Entro la prossima estate sarà pronto il collegamento ciclabile
di Bruno Tonidandel
CORTINA Il 2012 per Cortina si chiude con la
definizione di due importanti argomenti che riguardano l’allacciamento
del paese alla pista ciclabile sull’argine dell’Adige e la conclusione
di un’annosa vicenda che vede coinvolti l’amministrazione comunale e i
proprietari di fondi che costeggiano la stradina verso la presa
dell’acquedotto in località Regenstein. Per raggiungere la ciclabile che
collega Verona ormai quasi al Brennero, costeggiando il fiume Adige, i
biker che partono dal centro di Cortina sono costretti a percorrere un
tratto di Strada del Vino particolarmente frequentato da automezzi e
quindi pericoloso. Dall’anno scorso la giunta del sindaco Manfred Mayr
si era impegnata a trovare una soluzione a vantaggio dei ciclisti ma
anche degli altri utenti della strada. E così è nato il progetto di
collegare il centro di Cortina fino sulla sponda dell’Adige con una
ciclabile di poco meno di 2 chilometri. Grazie all’interessamento della
Comunità comprensoriale Oltradige - Bassa Atesina e della direzione
dell’AutoBrennero, l’opera ha preso forma con uno stanziamento di 108
mila euro. Si presume che a metà del 2013 gli appassionati della bici
che soggiornano a Cortina potranno raggiungere la ciclabile sull’Adige
percorrendo in tutta sicurezza una stradina lontana dal traffico
veicolare. E’ in via di soluzione poi la vertenza fra l’amministrazione
comunale e la decina di proprietari di fondi che costeggiano la piccola
strada, di circa un chilometro, che si diparte dalla vecchia mulattiera
che conduce a Favogna, fino all’acquedotto di Cortina in località
Regenstein sul territorio comunale di Cortaccia a nord di Magré. Essendo
un percorso interpoderale, gli agricoltori frontalisti avevano da tempo
avanzato richieste di risarcimento al Comune di Cortina per il
passaggio soprattutto di mezzi pesanti. Ora è stata trovata un’intesa
che soddisfa le due parti: in futuro il Comune si dovrà, fra l’altro,
accollare le spese di sistemazione della stradina per eventuali danni
causati da mezzi pesanti diretti alla presa idrica.
Alto Adige 30-12-12
"Materiale ben raccolto e ordinato può valere quanto una storia scritta" L'attenzione più autentica siamo noi
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domenica 30 dicembre 2012
Assegnato l’incarico per la ciclabile lungo via Stazione
SALORNO
La giunta comunale di Salorno ha deliberato, nell’ultima seduta
dell’anno, di conferire allo Studio di ingegneria Stefano Tabarelli di
Egna l’incarico per l’elaborazione del progetto per la realizzazione
della pista ciclabile lungo via Stazione. Si tratta di un intervento che
viene fatto in concomitanza con il completamento dei lavori del nuovo
ponte sull’Adige e sull’A22. In questo contesto l’amministrazione
municipale ritiene opportuno dotare via Stazione di una pista
pedociclabile che consenta il transito sicuro di biciclette e pedoni. Il
costo dei lavori dovrebbe aggirarsi intorno ai 290 mila euro. La giunta
aveva invitato a presentare le offerte sei studi di ingegneria,
partendo dal presupposto che su una spesa prevista per la ciclabile di
290 mila euro appunto, la progettazione ne sarebbe costati una ventina.
Alla fine si è deciso di dare l’incarico all’ingegner Tabarelli, in
quanto la sua offerta è risultata essere la più conveniente. Il
professionista ha offerto uno sconto del 49%. Ciò significa che
comprensiva di Iva la parcella, che dovrà pagare il Comune, si aggirerà
intorno ai 13 mila euro.
Alto Adige 30-12-12
Alto Adige 30-12-12
giovedì 20 dicembre 2012
Variante alla statale, Bronzolo chiede i tempi alla Provincia
Un ordine del giorno verrà inviato alla giunta di Durnwalder Zito: «Con
i tunnel a Ora e Laives, saremo il collo di bottiglia»
di Bruno Canali
BRONZOLO Il Comune di Bronzolo spedirà alla giunta provinciale un ordine del giorno nel quale si chiede sostanzialmente di indicare volontà e soprattutto tempi certi, per quanto riguarda la costruzione dell'ultimo lotto di variante alla statale 12, quello che dovrà superare il paese in galleria sotto il “conoide” dove scorre anche il rio Aldino. Per Bronzolo quest'opera è di vitale importanza perchè solo con la variante in galleria, finalmente il paese potrà ritrovare quell'unità oggi spezzata proprio dall'asse della statale 12. Su questo ad ogni modo il sindaco Benedetto Zito manifesta fiducia: «L'ordine del giorno che invieremo alla giunta provinciale - spiega - serve per insistere su questa richiesta anche in vista del completamento dei lavori per la galleria di Laives e, a sud, di quella di Ora. Una volta pronte queste due tangenziali, Bronzolo evidentemente costituirà una sorta di “collo di bottiglia” per la statale 12. Ad ogni modo oggi come oggi non ho motivo di dubitare che la Provincia manterrà la promessa di realizzare anche il lotto di variante che ci riguarda. Da notizie che ho avuto anche recentemente, l'assessore provinciale competente per i lavori pubblici, Florian Mussner, non ha cambiato idea. Quello che però chiediamo è anche che ci indichino tempi certi, perchè non si può attendere altri anni. A proposito, so anche che da parte delle Ferrovie ci si sta attivando per quel che riguarda la costruzione della strada tra via Dogana e la periferia sud di Bronzolo. Questa strada servirà proprio per deviare il traffico durante i lavori di costruzione della variante sotto il nostro paese Bronzolo e passerà parallelamente alla ferrovia per un lungo tratto. Si tratta di una strada che non avrebbe senso se non in funzione dei lavori per la variante». Tornando al consiglio comunale di Bronzolo, l'altra sera nel corso della seduta è stato sancito il cambio in giunta per quanto riguarda le donne Svp: Margot Pizzini, fin qui assessore con competenze su scuola, cultura e associazioni tedesche, oltre ad arredo urbano e turismo, ha lasciato il posto a Bruna Corteletti, collega di partito. Si tratta di un cambio che era stato concordato all'interno del gruppo Svp e arriva a metà della legislatura. Altra deliberazione importante per Bronzolo è l'approvazione del bilancio preventivo 2013, un documento che pareggia sttorno ad una cifra di 6 milioni e 800mila euro, nel quale entreremo in seguito nei dettagli più significativi.
Alto Adige 20-12-12
di Bruno Canali
BRONZOLO Il Comune di Bronzolo spedirà alla giunta provinciale un ordine del giorno nel quale si chiede sostanzialmente di indicare volontà e soprattutto tempi certi, per quanto riguarda la costruzione dell'ultimo lotto di variante alla statale 12, quello che dovrà superare il paese in galleria sotto il “conoide” dove scorre anche il rio Aldino. Per Bronzolo quest'opera è di vitale importanza perchè solo con la variante in galleria, finalmente il paese potrà ritrovare quell'unità oggi spezzata proprio dall'asse della statale 12. Su questo ad ogni modo il sindaco Benedetto Zito manifesta fiducia: «L'ordine del giorno che invieremo alla giunta provinciale - spiega - serve per insistere su questa richiesta anche in vista del completamento dei lavori per la galleria di Laives e, a sud, di quella di Ora. Una volta pronte queste due tangenziali, Bronzolo evidentemente costituirà una sorta di “collo di bottiglia” per la statale 12. Ad ogni modo oggi come oggi non ho motivo di dubitare che la Provincia manterrà la promessa di realizzare anche il lotto di variante che ci riguarda. Da notizie che ho avuto anche recentemente, l'assessore provinciale competente per i lavori pubblici, Florian Mussner, non ha cambiato idea. Quello che però chiediamo è anche che ci indichino tempi certi, perchè non si può attendere altri anni. A proposito, so anche che da parte delle Ferrovie ci si sta attivando per quel che riguarda la costruzione della strada tra via Dogana e la periferia sud di Bronzolo. Questa strada servirà proprio per deviare il traffico durante i lavori di costruzione della variante sotto il nostro paese Bronzolo e passerà parallelamente alla ferrovia per un lungo tratto. Si tratta di una strada che non avrebbe senso se non in funzione dei lavori per la variante». Tornando al consiglio comunale di Bronzolo, l'altra sera nel corso della seduta è stato sancito il cambio in giunta per quanto riguarda le donne Svp: Margot Pizzini, fin qui assessore con competenze su scuola, cultura e associazioni tedesche, oltre ad arredo urbano e turismo, ha lasciato il posto a Bruna Corteletti, collega di partito. Si tratta di un cambio che era stato concordato all'interno del gruppo Svp e arriva a metà della legislatura. Altra deliberazione importante per Bronzolo è l'approvazione del bilancio preventivo 2013, un documento che pareggia sttorno ad una cifra di 6 milioni e 800mila euro, nel quale entreremo in seguito nei dettagli più significativi.
