vittoria. In attesa della posa della prima pietra (1926), che sarebbe avvenuta presente il Re, l’unico periodico locale italiano - “Il Piccolo Posto” - riportò le parole del ministro Pietro Fedele che a Bolzano presiedeva il congresso degli insegnanti della Venezia Tridentina: “Oggi per voi giornata di festa. Fra non molto qui in Bolzano italiana noi porremo solennemente la prima pietra del monumento che, per volontà del Duce, sorgerà qui alle porte di Bolzano, che celebrerà la vittoria italiana, che è vittoria del diritto indiscutibile dell’Italia. Questo monumento non sorgerà come un altro monumento per vana e stolta speculazione politica, non sorgerà come monumento di violenza che offenda altre civiltà che noi rispettiamo. Ma sorgerà come l’espressione più pura, l’espressione più genuina dell’anima italiana grata a tutti i martiri, a tutti gli eroi, i quali conquistarono all’Italia i confini che Dio le ha dati”.
 Le statue nude di Franz Ehrenhöfer non videro così mai la luce, ma l’artista ebbe modo ugualmente di esporre la sua arte. Fu cooptato nella decorazione della nuova stazione di Bolzano, dovuta all’architetto Mazzoni (1929), e gli furono commissionate statue che ne ornassero la facciata. Ehrenhöfer scolpì allora due grandi nudi che simboleggiavano la trazione elettrica e la trazione a vapore. Nessuno si scandalizzò e le due statue assolvono tuttora egregiamente al loro scopo.
Alto Adige 29-1-12

giovedì 8 dicembre 2011

"San Giacomo ieri" mostra fotografica

 "San Giacomo ieri" mostra fotografica


 



PREMESSA
L'interesse suscitato dalla mostra fotografica «S. Giacomo ieri» e le sollecitazioni dei visitatori ci hanno spinto a valutare l'opportunità di pubblicare una selezione delle oltre 300 foto esposte.
La scelta non è stata facile poiché esistono diversi metodi di approccio al problema.
La collaborazione della popolazione, alla quale va il nostro ringraziamento ed il paziente lavoro di analisi, hanno portato al risultato che proponiamo di seguito.
Non abbiamo mai avuto la presunzione di voler raccontare la storia di S. Giacomo ma solamente raccogliere delle immagini che ricordino gli eventi importanti che la gente del luogo ha vissuto.
Sfogliando queste pagine ci auguriamo che molti rivivano momenti dei quali restano sempre meno tracce e che nei giovani solleciti lo stimolo della ricerca, indispensabile per conoscere il lungo cammino di una comunità.
Centro Culturale S. Giacomo A. 82
II Direttivo

