di Bruno Canali
SAN GIACOMO Sembra difficile che sia stata qualche
famiglia a gettare 33 bidoni con 400 litri di olio vegetale esausto
(quello che si usa per friggere in cucina) in un frutteto di via
Manzoni, periferia sud di San Giacomo. Li ha trovati, non senza stupore,
Elmar Filippi, ex consigliere comunale Svp che svolge anche il compito
di guardiacaccia. I bidoni erano stati abbandonati in campagna, vicino
alla strada, in un punto abbastanza isolato. Vista la quantità, si tende
a pensare che l'autore di questo grave episodio possa essere
addirittura il gestore di ristorante o di qualche cucina industriale.
Sarebbe ancora più grave se fosse così, perché queste attività hanno
l'obbligo di registrare regolarmente quanto e dove va a finire l'olio da
cucina che non usano più. Ad ogni modo, il guardiacaccia, dopo avere
scoperto la discarica abusiva, ha immediatamente avvisato
l'amministrazione comunale e i bidoni sono stati raccolti e portati al
riciclaggio. «Però - dice Dino Gagliardini, assessore all'ambiente -
siamo di fronte ad un episodio di estrema gravità, che provvederemo a
denunciare. Per adesso gli autori sono ignoti, ma speriamo di riuscire a
individuarli. Voglio soltanto aggiungere che episodi del genere hanno
rilevanza penale e quindi non si risolvono col solo pagamento delle
sanzioni ma, qualora individuati, gli autori ischiano una denuncia
penale». La cosa che lascia perplessi è che anche questi materiali si
possono smaltire gratuitamente presso il centro di riciclaggio e invece,
chi ha gettato i bidoni nella campagna nottetempo, approfittando del
fatto che il luogo era buio e isolato, ha preferito violare la legge e
rischiare una denuncia. Intanto l'amministrazione comunale è impegnata
ad organizzare il nuovo sistema di raccolta rifiuti che inizierà a
gennaio, quando gli utenti cominceranno a pagare la tariffa di
smaltimento in base al peso effettivamente prodotto. «La gente è ormai
informata - spiega l'assessore Gagliardini - e c'è attesa per l'inizio
del nuovo sistema che rivoluzionerà tutto il settore. Per quanto
riguarda la parte prettamente logistica, sono stati distribuiti 1.800
bidoncini personalizzati ad altrettani utenti e sta per essere
installato un "Pöttinger" per la raccolta anche in fondo a via Marconi».
Alto Adige 13-12-12
"Materiale ben raccolto e ordinato può valere quanto una storia scritta" L'attenzione più autentica siamo noi
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giovedì 13 dicembre 2012
giovedì 6 dicembre 2012
Il rilancio del Virgolo
La proprietà: ripartire dal progetto Thun
di Paolo Campostrini
BOLZANO Il Virgolo è passato dal poter diventare la collina delle fiabe (il progetto Thun) all'essere quella delle favole (i progetti alternativi ma senza un soldo per realizzarli). Se ci fosse di mezzo Bersani, direbbe che stiamo pettinando le bambole: perché chi parla oggi non ha nè sponsor nè fondi per poter passare dalle parole ai fatti; chi li aveva (gli sponsor e i fondi) non parla più. Il problema, anche per Italia Nostra che l'altro giorno ha presentato la sua idea, è che il Virgolo non è “nostro” ma è loro. Di chi ha comprato i terreni: la collina di Bolzano è in realtà della Bbg (società divisa in parti uguali tra Repetto, Della Vedova, la Hobag di Reichegger, la Wipptaler Bau di Egartner, Oberosler e Calligione). Dice Vittorio Repetto, che ne è il presidente: «Parlarne come se si trattasse dei prati del Talvera è sbagliato due volte, primo perché non è vero, secondo perché a non dire le cose come stanno si allontana la soluzione». E allora? «Allora la soluzione che proponiamo è questa: il Comune deve ricominciare a decidere e a fare politica e lo può fare in due modi - aggiunge Luigi Della Vedova -. O ci offre un terreno in permuta e allora del Virgolo può disporre come meglio crede oppure mette mano ad