Alto Adige 20-12-12
mercoledì 19 dicembre 2012
Alberti, l’archeologo alla ricerca del cimitero perduto
Il professionista della Sovrintendenza cerca l’antica Laives Con un chiodo fisso: trovare la misteriosa necropoli
di Bruno Canali
LAIVES Ogni giorno un viaggio a ritroso nei secoli, per cercare di dipanare i tanti misteri che ancora avvolgono la storia passata di Laives. È questo il lavoro, ma soprattutto la passione, che accompagna durante la ricerca, ma in generale durante ogni istante della vita, Alberto Alberti, giovane archeologo locale che opera per conto della Sovrintendenza ai beni archeologici della Provincia, diretta da Katrin Marzoli. Durante questi anni, Alberti con il suo lavoro ha contribuito a mettere a fuoco una serie di caselle che, come in un puzzle, via via compongono un quadro della Laives più remota, un quadro dove ancora restano comunque tantissime incognite da chiarire. «Una per tutte - dice Alberti - è quella che ci lascia l’interrogativo su dove possa trovarsi la necropoli preistorica che di certo doveva esserci. Abbiamo scoperto diverse capanne retiche qua e là, datate alcuni millenni avanti Cristo, con tracce di coltivazioni; da qualche parte avranno sicuramente sepellito i loro defunti. Finora però non abbiamo trovato il luogo». E non è nemmeno detto che prima o poi lo si troverà, perché il più delle volte, questi rinvenimenti più antichi arrivano in maniera abbastanza fortuita, soprattutto in occasione di scavi per la costruzione di nuovi edifici, come è stato in zona "23" (via Galizia) dove adesso ci sono cooperative. «Tra quell'area e lo "Steiner" - spiega Alberti - sono venute alla luce alcune capanne retiche databili tra il 2495 e il 2192 avanti Cristo. Una di queste capanne, d'accordo con il Comune di Laives, è stata anche ricostruita in un angolo del verde pubblico in zona 23, rispettando le dimensioni originali». Certo, ci vuole anche un occhio allenato, perché non è facile, durante uno scavo, individuare i segni tipici di una presenza: qualche pietra più annerita delle altre, testimone di un antico incendio o la sovrapposizione particolare che segnala l'intervento umano, oppure ancora qualche manufatto corroso e cambiato dall’età. In questo Alberto Alberti è davvero un tecnico "navigato", ha l’occhio allenato e pronto e infatti sorveglia regolarmente gli scavi, soprattutto in zone considerate "sensibili" per quanto riguarda i reperti archeologici. Nella storia del suo lavoro, non mancano neppure gli episodi curiosi, come quello di ex voto e vecchi progetti della chiesa, recuperati in una discarica abusiva. «Fortuna ha voluto che non siano andati perduti quegli oggetti che si trovavano da chissà quanto tempo nella soffitta della canonica - dice Alberti - tra i quali anche i disegni originali dell'ampliamento della chiesa e alcuni ex voto popolari settecenteschi che un tempo dovevano essere appesi in chiesa. E' stato un recupero fortuito e rocambolesco, perché tutti gli oggetti furono semplicemente buttati nell'argine del rio Vallarsa anni orsono, quando venne fatta pulizia in canonica. Ricordo che grazie alla segnalazione di un passante intervenimmo subito, riuscendo a recuperarne e salvarne buona parte». Alberto Alberti ha anche collaborato alla predisposizione dell'elenco con gli insiemi da salvaguardare, un elenco che poi il consiglio comunale ha approvato, in maniera che non vadano perdute nemmeno le testimonianze più recenti che riguardano particolari aree ed edifici comunali.
Alto Adige 19-12-12
di Bruno Canali
LAIVES Ogni giorno un viaggio a ritroso nei secoli, per cercare di dipanare i tanti misteri che ancora avvolgono la storia passata di Laives. È questo il lavoro, ma soprattutto la passione, che accompagna durante la ricerca, ma in generale durante ogni istante della vita, Alberto Alberti, giovane archeologo locale che opera per conto della Sovrintendenza ai beni archeologici della Provincia, diretta da Katrin Marzoli. Durante questi anni, Alberti con il suo lavoro ha contribuito a mettere a fuoco una serie di caselle che, come in un puzzle, via via compongono un quadro della Laives più remota, un quadro dove ancora restano comunque tantissime incognite da chiarire. «Una per tutte - dice Alberti - è quella che ci lascia l’interrogativo su dove possa trovarsi la necropoli preistorica che di certo doveva esserci. Abbiamo scoperto diverse capanne retiche qua e là, datate alcuni millenni avanti Cristo, con tracce di coltivazioni; da qualche parte avranno sicuramente sepellito i loro defunti. Finora però non abbiamo trovato il luogo». E non è nemmeno detto che prima o poi lo si troverà, perché il più delle volte, questi rinvenimenti più antichi arrivano in maniera abbastanza fortuita, soprattutto in occasione di scavi per la costruzione di nuovi edifici, come è stato in zona "23" (via Galizia) dove adesso ci sono cooperative. «Tra quell'area e lo "Steiner" - spiega Alberti - sono venute alla luce alcune capanne retiche databili tra il 2495 e il 2192 avanti Cristo. Una di queste capanne, d'accordo con il Comune di Laives, è stata anche ricostruita in un angolo del verde pubblico in zona 23, rispettando le dimensioni originali». Certo, ci vuole anche un occhio allenato, perché non è facile, durante uno scavo, individuare i segni tipici di una presenza: qualche pietra più annerita delle altre, testimone di un antico incendio o la sovrapposizione particolare che segnala l'intervento umano, oppure ancora qualche manufatto corroso e cambiato dall’età. In questo Alberto Alberti è davvero un tecnico "navigato", ha l’occhio allenato e pronto e infatti sorveglia regolarmente gli scavi, soprattutto in zone considerate "sensibili" per quanto riguarda i reperti archeologici. Nella storia del suo lavoro, non mancano neppure gli episodi curiosi, come quello di ex voto e vecchi progetti della chiesa, recuperati in una discarica abusiva. «Fortuna ha voluto che non siano andati perduti quegli oggetti che si trovavano da chissà quanto tempo nella soffitta della canonica - dice Alberti - tra i quali anche i disegni originali dell'ampliamento della chiesa e alcuni ex voto popolari settecenteschi che un tempo dovevano essere appesi in chiesa. E' stato un recupero fortuito e rocambolesco, perché tutti gli oggetti furono semplicemente buttati nell'argine del rio Vallarsa anni orsono, quando venne fatta pulizia in canonica. Ricordo che grazie alla segnalazione di un passante intervenimmo subito, riuscendo a recuperarne e salvarne buona parte». Alberto Alberti ha anche collaborato alla predisposizione dell'elenco con gli insiemi da salvaguardare, un elenco che poi il consiglio comunale ha approvato, in maniera che non vadano perdute nemmeno le testimonianze più recenti che riguardano particolari aree ed edifici comunali.