VORWORT
Der große Zuspruch, den die Photoausstellung ,St. Jakob im Rückblick" erfahren hat, und das Drängen vieler Besucher der Ausstellung haben uns veranlaβt, uns Gedanken über die Veröffentlichung einer Auswahl aus den über 300 ausgestellten Bildern zu machen.
Die Auswahl ist uns nicht leicht gefallen, und es gibt auch mehrere Methoden, sich mit einem derartigen Problem zu befassen.
Ein besonderer Dank gebührt der Bevölkerung von St. Jakob, mit deren großzüziger Mithilfe es uns in geduldiger Kleinarbeit möglich war, die vorliegende Arbeit zu schaffen.
Wir hatten nie die Absicht, die Geschichte von St. Jakob zu schreiben, unser Ziel war es vielmehr, in Bildern jene Ereignisse zu erzählen, die für die ansässige Bevölkerung von Bedeutung waren.
Wir wünschen, dai beim Durchblättern dieses Bändchens vielen Menschen Erinnerungen wach werden, von denen immer weniger Spuren sichtbar sind; für die Jugend wünschen wir uns, daβ sie angeregt werde, die Geschichte zu ergründen, auf der die Gemeinschaft, in der sie leben, aufbaut.
Kulturzentrum St. Jakob - Grutzen 82
Der Vorstand
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INTRODUZIONE
S. Giacomo nasce come punto di passaggio tra il nord ed il sud, analogamente ad altre località sudtirolesi, nate sui punti di transito. La strada percorre la parte alta della piana dell'Adige poiché la zona è essenzialmente paludosa e quindi non coltivata. Verso il 1200, dal sentimento religioso dei pochi abitanti ma anche allo scopo di creare un punto di riferimento per i viandanti, viene costruita, su di un colle, una chiesa dedicata a S.Giacomo e con questa si inizia a formare la comunità. Allo scopo di documentare con immagini un più recente periodo che va dal 1900 ad oggi, proponiamo, in questo album, una selezione delle fotografie, raccolte ed esposte nella mostra fotografica «S. Giacomo, ieri». Quale prima documentazione attorno alla situazione urbanistica del paese, abbiamo una cartolina inviata nel 1900 da un abitante locale e dei parenti, residenti ad Innsbruck.- Si notano sia la chiesa, divenuta in seguito centro del sacrario militare austro-ungarico, sia due masi siti al centro della piana.
EINLEITUNG
St. Jakob entsteht als Durchgangsort auf der Nord-Südverbindung, ähnlich anderen Ortschaften Südtirols, die an Durchgangsstraβen entstanden sind.
Die Straβe verlief am höher gelegenen Rande des Etschtales, da der Talboden sumpfig und nicht bewirtschaftet war. Um 1200 wurde entsprechend dem religiösen Bedürfnis der wenigen Bewohner, aber auch als Bezugspunkt für die Reisenden, auf einem Hügel ein Kirchlein gebaut, das dem hl. Jakob geweiht wurde. Um dieses herum entwickelte sich ,mit der Zeit die Ortschaft.
In diesem Bilderbuch legen wir zur Dokumentation der jüngsten Entwicklungsgeschichte etwa ab 1900 eine Auswahl aus den Bildern vor, die in der Photoausstellung ,St. Jakob im Rückblick" gesammelt und vorgestellt worden sind.
Als erstes Zeugnis der Entwicklung der Ortschaft liegt uns eine Postkarte vor, die im Jahre 1900 von einem Bewohner St. Jakobs an Verwandte in Innsbruck gesandt worden ist. Abgebildet sind das Kirchlein, um das in der Folge der österreichisch-ungarische Militärfriedhof entstand, sowie zwei Bauernhäuser im Talboden.



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Altre due immagini dello stesso periodo evidenziano le prime case di San Giacomo e la chiesa sulla collina rocciosa.
Auf zwei weiteren kargen Bildern aus der gleichen Zeit sind die ältesten Gebäude von St. Jakob und das Kirchlein auf dem Felshügel ersichtlich.

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In una pur limitata ricerca è necessario rilevare gli episodi che fanno parlare e discutere gli abitanti: l'incendio del campanile che avviene nel 1900 circa, ne dà certo motivo. Da notare la larga partecipazione popolare e l'attrezzatura usata dai pompieri per spegnere il fuoco.
Besondere Ereignisse sind Anlaß für Diskussionen und für die Anteilnahme der Bevölkerung. Der Brand im Kirchturm um 1900 erweckt die Anteilnahme und Neugier der Einwohner. Im Bild gut zu erkennen ist die Ausrüstung der Feuerwehr bei der Bekämpfung des Feuers.

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 La chiesa all'inizio del secolo. Si nota sul fondo l'altare maggiore di stile barocco, restaurato nel XVII secolo. Sul lato destro è visibile un secondo altare del XV secolo contenente un pregevole trittico di stile gotico.
Die Kirche um die Jahrhundertwende. Im Hintergrung der im 17. Jahrhunder restaurierte barocke Haupthaltar. Rechts ist ein zweiter Altar aus dem 15. Jahrhunder zu sehen, zu dem ein wertvoller gotischer Flügelschrein gehört.