un progetto ecocompatibile e ne garantisce la sostenibilità attraverso un confronto con la proprietà e le offerte sul tappeto». Voi le avete? «Le abbiamo». I passaggi sarebbero due: uno è quello di ricomporre l'asse progettuale delineato da Matteo Thun per fare spazio a insediamenti alternativi (Eurac, Lub, Vke). L'altro, di offrire le opportunità per collegare finalmente il Virgolo alla città (parcheggi a valle, ponte pedociclabile sull'Isarco, funivia e servizi). Tutto, in realtà, era nato dal Comune. C'era Bassetti assessore. Altri tempi. Bassetti chiama Repetto, Della Vedova e Calligione e dice: il Virgolo va in rovina ma c'è una proposta (quella di Thun) per rilanciarlo. E' una bella proposta ma costa. Visto che qualcuno di voi ha già del terreno (Calligione) che ne dite di farvi un consorzio, comprare gli ettari che servono, sostenere Thun e affiancare Comune e Provincia nell'operazione? Silvano Bassetti aveva una certa idea di città. Che partiva dai nuovi quartieri disegnati e arrivava ad una connessione molto laica tra pubblico e privato per consentire a Bolzano di ottenere comunque quello che le serviva. E se serviva riavere il Virgolo, i privati erano la cassaforte per poter far avanzare un progetto di risanamento che il pubblico avrebbe comunque controllato (o contrattato) nei suoi contenuti. Del tipo: voi ci mettete i soldi ma potrete farli fruttare solo se la città avrà la sua porzione di spazi. «Un'idea sostenibile - ricorda Repetto - ma che è andata a sbattere su un muro tutto ideologico in cui il privato era il diavolo e Thun il totem da abbattere». Così con Thun, “l'acqua sporca” secondo gli avversari di allora, si è gettato via anche il bambino (la possibilità che Bolzano tornasse a riavere spazi pubblici fruibili sulla sua collina). Adesso, senza i 70 milioni che avrebbe garantito Thun, il Comune può soltanto andare ad ascoltare Italia Nostra (come ha fatto l'altro ieri) e poi rispondere: bene, ma non abbiamo una lira. E Italia Nostra può solo presentare la sua idea e poi dire: bene, e adesso pensate voi come pagarla. Probabile glossa di Bersani: state svuotando il mare col secchiello. L'altro fronte è quello di Rudi Benedikter che ha avuto l'incarico dal municipio di mettere insieme le possibilità residue e farne un “expertise“. E la novità è che quello che ha messo insieme Benedikter, le alternative emerse nel dopo-Thun per riempire gli spazi di attività che abbiano un possibile ritorno (un nuovo albergo...) ma senza precludere cultura e natura fruibile, non dispiace alla Bbg. Anche l'Eurac? «Anche l'Eurac o la Lub. L'importante è aprire un tavolo, chiamare gli interlocutori e disegnare uno scenario sostenibile. E per sostenerlo servono i soldi». Altrimenti il Virgolo finisce male? «E' l'ultima cosa che vogliamo - dice Della Vedova- visto che ci abbiamo investito. Ma è l'ultima cosa che dovrebbe volere anche il Comune, visto che dovrebbe essere anche la sua collina. Solo per i progetti abbiamo investito trecentomila euro». Ma sul Virgolo c'è solo degrado e questo non va... E allora? «Allora il Comune decida. Le conclusioni di Benedikter parlano di una spesa che va dai 30 ai 45 milioni. E' giusto. Il calcolo è corretto - dice Della Vedova - ma va fatto piovere in un contesto realistico. E realisticamente non è incompatibile il ruolo dei privati rispetto ad un uso pubblico dell'area. Se si lasciassero da parte gli scudi ideologici e si ragionasse sui fatti, progetti e carte catastali in mano, ci guadagnerebbero soprattutto i bolzanini». Da dove si riparte? «Direi da Bassetti. Lui aveva progettato di far sedere il nuovo Virgolo su uno sgabello a quattro piedi: noi, il Comune, Thun e la Provincia. Tre ci sono ancora. Il terzo possono metterlo anche gli enti che Italia Nostra ha citato». Prossima mossa? «Il Comune ci chiami e tutto riparte».