Alto Adige 19-12-12
venerdì 14 dicembre 2012
Pool unico di vigili in servizio tra Laives Bronzolo e Vadena
In corso le trattative tra i tre Comuni: si parte nel 2014 Intanto nel 2013 a Laives l’organico passa da 11 a 12 unità
di Bruno Canali
LAIVES Tra Laives, Bronzolo e Vadena, si va verso un consorzio per gestire insieme il servizio di polizia municipale. I primi cittadini delle tre realtà limitrofe ne stanno parlando da tempo e non solo perché, per legge, entro il 2014, piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti, come sono Bronzolo e Vadena, dovranno avere almeno 2 servizi insieme ad altri. Come detto, uno di questi potrebbe proprio essere quello per garantire un servizio sul territorio di polizia municipale. Attualmente, Laives conta 11 vigili urbani in organico, mentre Bronzolo 2. Vadena non ha mai avuto un vigile urbano nel proprio organico comunale, ma da un paio d'anni ha stipulato una convenzione con Laives per avere, alcune ore alla settimana, la presenza sul proprio territorio della pattuglia di vigili urbani proveniente da Laives. Questo servizio, che sembrava dovesse concludersi a breve, è stato invece prorogato per un altro anno, anche perché, effettivamente, tanto vale arrivare fino al 2014 e nel frattempo mettere a punto la collaborazione fra tutti. «Noi - dice il sindaco di Bronzolo - abbiamo anche già scritto a Laives per indicare a grandi linee cosa ci servirebbe come tipologia di servizio della polizia municipale, vale a dire, una presenza costante su tutto il territorio». Gli fa eco il collega di Vadena, Alessandro Beati: «Effettivamente ci siamo già trovati con gli altri sindaci - dice - per imbastire al meglio un eventuale servizio comune di polizia municipale. Intanto, con Laives abbiamo concordato una proroga di quello che già garantiscono qui a Vadena per arrivare fino al 2014 e nel frattempo cercheremo di allestire una convenzione. Anch’io ho già predisposto a grandi linee una tabella dei servizi che ci servirebbero: da quello sulle strade (il nostro territorio comunale è molto vasto) al controllo delle residenze e delle attività edilizie». Mettere a fuoco la convenzione quindi, ma è evidente comunque che semmai si dovesse arrivare all'accordo, bisognerà anche pensare ad un potenziamento all'organico delle polizie municipali. Oggi come oggi, i vigili urbani tra Laives e Bronzolo (Vadena non ce l'ha) sono complessivamente 13. A Laives, con il bilancio di previsione 2013, la giunta sembra avere l'intenzione di prevedere un nuovo componente, che porterebbe a 12 l'organico di polizia municipale, una figura da distaccare alla parte amministrativa, per consentire così di potenziare la presenza sul territorio. Un esempio arriva da Brunico, dove la polizia municipale è stata potenziata parecchio e così può garantire il servizio anche in tutte le frazioni.
Alto Adige 14-12-12
di Bruno Canali
LAIVES Tra Laives, Bronzolo e Vadena, si va verso un consorzio per gestire insieme il servizio di polizia municipale. I primi cittadini delle tre realtà limitrofe ne stanno parlando da tempo e non solo perché, per legge, entro il 2014, piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti, come sono Bronzolo e Vadena, dovranno avere almeno 2 servizi insieme ad altri. Come detto, uno di questi potrebbe proprio essere quello per garantire un servizio sul territorio di polizia municipale. Attualmente, Laives conta 11 vigili urbani in organico, mentre Bronzolo 2. Vadena non ha mai avuto un vigile urbano nel proprio organico comunale, ma da un paio d'anni ha stipulato una convenzione con Laives per avere, alcune ore alla settimana, la presenza sul proprio territorio della pattuglia di vigili urbani proveniente da Laives. Questo servizio, che sembrava dovesse concludersi a breve, è stato invece prorogato per un altro anno, anche perché, effettivamente, tanto vale arrivare fino al 2014 e nel frattempo mettere a punto la collaborazione fra tutti. «Noi - dice il sindaco di Bronzolo - abbiamo anche già scritto a Laives per indicare a grandi linee cosa ci servirebbe come tipologia di servizio della polizia municipale, vale a dire, una presenza costante su tutto il territorio». Gli fa eco il collega di Vadena, Alessandro Beati: «Effettivamente ci siamo già trovati con gli altri sindaci - dice - per imbastire al meglio un eventuale servizio comune di polizia municipale. Intanto, con Laives abbiamo concordato una proroga di quello che già garantiscono qui a Vadena per arrivare fino al 2014 e nel frattempo cercheremo di allestire una convenzione. Anch’io ho già predisposto a grandi linee una tabella dei servizi che ci servirebbero: da quello sulle strade (il nostro territorio comunale è molto vasto) al controllo delle residenze e delle attività edilizie». Mettere a fuoco la convenzione quindi, ma è evidente comunque che semmai si dovesse arrivare all'accordo, bisognerà anche pensare ad un potenziamento all'organico delle polizie municipali. Oggi come oggi, i vigili urbani tra Laives e Bronzolo (Vadena non ce l'ha) sono complessivamente 13. A Laives, con il bilancio di previsione 2013, la giunta sembra avere l'intenzione di prevedere un nuovo componente, che porterebbe a 12 l'organico di polizia municipale, una figura da distaccare alla parte amministrativa, per consentire così di potenziare la presenza sul territorio. Un esempio arriva da Brunico, dove la polizia municipale è stata potenziata parecchio e così può garantire il servizio anche in tutte le frazioni.
Alto Adige 14-12-12
martedì 11 dicembre 2012
Cortina sulla Strada del Vino entra nell’élite dei comuni “risparmiosi”
Partecipa al percorso dell’Ecoistituto lungo la «via dell’efficienza
energetica» Nel triennio che si chiuderà nel 2014 lavorerà per ridurre i
consumi e le emissioni
di Bruno Tonidandel
CORTINA Il Comune di Cortina sulla Strada del Vino, che rappresenta per l’intera regione Trentino Alto Adige un fiore all’occhiello in fatto di ecologia e sfruttamento delle risorse energetiche naturali (ricordiamo a questo proposito, come esemplare, il Centro Curtinie), non poteva non partecipare al progetto denominato «Comuni A++ Comunità dell’Energia», varato dall’Ecoistituto Alto Adige. Questo ente infatti si è posto come obiettivo di accompagnare 12 Comuni altoatesini lungo la “via dell’efficienza energetica” durante il triennio dal 2012 al 2014. Alla presentazione del progetto, svoltasi di recente a Bolzano, erano naturalmente presenti anche il sindaco di Cortina, Manfred Mayr, con il suo vice, Andrea Cavaliere, i quali non hanno avuto nessun tentennamento nell’aderire all’iniziativa. Secondo l’Ecoistituto, la tutela dell’ambiente inizia proprio nei comuni, intesi come aggregazioni ma anche come enti e questo è un dato di fatto riconosciuto ormai da tempo anche dall’Unione Europea. Per questo motivo già più di tremila municipalità europee hanno aderito al “Patto dei sindaci” che ha come obiettivo il raggiungimento del cosiddetto “20-20-20”: emissioni ridotte del 20%, consumi energetici inferiori del 20% e una percentuale di produzione energetica derivante da fonti rinnovabili pari al 20%, il tutto entro il 2020. Qualora un comune non si fosse ancora attivato in materie di tematiche ambientali e di risparmio energetico (non è il caso di Cortina), potrebbe riscontrare delle difficoltà iniziali nel momento dell’approccio a questo nuovo tipo di percorso. Ecco allora intervenire l’Ecoistituto Alto Adige con il progetto «Comuni A++ Comunità dell’energia». Come? Accompagnare i comuni facenti parte dei territori coinvolti, e cioè Alto Adige, Bellunese, Friuli Venezia Giulia, e poi in Austria le regioni Carinzia e Tirolo, in un percorso volto a individuare i punti critici nella propria gestione energetica. Il tutto attraverso la consulenza di persone esperte in tematiche energetiche. Passo iniziale del progetto è la realizzazione di un audit in sei diversi settori e la compilazione di un catalogo che include tutte le possibili misure e iniziative per migliorare la situazione esistente. I settori analizzati sono quelli dello sviluppo e pianificazione degli edifici comunali, dei consumi elettrici e termici, della gestione di acqua e rifiuti, della mobilità così come della comunicazione e cooperazione. Allo stesso tempo Ecoistituto Alto Adige offrirà, tutto gratuitamente, un pacchetto completo di misure e strumenti per la comunicazione dei contenuti del progetto e per la sensibilizzazione e partecipazione della popolazione.