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Il trittico, con le pale aperte, raffigura la Madonna al centro su di un piedistallo, affiancata da San Giacomo sulla sinistra e da Santa Barbara sulla destra. La pala sinistra presenta Santo Stefano e quella di destra San Acacio.
Die Flügelaltar mit geöffneten Flügeln. Dargestellt sind in der Mitte auf einem Sockel die Mutter Gottes, zu deren linker Seite die hl. Barbara, zu ihrer Rechten der hl. Jakob. Das linke Flügelrelief stellt den hl. Stephan dar, das rechte den hl. Achatius.

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La cura dei fedeli viene affidata all'inizio del secolo ad un giovane sacerdote: don Thaler. Un grande avvenimento è rappresentato dal suo arrivo.
Die Seelsorge wird zu Beginn des Jhrhunderts einem jungen Priester anvertraut; der Einstand von Pfarrer Thaler wird als großes Ereignis gefeiert.

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La tradizione popolare ricorda don Thaler come il “prete povero”. La sua missione termina, tra il rimpianto di tutti con la morte che avviene nel 1936.
In der Erinnerung Bevölkerung lebt Pfarrer Thaler als der “arme Pfarrer” Seine Sendung endet mit seinem Tod im Jahre 1936; um ihn trauert seine ganze Gemeinde.

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Altri importanti aspetti della vita sociale vengono offerti dall'immagine della maestra della scuola elementare all'inizio del secolo. Un libro aperto testimonia la sua attività.
Eine andere wertvolle Seite des Gesellschaftslebens: die Volksschullehrerin um die Jahrhundertwende. Das offene Buch in ihren Händen zeugt von ihrem Beruf.

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Attività completamente diversa, ma altrettanto importante è quella svolta da questo gruppo di lavoratori, in posa momentanea. Con L'aiuto di attrezzi assai rudimentali estraggono dalla cava il particolare porfido rosso, materiale largamente usato nella costruzione delle case e nella pavimentazione delle strade.
Diese Arbeiter, die sich hier der Kamera stellen, widmen sich einer ganz anderen Tätigkeit. Mit Hilfe von wenigen Werkzeugen gewinnen sie im Buch den roten Porphyrstein, der sowohl im Haus, als auch im Straßenbau ausgiebige Verwendung findet.

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Le necessità economiche determinate anche dall'aumento della popolazione residente, portano nel 1909, alla scelta di disboscare “la Selva”. Nascono così vaste estensioni di frutteti che danno notevole sviluppo all'agricoltura della zona.
Wirtschaftliche Erwägungen die auch auf der Zunahme der ansässigen Befölkerung fußen, führen zum Beschluß, den “Wald” zu roden. So entstehen ausgedehnte Obstwiesen, und die Landwirtschaft des Gebietes erlebt einen bedeutsamen Aufschwung.

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Nel 1910 viene fotografato l'edificio scolastico. La costruzione che risale al secolo scorso, ha ospitato tra i suoi banchi di legno, diverse generazioni di abitanti di San Giacomo.
Dieses Bild vom Schulhaus enstand im Jahre 1910. Der Bau stammt aus dem forigen Jahrhundert, und mehrere Generationen von Bürgern des Weilers St. Jakob drückten in ihm die hölzernen Schulbänke.

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La tradizione più radicata nei giovani è la festa dei coscritti. I ragazzi del 1889 festeggiano la raggiunta maggior età, ossia la chiamata di leva.
Für die männliche Jugend ist der “Leasltag” immer Anlaß zum Feiern. Die Burschen des Jahrganges 1889 feiern den Tag Ihrer Musterung.

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Le caratteristiche “Stube” sono uno dei luoghi preferiti per ritrovarsi tra amici e trascorrere in allegria alcuni momenti della giornata. (siamo nel 1910)

Am gemütlichsten ist das Zusammensein unter Bekannten und Freunden in der getäfelten Stube. Die Aufnahme stammt aus dem Jahre 1910.

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Molte sono le associazioni che operano a San Giacomo ed anche i lavoratori sentono la necessità di formare una lega all'interno della quale poter discutere i propri problemi. Un gruppo lo vediamo festeggiare una ricorrenza in una foto del 1911.

In St. Jacob gibt es viele Vereine, und auch die Arbeiter spüren das Bedürffnis, einen Bund zu gründen, in welchem sie ihre Probleme diskutieren können. Im Bild eine Arbeitergruppe anläßlich einer Feier im Jahre 1911.



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Militari di leva austrungarici festeggiano, come è tradizione, il raggiungimento di metà del periodo di ferma. Per questa ricorrenza la foto è di rito. Siamo nel Marzo 1913.

Die zum österraichischen Militärdienst Eingezogenen feiern der Tradition getreu das Erreichen der Halben Dienstzeit. 19. März 1913.


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E'  l'anno 1915: l'immagine proposta riproduce un gruppo di soldati sudtirolesi dell'esercito austriaco. E' passato il primo anno della Grande Guerra.

1915: eine Gruppe von Südtiroler Soldaten in österreichischer Uniform. Das erste Jahr des mörderiscen Weltkrieges ist um.


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Infaticabile e preziosa opera di assistenza viene presentata dalle crocerossine, (alcune delle quali sono di San Giacomo), presso l'ospedale austriaco di Bolzano.

Die Rotkreuzscwestern leisten unermüdlich ihren Dienst. Am österreichischen Militärspital in Bozen sind auch einige Schwestern aus St. Jakob im Einsatz.
 
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Siamo nel 1919 un posto importante va riservato al “Maso Hilber” che è una delle poche costruzioni della zona, risalenti al periodo medioevale. Da notare la composizione delle famiglie dei braccianti: mancano i giovani.

Im Jahre 1919 beginnt die Wirtschaft wieder anzulaufen. Der “Hilberhof”, eine der wenigen auf das Mittelalter zurückgehenden Baulichkeiten der Gegend, spielt dabei eine wichtige Rolle. Bei den Landarbeiterfamilien fällt das Fehlen der männlichen Jugend ins Auge.
 
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Terminata la grande guerra è desiderio della comunità erigere un monumento a ricordo di tutti i caduti.. Nel 1920 una grande pietra viene scelta dalla cava sovrastante il paese e con i mezzi a disposizione, ossia rudimentali rulli, viene trasportata fino al cimitero di San Giacomo.

Am Ende des Weltkrieges beschließt die Gemeinde, zum Andenken an alle Gefallenen ein Denkmal zu errichten. Im jahre 1920 wird dazu ein großer Felsbrocken aus dem Steinbruch oberhalb der Ortschaft ausersehen, un mit den zur Verfügung stehenden Mitteln (Holzrollen auf Holzschienen) wird der Block bis zum Friedhof von St. Jakob gebracht.

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La grande pietra viene posta verticalmente al centro del cimitero. I nomi dei caduti vengono impressi a perenne ricordo.

Der Gedenkstein wird in der Mitte des Friedhofs aufgereichtet. Die Namen der gefallenen werden zu ewigem Gedenken eingemeißelt.

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Un'immagine del 1920 ritrae la trattoria “WÜRSTL”

Das Gasthaus “WÜRSTL” in einem Photo aus dem Jahre 1920.

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I terreni bonificati e trasformati iniziano a dare abbondanti raccolti. Nasce la necessità di costruire i primi magazzini ove convogliare la frutta raccolta. 1921.

Die bonifizierten Gründe beginnenn reiche Frucht zu tragen. Es entstehen die ersten Lagerhäuser, an denen das geerntete Obst abgeliefert wird. 1921.

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Nei magazzini troviamo impegnate le donne, alle quali viene affidato il compito di selezionare la frutta che durante la stagione del raccolto giunge quotidianamente.

In den Lagerhäusern finden während der Erntezeit Frauen als Obstsortiererinnen Anstellung.

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In un'immagine del 1920 i pompieri durante un'esecuzione.

Hier im Bild die Feuerwehr während einer Löschübung im Jahre 1920.

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Lo sviluppo del volontariato è documentato dal gruppo fotografato in occasione del decimo anniversario della fondazione.

Die freiwillige Feuerwehr anlaßlich des zehnjährigen Gründungsjubiläums im Jahre 1924.

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Progredisce e si espande l'area adibita al raccolto ed anche le piante hanno bisogno di protezione. Gli operatori preposti a tale servizio vengono definiti “SBRIZZADORI”.