Alto Adige 11-12-12
di Bruno Tonidandel
CORTINA Il Comune di Cortina sulla Strada del Vino, che rappresenta per l’intera regione Trentino Alto Adige un fiore all’occhiello in fatto di ecologia e sfruttamento delle risorse energetiche naturali (ricordiamo a questo proposito, come esemplare, il Centro Curtinie), non poteva non partecipare al progetto denominato «Comuni A++ Comunità dell’Energia», varato dall’Ecoistituto Alto Adige. Questo ente infatti si è posto come obiettivo di accompagnare 12 Comuni altoatesini lungo la “via dell’efficienza energetica” durante il triennio dal 2012 al 2014. Alla presentazione del progetto, svoltasi di recente a Bolzano, erano naturalmente presenti anche il sindaco di Cortina, Manfred Mayr, con il suo vice, Andrea Cavaliere, i quali non hanno avuto nessun tentennamento nell’aderire all’iniziativa. Secondo l’Ecoistituto, la tutela dell’ambiente inizia proprio nei comuni, intesi come aggregazioni ma anche come enti e questo è un dato di fatto riconosciuto ormai da tempo anche dall’Unione Europea. Per questo motivo già più di tremila municipalità europee hanno aderito al “Patto dei sindaci” che ha come obiettivo il raggiungimento del cosiddetto “20-20-20”: emissioni ridotte del 20%, consumi energetici inferiori del 20% e una percentuale di produzione energetica derivante da fonti rinnovabili pari al 20%, il tutto entro il 2020. Qualora un comune non si fosse ancora attivato in materie di tematiche ambientali e di risparmio energetico (non è il caso di Cortina), potrebbe riscontrare delle difficoltà iniziali nel momento dell’approccio a questo nuovo tipo di percorso. Ecco allora intervenire l’Ecoistituto Alto Adige con il progetto «Comuni A++ Comunità dell’energia». Come? Accompagnare i comuni facenti parte dei territori coinvolti, e cioè Alto Adige, Bellunese, Friuli Venezia Giulia, e poi in Austria le regioni Carinzia e Tirolo, in un percorso volto a individuare i punti critici nella propria gestione energetica. Il tutto attraverso la consulenza di persone esperte in tematiche energetiche. Passo iniziale del progetto è la realizzazione di un audit in sei diversi settori e la compilazione di un catalogo che include tutte le possibili misure e iniziative per migliorare la situazione esistente. I settori analizzati sono quelli dello sviluppo e pianificazione degli edifici comunali, dei consumi elettrici e termici, della gestione di acqua e rifiuti, della mobilità così come della comunicazione e cooperazione. Allo stesso tempo Ecoistituto Alto Adige offrirà, tutto gratuitamente, un pacchetto completo di misure e strumenti per la comunicazione dei contenuti del progetto e per la sensibilizzazione e partecipazione della popolazione.
Alto Adige 11-12-12
domenica 9 dicembre 2012
Arriva in Alto Adige il bastone a sensori che fa strada ai ciechi
Il Lions di Egna ha introdotto tre strumenti elettronici: le vibrazioni segnalano la presenza di ostacoli sul cammino
EGNA Funziona ad infrarossi e tramite delle vibrazioni segnala la presenza degli ostacoli sul cammino. Si chiama Bel ed è una nuova forma di navigazione per non vedenti. Grazie al nuovo dispositivo, tre persone non vedenti potranno spostarsi per strada con maggiore sicurezza. Sono Veronika, Rosanna e Ilaria le prime in Alto Adige che usano il nuovo bastone elettronico per ciechi. «É una sensazione nuova, prima con il bastone tradizionale eri costretta a toccare l'ostacolo per poi evitarlo, mentre con il nuovo sistema diverse vibrazioni ci indicano le varie distanze» spiega una ragazza. Per poter utilizzare al meglio l'apparecchio sono stati tenuti due periodi di formazione, in modo da fornire la necessaria confidenza con il nuovo apparecchio. I corsi si sono svolti al Blindenzentrum di Bolzano, due ore di lezione individuale al giorno per un totale di cinque giornate assistite da Simona Roca, specializzata in orientamento e mobilità personale. L'attrezzo viene utilizzato da persone che hanno già capacità di muoversi col bastone tradizionale: si inserisce sulla sommità del bastone, va a pile ricaricabili e invia segnali con tre tipi di vibrazione, quella standard, quella che avverte la presenza di ostacoli vicini e quella che individua gli ostacoli sospesi come ad esempio un ramo. Il progetto è promosso dal Lions Club Egna Bassa Atesina ed è coofinanziato anche da due Lions Club bolzanini. Con i fondi si acquistano i bastoni da dare in uso gratuito e si finanziano le due settimane di formazione. Il bastone elettronico è in costante via di miglioramento, si cerca di arrivare ad un prototipo in grado di unire raggi infrarossi e ultrasuoni sfruttando le nuove tecnologie, garantendo una lettura anche verso il basso di buche o scalini, dando così più sicurezza ai non vedenti. Mano a mano che le allieve prendevano confidenza con il nuovo strumento, si sentivano anche più sicure ad affrontare attraversamenti più difficili e complessi. Il progetto del Lions consente alle persone non vedenti di avere più autonomia nella gestione dei loro spostamenti quotidiani.
Alto Adige 9-12-12
EGNA Funziona ad infrarossi e tramite delle vibrazioni segnala la presenza degli ostacoli sul cammino. Si chiama Bel ed è una nuova forma di navigazione per non vedenti. Grazie al nuovo dispositivo, tre persone non vedenti potranno spostarsi per strada con maggiore sicurezza. Sono Veronika, Rosanna e Ilaria le prime in Alto Adige che usano il nuovo bastone elettronico per ciechi. «É una sensazione nuova, prima con il bastone tradizionale eri costretta a toccare l'ostacolo per poi evitarlo, mentre con il nuovo sistema diverse vibrazioni ci indicano le varie distanze» spiega una ragazza. Per poter utilizzare al meglio l'apparecchio sono stati tenuti due periodi di formazione, in modo da fornire la necessaria confidenza con il nuovo apparecchio. I corsi si sono svolti al Blindenzentrum di Bolzano, due ore di lezione individuale al giorno per un totale di cinque giornate assistite da Simona Roca, specializzata in orientamento e mobilità personale. L'attrezzo viene utilizzato da persone che hanno già capacità di muoversi col bastone tradizionale: si inserisce sulla sommità del bastone, va a pile ricaricabili e invia segnali con tre tipi di vibrazione, quella standard, quella che avverte la presenza di ostacoli vicini e quella che individua gli ostacoli sospesi come ad esempio un ramo. Il progetto è promosso dal Lions Club Egna Bassa Atesina ed è coofinanziato anche da due Lions Club bolzanini. Con i fondi si acquistano i bastoni da dare in uso gratuito e si finanziano le due settimane di formazione. Il bastone elettronico è in costante via di miglioramento, si cerca di arrivare ad un prototipo in grado di unire raggi infrarossi e ultrasuoni sfruttando le nuove tecnologie, garantendo una lettura anche verso il basso di buche o scalini, dando così più sicurezza ai non vedenti. Mano a mano che le allieve prendevano confidenza con il nuovo strumento, si sentivano anche più sicure ad affrontare attraversamenti più difficili e complessi. Il progetto del Lions consente alle persone non vedenti di avere più autonomia nella gestione dei loro spostamenti quotidiani.
Alto Adige 9-12-12
sabato 3 novembre 2012
Sabato 3 novembre in collaborazione con Riff records
JOWJO - Out of the window into the house - presentazione cd
JOWJO è un nickname. Dietro il suono di questo moniker c’è Sergio Carlini, già chitarrista e compositore nei Three Second Kiss. Jowjo ha a che fare con dita e corde. Corde di chitarra e di strumenti ad arco. Dopo aver caratterizzato il suono dei TSK, una delle band più rappresentative del punk-rock Italiano a cavallo tra i ’90 e gli anni 2000 (tutt’ora in azione), dopo aver lavorato con Wide, Southern records, Slowdime records (distribuzione Dischord rec.) ed oggi con la francese Africantape, dopo essere stato più volte in tour in Europa e Stati Uniti, dopo aver registrato due dischi con Steve Albini ed aver partecipato - prima band italiana - al festival inglese ATP nel 2002 - oggi Sergio Carlini ha deciso di dare forma con questo lavoro alla sua metà elettroacustica. Ha composto i brani e suonato le chitarre, ha chiamato agli archi e si è avvalso del prezioso contributo negli arrangiamenti di Giovanni Fiderio (già violinista nelle band Tapso II e Mashrooms), ha avuto ospiti Stefano Pilia alla chitarra elettrica ed archetto (Massimo Volume - 3/4 Had Been Eliminated), Paolo Iocca (Franklin Delano e Blake e/e/e) agli effetti ed al banjo e Julien Fernandez (Chevreuil e Passe Montagne) alla batteria. Così è nato Jowjo / Out of the window into the house: 10 tracce - masterizzate a Chicago da Bob Weston (Shellac) - di minimalismo espressionistico per sei corde, folk cameristico sporco e non trattato, primitive guitars e immaginarie soundtracks elettroacustiche. Tra Penguin Cafè Orchestra ed i primi Gastr del Sol. Marce funeree per chitarra ed archi o tenui song senza tempo. Non filologico, mai uguale a se stesso.