Mit der Intensivierung der Anbaumethoden im Obstbau ensteht ein neuer Beruf: die “SPRITZER”.

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La riproduzione propone “LA COSTA” (Gasthaus Seitner).

Hier im Bild das Gasthaus Seitner.

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La trattoria “AMERICA”.1930.

Die Gaststätte “AMERICA”.1930.

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Nel 1934 la trattoria “AMERICA” viene semidistrutta dalle fiamme.

Einige jahre später fällt der Bau teilweise einem Brand zum Opfer.

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Il mezzo più prestigioso, unico e affascinante che congiungeva Bolzano a Laives, è il tram. Il suo servizio resiste per quasi quarant'anni.

Der renommesierteste, einmalige und faszinierendeste Verkehrsmittel, das Bozen und Laifers verbindet, ist die Trambahn.
Sie tut fast vierzig Jahre lang ihren Dienst.

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Passano gli anni, ma la tradizione popolare, che vuole festeggiare i giovani abili al sevizio di leva, continua.

Die Jahre verstreichen, aber die “Leaslbaum”, die bei der Musterung für tauglich befunden wurden, feiern, wie es Brauch ist.

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Siamo nel 1933 in piena epoca fascista. E' motivo d'orgoglio per gli scolari posare composti ed attenti per il fotografo con la bandiera italiana riproducente lo stemma sabaudo.

Im Jahre 1933, mitten im Fascismus, stellen sich die Schulkinder pflichtgemäß zum Gruppenbild unter die italienische Fahne mit dem Wappen des Königshauses Savojen.

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Nel 1933 viene riprodotto un particolare del paese: uno dei primi magazzini, utilizzato per il deposito della frutta, ed un gruppetto di case adiacenti.

Dieses Bild aus dem Jahre 1933 zeigt ein besonderes Detail des Dorfes auf: eines der ersten Lagerhäuser für das Obst neben einer Gruppe von Häuser.

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Due ciclisti vestiti da festa esibiscono agli amici il modello del 1934.

Hier zwei Fahrer im Feiertagskleid mit dem Modell des Jahres 1934.

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Per il lavoro nei campi è indispensabile l'aiuto degli animali.

Bei der Feldarbeit ist der Einsatz der Zugtiere unverzichtbar

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E' una giornata festosa per i “peladori” che concludono così un anno di fatiche.

Für die Kleiber ist dies ein Feiertag, mit dem der Abschluß eines mühewollen Jahres gefeiert wird.

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Immagine del campo d'aviazione nel 1934. Ex piazza d'armi austriaca prima della 1a guerra mondiale, è usata dai primi aerei della loro nascente aviazione.

Der Flugplatz in Jahre 1934. Vor dem Weltkrieg war hier ein österreichisches Manövergelände, später benutzen ihn die ersten Flugzeuge der entstehenden Luftwaffe.

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L'inizio del 1936 è per la comunità di San Giacomo un periodo triste. Muore don Thaler il prete “povero”, amato da tutti.

Der Anfang des Jahres 1936 ist für St. Jakob eine Trauerzeit. Der von allen verehrte Pfarrer Thaler, der “arme Pfarrer”, stirb.

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Un altro particolare del funerale di don Thaler.

Ein weiterer Ausshnitt aus dem Begräbniszug für Pfarrer Thaler.

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Ancora un'immagine dell'epoca fascista (1937). Balilla.

Ein weiteres Bild aus der Faschistenzeit (1937). Balilla.

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Il progresso lentamente avanza ed i contadini benestanti posseggono già la macchina.

Der Fortschritt nimmt seinen Lauf, und wolhabende Bauern können sich schon ein auto leisten.

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Siamo in pieno centro abitato, in un soleggiato pomeriggio d'estate, unico segno di vita è dato da un tranquillo passaggio di una coppia di contadini diretti al campo.

Mitten in der Ortschaft stellt an einem sommerlichen Nachmittag ein bäuerliches Paar auf dem Weg zur Arbeit das einzige Lebzeichen dar.