JOWJO live (guitar and violin) @ Circolo AurOra (Via Stazione 45 - Ora)
Open doors: 21.00
Ticket: 5 Euro
info: support@riffrecords.it
sabato 20 ottobre 2012
Altolà alle slot: i Consumatori stanno con il sindaco
L’associazione applaude al primo cittadino di Magrè che difende il comune dalle invasioni delle videolottery
MAGRE’ Il Centro tutela consumatori si schiera senza dubbio al fianco del sindaco di Magrè, Theresia Degasperi, che è intenzionata a tenere fuori dal suo comune il più a lungo possibile le videolottery. Per il momento non ce ne sono, e per evitare brutte sorprese il consiglio ha varato un regolamento per imporre distanze severe dai luoghi sensibili della comunità. Ma la battaglia non è facile. «Finalmente un sindaco coraggioso - dice Maurizio Albrigo, sindacalista della Cisl e rappresentante del Centro tutela consumatori - ma devo ricordare che la tematica richiede impegno e decisione, con la consapevolezza dei rischi che ne possono conseguire. Basti notare quello che è accaduto nel comune di Appiano. Il sindaco ha cercato con tutte le sue forze di ostacolare l’apertura della sala gioco, mettendo in campo tutta una serie di iniziative pubbliche supportate dal Ctcu, ma per un cavillo normativo la sala gioco è stata aperta. E’ bastato cambiare la richiesta di autorizzazione da “sala gioco” in “sala dedicata” e l’ostacolo della legge provinciale sulle diatanze minime viene aggirato. Anche a Bronzolo abbiamo messo in campo informazioni e raccolta firme. Per ora la sala non è stata aperta, ma la guardia non dove mai essere abbassata. I numeri sono impressionanti del denaro che viene bruciato nelle sale gioco. Nella nostra provincia si è raggiunta la somma di oltre 1580 euro a persona, il che significa oltre 2 milioni di euro al giorno, 60 milioni al mese, oltre 900 milioni all’anno di denaro che viene tolto all’economia reale a favore del gioco. Da non scordare il costo sociale che verrà scaricato sulla collettività per curare questi giocatori. Serviranno milioni di euro di denaro pubblico, quindi lo Stato che incassa oggi, domani dovrà mettere in circolo gli stessi euro per le cure delle persone malate. Per questo siamo pienamente al fianco del sindaco di Magrè per contribuire ad impedire l’apertura di un’ennesima sala gioco».
Alto Adige 20-10-12
giovedì 18 ottobre 2012
Binari silenziosi finita la posa via alle misurazioni
BRONZOLO I lavori di posa dei nuovi sistemi è concluso. Ora parte formalmente la fase di sperimentazione e di raccolta dati sugli effetti reali dell’innovazione per combattere il rumore dei treni. In Bassa Atesina sono stati posati dei cosiddetti smorzatori di vibrazioni: si tratta di sistemi in gomma e acciaio che si montano a intervalli regolari su entrambi i lati delle rotaie. Il passaggio delle ruote metalliche del treno fa vibrare le rotaie provocando il classico sferragliamento, e gli smorzatori assorbono tali vibrazioni. «Riducendo le vibrazioni - diceGeorg Pichler dell’ufficio aria e rumore della Provincia - si abbatte anche la propagazione del suono che parte proprio dai binari». Tra Bronzolo e Ora verranno effettuate delle misurazioni del rumore lungo tre tratti: in due di essi verranno montati due diversi tipi di ammortizzatori, il terzo resterà invece privo di questo accorgimento. «Il sistema in Italia non è ancora omologato - aggiunge il direttore dell'Ufficio aria e rumore - quindi i test che effettueremo serviranno a capire quanto effettivamente funzioni questo accorgimento. Per poterlo utilizzare su più larga scala è necessaria la certificazione». In Val d'Isarco, lungo un tratto in curva nel comune di Lajon, vicino all'abitato di Chiusa, sono stati invece installati dei lubrificatori che rilasciano del grasso sul bordo della rotaia: le ruote, al loro passaggio, trasportano e spalmano il lubrificante lungo la rotaia, riducendo così sia l'attrito che il rumore. Se i test daranno esito positivo, questo sistema, già omologato in Italia e usato da Rfi per proteggere i binari dall'usura, potrebbe essere utilizzato in altri tratti particolarmente tortuosi della linea ferroviaria del Brennero.
Alto Adige 18-10-12
martedì 16 ottobre 2012
Treni: gomma e grasso contro i rumori
A Bronzolo iniziati i lavori di installazione degli smorzatori di vibrazioni. A Chiusa ci sarà un impianto di lubrificazione
di Antonella Mattioli
BRONZOLO Si è partiti da Bronzolo, la prossima settimana toccherà a Chiusa. I sistemi usati sono diversi, ma l’obiettivo è lo stesso: ridurre le vibrazioni e quindi il rumore prodotti dal passaggio dei treni. Ieri a controllare i lavori di installazione degli smorzatori di rumori c’era anche Georg Pichler, direttore dell’Ufficio aria e rumore della Provincia. Ingegnere, cosa sono esattamente gli smorzatori di rumori? «Concretamente sono dei pezzi di gomma lunghi 30-40 centimetri. Pesano intorno agli 8 chili ciascuno e vengono posti sotto la testa della rotaia. Il loro compito è quello di ridurre le vibrazioni e quindi il rumore». Come mai avete scelto il tratto di binari a sud di Bronzolo? «Innanzitutto perché Bronzolo convive da anni con il problema dei rumori e poi per una questione prettamente tecnica: cercavamo un tratto rettilineo e omogeneo dove poter sperimentare gli smorzatori fabbricati da due diverse aziende». Quando si saprà se il sistema è efficace? «Questi sistemi da noi sono nuovi, ma all’estero, in Olanda, Germania, Francia, Inghilterra, sono già stati adottati da tempo. Comunque come Ufficio aria e rumore della Provincia effettueremo le verifiche sui decibel prodotti prima e dopo l’intervento nell’arco di un mese. Poi toccherà ad Rfi fare ulteriori approfondimenti che vanno al di là del problema rumore». Complessivamente quindi quanto durerà la fase sperimentale? «Un anno». Però gli smorzatori di rumore non sono efficaci quanto le tradizionali barriere. «Le barriere sono brutte da vedere, però sicuramente più efficaci nel caso in cui le case si trovino a ridosso della ferrovia. A Chiusa, ad esempio, ci sono delle abitazioni, collocate nelle parte alta del paese, che pur essendo lontane dalle linea ferroviaria del Brennero , sono costrette a convivere con il problema rumore. In questo caso le barriere non servono a nulla, mentre sarebbero più efficaci gli ammortizzatori in gomma che stiamo sperimentando a Bronzolo». La differenza riguarda in particolare i costi. «Ottocentro metri di barriere progettati e installati, comprensivi di Iva, costerebbero 2 milioni e 300 mila euro. Per gli ammortizzatori in gomma sarebbero sufficienti 600 mila euro». A proposito di Chiusa anche lì avete in programma una sperimentazione. «Partiamo all’inizio della prossima settimana, ma in quel caso si tratta di un intervento definitivo». Concretamente? «In Val d’Isarco la linea ferroviaria fa una serie di curve. L’attrito dei treni sulle rotaie aumenta, si producono delle vibrazioni e delle ondulazioni che si traducono in rumore. Verrà quindi installato un impianto di lubrificazione: in pratica viene messo del grasso sui binari per aumentare la scorrevolezza dei convogli». Esattamente dove verrà messo l’impianto? «Nella curva all’entrata sud dell’abitato di Chiusa». Costo dell’intervento? «Trentamila euro che vengono finanziati dal Fondo europeo».