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La comunità di San Giacomo non vive disolo lavoro ma da spazio anche allo svago.

Die Bevölkerung von St. Jakob lebt nich nur für die Arbeit.

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Siamo nel 1939 ed i ragazzi aderiscono all' Azione Cattolica.

1939. Der Jugendlichen schließen sich der Katholischen Aktion an.

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Foto storica che ritrae al completo il coro polifonico parrocchiale nel 1940.

Historisce Bild vom polyphonen Pfarrchor des Jahres 1940.

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La Filodrammatica che vediamo nel corso di una recita del 1941.

Der Verein der Theaterfreunde, hier während einer Aufführung im Jahre 1941.

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1941. Ancora una immagine del periodo fascista.

Ein weiteres Bild aus der Zeit des Faschismus (1941).

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Siamo nel corso dell'ultimo anno della seconda guerra mondiale.

Letzes Kriegsjahr des zweiten Weltkrieges.

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Nella foto alcuni ragazzi sono ripresi davanti ad un rifugio sito in San Giacomo, sul costone della montagna.

Im Bild einige Kinder am Eingang zu einem Luftschutzbunker am Berghang bei St. Jakob.

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Abbiamo voluto inserire questa foto del 1946 per evidenziare la presenza di un antico capitello.

Dieses Bild haben wir in der Sammlung aufgenommen, weil in ihm ein altes Bildstöckl abgebildet ist.

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1946. Questa foto è stata scattata in occasione di un incontro di calcio amichevole tra la squadra locale e la nazionale italiana di passaggio, diretta in Germania.

1946. Dieses Bild enstand anläßlich eines Freundschaftsspieles zwischen der Mannschaft von ST. Jakob und der auf der Durchreise nach Deutschland befindlichen italienischen Naionalmannschaft.

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Nel 1946 viene fondata una nuova associazione che prende il nome di “Lega di S. Giacomo”

Im Jahre 1946 entsteht ein neuer Verein: die “Lega di S. Giacomo”

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Un momento emotivo e religioso è vissuto quando, nel 1948 fra due ali di folla, passa la Madonna di Loreto, denominata Madonna Pellegrina e raffigurata da una statua portata a spalle dai fedeli.

Ein erhebendes religiöses Ereignis erleben die Einwohner von St. Jakob im Jahre 1948, als die Madonna von Loreto, auch die Wandernde Madonna genannt, zwischen einem Spalier von Menschen auf den Schultern durch den Ort getragen wird.

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Continua l'incremento della popolazione. Nel 1948 l'onorevole Tupini giunge sul posto per rendersi conto di persona delle effettive esigenze.

Der Bevölkerungszuwachs hält an. Im Jahre 1948 nimmt Minister Tupini persönlich an Ort und Stelle die Sachlage in Augenschein.

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Insostituibile resta l'aiuto degli infaticabili “Boi dell'Inama” che nell'immagine del 1948 li vediamo con il caratteristico “Broz”.

Dort ist die Hilfe der unermüdlichen “Ochsen des Inama” noch unentbehrlich. In diesem Bild aus Jahre 1948 ist der typische “Pratzen” zu sehen.

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L'artigiano è sicuramente una delle figure più apprezzate, perchè dotato di iniziativa, pazienza e notevole capacità. In questa foto del 1950 lo si nota mentre, senza l'aiuto di macchine industriali, costruisce una carriola.

Handwerk hat goldenen Boden: mit Fleiß, Ausdauer und gediegener Kenntis entsteht unter den Händen des Handwerkers ohne Maschineneinsatz eine Schubkarre. (1950)

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Siamo negli anni 50 e l'attività della comunità di San Giacomo continua ad essere prettamente agricola.

In der Fünfziger Jahren ernähren sich die Bewohner von St. Jakob noch fast ausschließlich aus der Landwirtschaft

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La posa del giovane conducente lo fa apparire il padrone assoluto della strada.

Der junge Lenker fühlt sich wohl als König der Landstraße.

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L'autorizzazione alla costruzione della nuova chiesa è stata concessa. Nel 1952 si dà il via ai lavori.