Alto Adige 11-10-12
sabato 6 ottobre 2012
Fs: smorzatori di rumori parte la sperimentazione
BRONZOLO Dalla prossima settimana, su un tratto di binari ferroviari lungo 200 metri, a sud del paese di Bronzolo, inizierà il montaggio di due nuovi e distinti sistemi per smorzare il rumore prodotto dai convogli in transito. Una volta installati, per un mese circa verranno effettuati i rilievi per capire quale dei due sistemi sia il più efficace per abbassare i decibel prodotti dai treni in corsa. La sperimentazione è stata presentata in municipio dal sindaco Benedetto Zito e dall'ingegner Georg Pichler, direttore della ripartizione aria e rumore della Provincia. «Si tratta di "smorzatori del rumore" che in Germania già sono utilizzati lungo tratti di ferrovie - ha spiegato Pichler - e adesso li sperimenteremo qui da noi per capire se funzionano come speriamo. Il progetto (costo previsto 80mila euro circa) è finanziato interamente da fondi europei e vede la collaborazione di Sta, Università di Berlino e Rfi. Si tratta di due sistemi che vengono applicati alle rotaie e ne smorzano le vibrazioni. La misurazione dei decibel verrà fatta ad una distanza di 7,5 metri dal binario. Sappiamo che un treno in corsa produce fino a 60-70 decibel di rumore vicino ai binari, rumore che cala progressivamente allontanandosi; vedremo l'efficacia di questi nuovi "smorzatori" che sperimenteremo su un tratto di linea ferroviaria a sud di Bronzolo, installandone un tipo su 100 metri e quindi l'altro su altri 100, così da avere risultati omogenei a confronto». Il sindaco Zito ha ricordato come inizialmente si prevedevano le tradizionali barriere antirumore per un fronte di 840 metri davanti a Bronzolo. Il costo di queste strutture sarebbe attorno ai 2 milioni e 350 mila euro, mentre 840 metri di "smorzatori" costerebbero 600mila euro. Dal punto di vista della spesa sarebbe sicuramente vantaggioso. Intanto quindi la sperimentazione e poi si vedrà come proseguire. Su tempi e finanziamenti eventuali, nessuno per adesso può dare indicazioni certe. (b.c)
Alto Adige 6-10-12
mercoledì 19 settembre 2012
Fare il papà? Si può imparare
Parte il corso che aiuta ad affrontare un ruolo difficile
BRONZOLO Anche i papà vanno a scuola per imparare a fare il lavoro più difficile del mondo. Per la verità non si tratta proprio di una scuola, ma di un momento di confronto con l’aiuto di un esperto. L’idea fatta propria dal Comitato di educazione permanente e gestita dalla dottoressa Laura Peron prenderà il via con un momento informativo lunedì prossimo ed è aperto anche a chi non risiede a Bronzolo. Si tratta di un percorso di quattro ore ed è stato battezzato con il nome di Club del papà. «Abbiamo notato - spiega l’assessore Margot Pizzini - come ormai molti papà si interessino dei temi che riguardano i loro figli, anche quelli che tradizionalmente sono sempre stati assolti dalle mamme. L’anno scorso aveva trattato un altro tema più generale della genitorialità, quest’anno puntiamo molto sui papà». A guidare il “corso” ci sarà Laura Peron. «Nella mia esperienza con i ragazzi ho notato che spesse volte le difficoltà nascono dalla mancanza di una figura paterna, quella che sa dare i confini e insegna il rispetto delle regole. Ecco perché ho pensato di rivolgere questa occasione a tutti i papà siano sposati o conviventi, ma anche separati o divorziati. Non si tratta di un corso o di una scuola, odio quelle esperienze dalla cattedra che non danno risposte. Ecco perché lo abbiamo chiamato club: è più che altro un’occasione di confronto». L’incontro informativo è fissato per lunedì prossimo alle 20.30 nella sala civica del Comune.
Alto Adige 19-8-12
Il metrobus dall’Oltradige Widmann difende la scelta
OLTRADIGE L’assessore provinciale Thomas Widmann non si sbilancia sul come e sul quando, ma assicura che il collegamento fra Oltradige e Bolzano avverrà tramite metrobus. La giunta provinciale ha dunque scartato ufficialmente l’ipotesi del tram, caldeggiata da parecchi per garantire un collegamento rapido con il capoluogo. L’assessore ha risposto alla domanda più gettonata della settimana attraverso un video su Youtube, peraltro senza dare precise indicazioni sulla tempistica. «I Comuni di Caldaro e Appiano hanno già deliberato a favore del metrobus - dice - mentre a Bolzano siamo un po’ in ritardo, anche se ne è stato discusso». La bocciatura dell’ipotesi tram deriva sostanzialmente da un problema di costi. E’ lo stesso Widmann a precisarlo: «Abbiamo verificato che al di sotto delle 35 mila utenze giornaliere il tram non è economico, e inoltre possiamo considerare i costi delle due formule: il metrobus costa sui 50 milioni, il tram dai 200 ai 300 milioni di euro. E in questo periodo la cifra fa la differenza». Un discorso diverso lo merita invece la città. Su questo aspetto Widmann è stato chiaro: la soluzione del metrobus riguarda solo il collegamento veloce fra l’Oltradige e Bolzano, mentre per quanto riguarda la viabilità interna al capoluogo sarà necessario studiare una soluzione diversa. Tenendo conto che sui trasporti pubblici pende la mannaia dei tagli per far fronte alla crisi dei conti pubblici.
Alto Adige 19-8-12
mercoledì 12 settembre 2012
Nella Gola del Bletterbach piante di 260 milioni di anni
I botanici del museo di scienze trovano fossili di gingko, alberi sottili con foglie a ventaglio Fino ad oggi si pensava che nel Permiano superiore potessero crescere solo conifere
ALDINO Un gran numero di piante fossili di gingko risalenti a 260 milioni di anni fa, quando si pensava esistessero sulla Terra quasi esclusivamente conifere, sono stati ritrovati nella Gola del Bletterbach nel corso di un progetto di ricerca pluriennale del Museo di scienze naturali dell’Alto Adige. «Per il periodo in questione, il Permiano superiore, vi sono al mondo pochissimi siti dove è stato possibile ritrovare una tale quantità di gingko», spiega la paleontologa del museo Evelyn Kustatscher. Fossili di almeno 15 diverse specie di piante, dagli equiseti alle felci a seme, alle cicadee e ai ginkgo, tutti risalenti a 260 milioni di anni fa (Permiano superiore), sono spuntati sotto gli occhi dei ricercatori, offrendo loro importanti testimonianze dell’epoca. Un risultato di assoluto rilievo, considerato che finora si riteneva che il mondo vegetale sulla Terra in quel periodo fosse composto quasi esclusivamente da conifere. Anche nel Bletterbach fino ad oggi erano state ritrovate solo conifere. «I primi esiti del lavoro scientifico hanno invece dimostrato che la flora dell'area della Gola del Bletterbach nel Permiano superiore era molto varia», spiega la paleontologa del museo Evelyn Kustatscher, sottolineando che "la forte presenza di piante della specie ginkgo è sorprendente, poiché per il periodo in questione solo in pochissimi siti al mondo sono state trovate testimonianze di questo tipo. Normalmente per il Permiano superiore sono assai rari». I ginkgo sono alberi sottili e alti (fino a 30 metri), con foglie a ventaglio. Hanno effettuato i ritrovamenti i due paleobotanici dilettanti Rainer Butzmann e Thilo Fischer di Monaco di Baviera, coinvolti, nell'ambito del progetto di ricerca, in un lavoro intensivo di raccolta di fossili che procede da sei anni. I risultati preliminari sono appena stati resi noti sulla pubblicazione specialistica Review of Palaeobotany and Palynology n. 182 (E. Kustatscher e altri, A new flora from the Upper Permian of Bletterbach) e verranno discussi a fine settembre a Berlino in occasione del 100° convegno della Società paleontologica. Il lavoro scientifico proseguirà e le sorprese potrebbero non essere finiti qui: gli scienziati ipotizzano che tra i reperti si trovino anche specie nuove per l'Alto Adige o addirittura mai descritte a livello mondiale. Il progetto di ricerca, avviato nel 2006, è condotto dal Museo di scienze naturali dell'Alto Adige in collaborazione con il Geoparc Bletterbach. Il direttore del museo Vito Zingerle precisa che «Il progetto, che porta notevoli contributi allo studio delle Dolomiti, patrimonio naturale dell'umanità, è finanziato dalla Ripartizione provinciale Diritto allo studio, università e ricerca».
Alto Adige 12-9-12
domenica 12 agosto 2012
«Col metrobus l’Oltradige ha perso la battaglia»
Hell : «Può e deve rappresentare solo una soluzione intermedia. Serve un collegamento su rotaia» Stocker: «I Comuni sbagliano ad accontentarsi». Burger: «Solo l’8% dei residenti usa i mezzi pubblici»
di Massimiliano Bona
APPIANO/CALDARO Irene Hell, capogruppo della Dorfliste di Caldaro, e Sigmar Stocker, consigliere provinciale dei Freiheitlichen (ed ex consigliere comunale di Terlano), ne sono convinti: Appiano e Caldaro si sono fatte un clamoroso autogol accontentandosi del metrobus proposto dalla Provincia e abbandonando così, di fatto, il progetto di un collegamento su rotaia. Questo dietrofront, dopo anni di battaglie, non è altro che un piacere alla Volkspartei in vista delle elezioni provinciali del 2013. »L'ho detto di recente al sindaco di Appiano Trettl- confida Stocker - che dal 2010 si batte per risolvere il problema del traffico in Oltradige. Purtroppo, di recente, il consiglio comunale ha fatto marcia e si è arreso accontentandosi del metrobus. Per la Buergerliste (sostenuta anche dai Freiheitlichen) è stato un errore». Sulla stessa lunghezza, pur partendo da presupposti diversi, la capogruppo della Dorfliste di Caldaro Irene Hell. «La nostra posizione nei confronti del metrobus è chiarissima: può e deve rappresentare solo una soluzione intermedia. Noi chiediamo da oltre vent'anni un collegamento su rotaia entro un termine accettabile. Anche se l'impressione è che la Provincia, dopo aver investito alcune decine di milioni sul metrobus, non spenderà più un solo euro per tram o trenino».Ma quali sono le argomentazioni con le quali la Provincia è riuscita a convincere i due Comuni dell'Oltradige? A fare il punto è stato l’ingegner Günther Burger, direttore dell’Ufficio provinciale per la mobilità. «Il traffico tra Appiano e Bolzano ha flussi più equilibrati rispetto a quelli tra Caldaro e Bolzano. La nota dolente è che solo l’8 per cento della popolazione, soprattutto nelle ore mattutine, utilizza i mezzi pubblici. In Oltradige quindi ci sono dei grandi margini di miglioramento, ottenibili introducendo un sistema di trasporto che soddisfi le esigenze di un maggior numero di pendolari. Il metrobus potrebbe essere la soluzione ideale grazie a flessibilità, capacità dei mezzi e attrattività». Ma è stato lo stesso Burger, a Caldaro, a sottolineare come la situazione sia ormai arrivata al limite. «Con il passaggio di 26 mila veicoli al giorno, le strade dell’Oltradige sono al limite della loro portata». Ma soluzione, per la Provincia, è il metrobus, tanto che sono già iniziati (dopo il bivio Merano/Mendola) i lavori per la realizzazione della corsia preferenziale. «Oltre ad un costo nettamente inferiore (circa 50 milioni di euro contro i 200 per il tram), il metrobus - ha sottolineato Burger a Caldaro - garantisce una maggiore frequenza delle corse oltre che tempi di realizzazione più brevi rispetto al tram». Già, ma non è detto che il metrobus basti, da solo, per risolvere gli annosi problemi di traffico dell’Oltradige.
Alto Adige 12-8-12
di Massimiliano Bona
APPIANO/CALDARO Irene Hell, capogruppo della Dorfliste di Caldaro, e Sigmar Stocker, consigliere provinciale dei Freiheitlichen (ed ex consigliere comunale di Terlano), ne sono convinti: Appiano e Caldaro si sono fatte un clamoroso autogol accontentandosi del metrobus proposto dalla Provincia e abbandonando così, di fatto, il progetto di un collegamento su rotaia. Questo dietrofront, dopo anni di battaglie, non è altro che un piacere alla Volkspartei in vista delle elezioni provinciali del 2013. »L'ho detto di recente al sindaco di Appiano Trettl- confida Stocker - che dal 2010 si batte per risolvere il problema del traffico in Oltradige. Purtroppo, di recente, il consiglio comunale ha fatto marcia e si è arreso accontentandosi del metrobus. Per la Buergerliste (sostenuta anche dai Freiheitlichen) è stato un errore». Sulla stessa lunghezza, pur partendo da presupposti diversi, la capogruppo della Dorfliste di Caldaro Irene Hell. «La nostra posizione nei confronti del metrobus è chiarissima: può e deve rappresentare solo una soluzione intermedia. Noi chiediamo da oltre vent'anni un collegamento su rotaia entro un termine accettabile. Anche se l'impressione è che la Provincia, dopo aver investito alcune decine di milioni sul metrobus, non spenderà più un solo euro per tram o trenino».Ma quali sono le argomentazioni con le quali la Provincia è riuscita a convincere i due Comuni dell'Oltradige? A fare il punto è stato l’ingegner Günther Burger, direttore dell’Ufficio provinciale per la mobilità. «Il traffico tra Appiano e Bolzano ha flussi più equilibrati rispetto a quelli tra Caldaro e Bolzano. La nota dolente è che solo l’8 per cento della popolazione, soprattutto nelle ore mattutine, utilizza i mezzi pubblici. In Oltradige quindi ci sono dei grandi margini di miglioramento, ottenibili introducendo un sistema di trasporto che soddisfi le esigenze di un maggior numero di pendolari. Il metrobus potrebbe essere la soluzione ideale grazie a flessibilità, capacità dei mezzi e attrattività». Ma è stato lo stesso Burger, a Caldaro, a sottolineare come la situazione sia ormai arrivata al limite. «Con il passaggio di 26 mila veicoli al giorno, le strade dell’Oltradige sono al limite della loro portata». Ma soluzione, per la Provincia, è il metrobus, tanto che sono già iniziati (dopo il bivio Merano/Mendola) i lavori per la realizzazione della corsia preferenziale. «Oltre ad un costo nettamente inferiore (circa 50 milioni di euro contro i 200 per il tram), il metrobus - ha sottolineato Burger a Caldaro - garantisce una maggiore frequenza delle corse oltre che tempi di realizzazione più brevi rispetto al tram». Già, ma non è detto che il metrobus basti, da solo, per risolvere gli annosi problemi di traffico dell’Oltradige.
Alto Adige 12-8-12
sabato 11 agosto 2012
La banda suona alla cava Flor
All’evento folcloristico partecipano anche gli Schuhplatter
LAIVES Singolare concerto, quello che la banda di Laives terrà sabato 18 nell'area della cava Flor, a Montelargo. Per Laives è la prima volta che si assisterà a un evento del genere, simile ai concerti estivi in quota sulle Dolomiti. Il programma per la serata è ricco e oltre alla musica si potrà assistere allo spettacolo offerto dal gruppo degli Schuhplattler della Bassa Atesina. Per raggiungere cava Flor bisognerà salire lungo la strada per Montelargo, fino a maso Untersteiner. (b.c.)
Alto Adige 11-8-12
LAIVES Singolare concerto, quello che la banda di Laives terrà sabato 18 nell'area della cava Flor, a Montelargo. Per Laives è la prima volta che si assisterà a un evento del genere, simile ai concerti estivi in quota sulle Dolomiti. Il programma per la serata è ricco e oltre alla musica si potrà assistere allo spettacolo offerto dal gruppo degli Schuhplattler della Bassa Atesina. Per raggiungere cava Flor bisognerà salire lungo la strada per Montelargo, fino a maso Untersteiner. (b.c.)
Alto Adige 11-8-12
mercoledì 8 agosto 2012
La «Bassa» preme per il Nightliner
di Davide Fodor
EGNA Nightliner ancora al centro dell’attenzione nel recente tavolo di lavoro tra i responsabili della mobilità in Bassa Atesina. Nella riunione svoltasi a Egna, i referenti dei Comuni della zona, il presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer e il funzionario provinciale Heinz Dallago hanno parlato dell'ormai sempre più concreta ipotesi di un collegamento notturno con il capoluogo insieme a tre rappresentanti dei giovani della Bassa Atesina, Giulia Mittempergher, Stefan Franceschini e Reinhold Giovanett. Il problema principale continua a essere quello relativo al finanziamento del servizio: in base agli ultimi accordi, Comuni e Comunità comprensoriale si accollerebbero in parti eguali il 30% della spesa, ma resta da stabilire se l'assessorato alla mobilità sia disposto a garantire la restante parte dell'investimento, pari a circa il settanta per cento dell'ammontare complessivo. In attesa di sciogliere questo cruciale nodo, l'ultimo incontro del gruppo di lavoro è servito per definire nel dettaglio la parte pratica del progetto. È stato deciso che, qualora effettivamente offerto, il servizio garantirà ogni sabato sera tre corse per Bolzano (ore 21, 23 e 2.30) e tre corse da (ore 22, 1 e 3.30) Bolzano. La linea scelta sarà quella ormai consueta e dunque da Salorno attraverso Cortina, Magré, Cortaccia, Egna, Ora, Termeno, Caldaro, Appiano fino al capoluogo, con la possibilità di inserire pulmini d'appoggio per gli altri paesi interessati. Definito in anticipo anche il costo del servizio, che sarà di 2,30 euro a corsa e di 4 euro per l'intera nottata. Come detto il problema resta dunque solo quello del finanziamento ma i Comuni della Bassa Atesina paiono avere tutta l'intenzione di spingere in Provincia per la realizzazione di questo servizio in favore dei giovani. Ottimista l’assessore di Egna Cristina Wegher: «L'ultima riunione è stata utile per definire alcuni elementi chiave del servizio - spiega l’assessore del Pd -. Resta il nodo del finanziamento, ma a questo proposito sono fiduciosa».