Die Genehmigung zum Bau der neue Kirche ist eingetroffen. Im Jahre 1952 werden die Arbeiten Angriff genommen.

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La chiesa parrocchiale è ora nel fondovalle vicina alle abitazioni dei fedeli.

Die Pfarrkirche befindet sich jetz im Tale nahe bei den Wohnungen der Gläubigen.

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I sentimenti di fratellanza che hanno sempre distinto gli alpini in ogni momento della storia, contribuiscono alla nascita della sezione ANA di San Giacomo.

Das Gefühl der Zusammengehörigkeit, das die Alpini bei allen geschichtlichen Ereignissen gekennzeichnet hat, ist Anstoß zur Gründung der sektion der ANA von St. Jakob.

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C'è posto in questa rassegna anche per il coro “Catinaccio”.

Auch der Chor “Catinaccio” (Rosengarten) hat hier seinen Platz.

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Uno spazio importante va riservato al maestro Bachmann, insegnante nella scuola elementare di lingua tedesca di San Giacomo.

Ein verdienstvoller Ehrenplatz gebührt dem Lehrer Bachmann, der sein Leben lang an der deutschsprachigen Volksschule von St. Jakob wirkte.

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Una voglia diversa di associarsi è data da questa immagine di giovani motociclisti del 1958.

Dieses Bild ist Zeugnis von einer anderen Art, sich zusammenzutun.

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Anche inati nel 1937 vogliono rinnovare la tradizione della festa dei coscritti.

Auch die Burschen des Jahrgangs 1937 lassen es sich nicht nehmen, den “Leasltag” gebührend zu feiern.

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Vediamo la Filodrammatica di San Giacomo, nel corso di una recita del 1958.

Hier im Bild die “Filodrammatica” von St. Jakob bei einer gelungenen Aufführung im Jahre 1958.

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San Giacomo ha anche una nuova scuola elementare, in corso di costruzione.

Die neue Volksschule von ihrer Fertigstellung.

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Non possiamo dimenticare la cella campanaria sul campanile della chiesetta che ospita tre campane.

Der Kirchturm des Kirchleins trägt in seinem Glockenstuhl drei Glocken.
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All'incrocio di via Francesco Baracca e Palù dell'Angelo troviamo un crocifisso, dono dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria alla comunità dell'Agruzzo.

An der Kreuzung der Flughafenstraße mit der Palù dell'Angelo-Straße steht ein Wegkreuz, das von Kaiserin Maria Theresia den Einwohnern von Grutzen geschenkt worden ist.


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Il venticinquesimo anno di fondazione dell'ANA di San Giacomo è un traguardo importante per tutti i suoi iscritti e simpatizzanti.

Die 25-Jahrfeier der Gründung der ANA von St. Jakob ist ein ehrwürdiger Augenblick für deren Mitglieder und freunde.


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Un doveroso omaggio va a don Quinz, parroco di San Giacomo da tanti anni. 1980.

Unser Dank geht an don Kuinz, der seit vielen Jahren St. Jakob als Seelsorgen betreut.1980.


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Desideriamo concludere questa raccolta riproponendo l'immagine della chiesetta vista dal lato est, con in primo piano tre giovani. Non importa l'anno di questa foto è una immagine che non ha tempo; la vecchia chiesa è da sempre lassù su quel colle a dominare la verde piana di San Giacomo. E' anche per questo motivo che è stata scelta come simbolo della mostra fotografica “San Giacomo ieri” dalla quale sono state scelte le foto di questo album.

Zum Abschluß dieses Bild des Kirchleins von Ostern her, im Vordergrund drei Jugendliche. Dieses Bild in seiner Zeitlosigkeit soll uns vor Augen führen, daß das Kirchlein, das seit jeher das Ortsbild beherrscht, zu uns gehört. Dies war auch einer der Gründe, weshalb es als Symbol für die Bilderausstellung gewählt wurde, aus der die Photos dieses Bändchens eine Auswahl darstellen.


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postato da: apritisangia alle ore 00:48