Alto Adige 8-8-12
EGNA Nightliner ancora al centro dell’attenzione nel recente tavolo di lavoro tra i responsabili della mobilità in Bassa Atesina. Nella riunione svoltasi a Egna, i referenti dei Comuni della zona, il presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer e il funzionario provinciale Heinz Dallago hanno parlato dell'ormai sempre più concreta ipotesi di un collegamento notturno con il capoluogo insieme a tre rappresentanti dei giovani della Bassa Atesina, Giulia Mittempergher, Stefan Franceschini e Reinhold Giovanett. Il problema principale continua a essere quello relativo al finanziamento del servizio: in base agli ultimi accordi, Comuni e Comunità comprensoriale si accollerebbero in parti eguali il 30% della spesa, ma resta da stabilire se l'assessorato alla mobilità sia disposto a garantire la restante parte dell'investimento, pari a circa il settanta per cento dell'ammontare complessivo. In attesa di sciogliere questo cruciale nodo, l'ultimo incontro del gruppo di lavoro è servito per definire nel dettaglio la parte pratica del progetto. È stato deciso che, qualora effettivamente offerto, il servizio garantirà ogni sabato sera tre corse per Bolzano (ore 21, 23 e 2.30) e tre corse da (ore 22, 1 e 3.30) Bolzano. La linea scelta sarà quella ormai consueta e dunque da Salorno attraverso Cortina, Magré, Cortaccia, Egna, Ora, Termeno, Caldaro, Appiano fino al capoluogo, con la possibilità di inserire pulmini d'appoggio per gli altri paesi interessati. Definito in anticipo anche il costo del servizio, che sarà di 2,30 euro a corsa e di 4 euro per l'intera nottata. Come detto il problema resta dunque solo quello del finanziamento ma i Comuni della Bassa Atesina paiono avere tutta l'intenzione di spingere in Provincia per la realizzazione di questo servizio in favore dei giovani. Ottimista l’assessore di Egna Cristina Wegher: «L'ultima riunione è stata utile per definire alcuni elementi chiave del servizio - spiega l’assessore del Pd -. Resta il nodo del finanziamento, ma a questo proposito sono fiduciosa».
Alto Adige 8-8-12
venerdì 3 agosto 2012
Professionista di Ora truffato su internet da un server russo
Il computer si è bloccato e l’uomo ha visto una sua foto sul monitor: «Mi sono sentito spiato e ho pagato 250 euro»
I criminali della rete hanno utilizzato un logo “taroccato” dell’Unità di analisi della Polizia di Stato. «Negli ultimi mesi sono stati presi di mira molti altoatesini»
di Massimiliano Bona
ORA Ennesima truffa online, questa volta in Bassa Atesina, messa a segno da criminali esperti della rete, che si sono appoggiati a un server russo. A essere raggirato è stato un professionista di Ora: al momento di riavviare il computer ha notato che il suo pc era bloccato e sullo schermo appariva una comunicazione (poi rivelatasi del tutto infondata) della Polizia di Stato (Unità di analisi sul crimine informatico) che lo accusava di aver violato la legge sul diritto d’autore. Per sanare la situazione e sbloccare il computer gli è stato chiesto, sempre via email, di pagare una sanzione di 250 euro. Solo a versamento avvenuto il pc, in base alle informazioni apparse sul video, avrebbe ripreso a funzionare regolarmente. Ad allarmare ancora di più l’utente il fatto che, a lato del logo della Polizia di Stato, era apparsa sullo schermo la sua immagine. «Ho avuto la sensazione - racconta il professionista - di essere spiato sul posto di lavoro». Nel dubbio di aver inconsapevolmente violato la legge il 61enne della Bassa Atesina ha pagato l’importo della sanzione, 250 euro, dopodiché è rimasto in attesa dello sblocco del computer. Passati diversi giorni si è rivolto direttamente alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bolzano. Solo dopo aver esposto i fatti ha capito di essere stato truffato e ci ha raccontato la sua disavventura sperando che possa servire da monito ad altri utenti in buona fede. Per saperne di più su queste truffe abbiamo interpellato Ivo Plotegher, dirigente della Postale. Il professionista vedeva la sua immagine sul monitor e, si sentiva spiato. Com'è possibile che ciò avvenga? «Con l’installazione del virus l’utente viene ripreso dalla webcam del suo pc che trasmette l’immagine esclusivamente sul suo schermo. Nessuno, in ogni caso, lo stava spiando». Ci sono già state altre truffe nelle quali è stato usato il logo con la pagina che riproduceva, abusivamente, l’intestazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni – Centro nazionale anticrimine informatico? «Innanzitutto è bene ricordarsi che, la Polizia di Stato, non chiederebbe mai con queste modalità il pagamento di una somma di denaro. Inoltre è bene dotarsi di un antivirus da tenere sempre aggiornato, facendo attenzione che la licenza non sia scaduta e quindi che ci si trovi, senza protezione, a navigare con la predisposizione di un account utente». Quando il computer di un utente viene infettato dal virus come bisogna comportarsi? «Basta rivolgersi a un tecnico specializzato ma gli utenti più esperti possono rivolgersi anche alla Polizia postale: indicheremo loro una serie di passaggi che consentono di risolvere il problema». Che speranze ci sono di recuperare la somma di denaro pagata ingenuamente ai truffatori? «Di solito i truffatori in rete agiscono da Paesi stranieri. In questo caso, il server, si trova in Russia».
Alto Adige 3-8-12
Metrobus, un vertice sul progetto
APPIANO/CALDARO Parlando di un servizio di trasporto pubblico, su gomma, forse più che di passi avanti bisognerebbe parlare di... prima marcia ingranata, ma tant’è, il succo non cambia e usiamo regolarmente il classico modo di dire. Perchè dal fronte della Provincia si fa sapere che sobno stati fatti i primi concreti passi avanti per il Metrobus che collegherà Bolzano e l'Oltradige. Un gruppo di lavoro è infatti già all'opera per studiare il percorso, ed entro l'autunno arriverà la prima bozza di progetto. L'assessore competente Thomas Widmann, intanto, si dice «soddisfatto per l'appoggio dei Comuni di Caldaro e Appiano all'opera». E infatti dopo il parere positivo espresso dai consigli comunali di Appiano e Caldaro, può andare avanti il percorso operativo del progetto di Metrobus che in futuro collegherà la zona dell'Oltradige alla città capoluogo. «Intanto non posso che dire di essere soddisfatto - commenta l’assessore Thomas Widmann, che in giunta provinciale ha le competenze in materia di mobilità - per l'appoggio politico all'opera. Ora possiamo davvero iniziare a lavorare per dare risposte concrete in tempi rapidi ai problemi di viabilità e del trasporto pubblico di tutta la zona». Dal punto di vista operativo si sta già muovendo qualcosa. «Un gruppo di lavoro - prosegue Widmann -, composto da funzionari del Dipartimento mobilità e del Dipartimento lavori pubblici, è già impegnato nello studio delle possibili soluzioni tecniche relative al percorso, con particolare attenzione agli interventi da attuare nelle zone maggiormente problematiche. Entro l'autunno arriveranno i risultati, e verranno individuate sia le diverse possibili opzioni sia i tratti nei quali potrebbe essere necessario procedere con lavori di adeguamento». Sulla base di queste valutazioni verrà realizzato uno studio di fattibilità che aprirà la strada alla fase di progettazione vera e propria. E questo è stato il tema al centro di un incontro tra Widmann, il sindaco di Appiano, Wilfried Trettl, e l'assessore alla mobilità di Caldaro, Raimund Fill. «L'obiettivo comune - conclude Widmann - è portare a compimento un progetto di mobilità attrattivo e orientato al futuro, in grado di collegare in maniera efficiente Bolzano e l'Oltradige. E farlo nel più breve tempo possibile».(b.c.)
Alto Adige 2-8-12
Alto Adige 2-8-12
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