Alto Adige 6-12-12
di Paolo Campostrini
BOLZANO Il Virgolo è passato dal poter diventare la collina delle fiabe (il progetto Thun) all'essere quella delle favole (i progetti alternativi ma senza un soldo per realizzarli). Se ci fosse di mezzo Bersani, direbbe che stiamo pettinando le bambole: perché chi parla oggi non ha nè sponsor nè fondi per poter passare dalle parole ai fatti; chi li aveva (gli sponsor e i fondi) non parla più. Il problema, anche per Italia Nostra che l'altro giorno ha presentato la sua idea, è che il Virgolo non è “nostro” ma è loro. Di chi ha comprato i terreni: la collina di Bolzano è in realtà della Bbg (società divisa in parti uguali tra Repetto, Della Vedova, la Hobag di Reichegger, la Wipptaler Bau di Egartner, Oberosler e Calligione). Dice Vittorio Repetto, che ne è il presidente: «Parlarne come se si trattasse dei prati del Talvera è sbagliato due volte, primo perché non è vero, secondo perché a non dire le cose come stanno si allontana la soluzione». E allora? «Allora la soluzione che proponiamo è questa: il Comune deve ricominciare a decidere e a fare politica e lo può fare in due modi - aggiunge Luigi Della Vedova -. O ci offre un terreno in permuta e allora del Virgolo può disporre come meglio crede oppure mette mano ad un progetto ecocompatibile e ne garantisce la sostenibilità attraverso un confronto con la proprietà e le offerte sul tappeto». Voi le avete? «Le abbiamo». I passaggi sarebbero due: uno è quello di ricomporre l'asse progettuale delineato da Matteo Thun per fare spazio a insediamenti alternativi (Eurac, Lub, Vke). L'altro, di offrire le opportunità per collegare finalmente il Virgolo alla città (parcheggi a valle, ponte pedociclabile sull'Isarco, funivia e servizi). Tutto, in realtà, era nato dal Comune. C'era Bassetti assessore. Altri tempi. Bassetti chiama Repetto, Della Vedova e Calligione e dice: il Virgolo va in rovina ma c'è una proposta (quella di Thun) per rilanciarlo. E' una bella proposta ma costa. Visto che qualcuno di voi ha già del terreno (Calligione) che ne dite di farvi un consorzio, comprare gli ettari che servono, sostenere Thun e affiancare Comune e Provincia nell'operazione? Silvano Bassetti aveva una certa idea di città. Che partiva dai nuovi quartieri disegnati e arrivava ad una connessione molto laica tra pubblico e privato per consentire a Bolzano di ottenere comunque quello che le serviva. E se serviva riavere il Virgolo, i privati erano la cassaforte per poter far avanzare un progetto di risanamento che il pubblico avrebbe comunque controllato (o contrattato) nei suoi contenuti. Del tipo: voi ci mettete i soldi ma potrete farli fruttare solo se la città avrà la sua porzione di spazi. «Un'idea sostenibile - ricorda Repetto - ma che è andata a sbattere su un muro tutto ideologico in cui il privato era il diavolo e Thun il totem da abbattere». Così con Thun, “l'acqua sporca” secondo gli avversari di allora, si è gettato via anche il bambino (la possibilità che Bolzano tornasse a riavere spazi pubblici fruibili sulla sua collina). Adesso, senza i 70 milioni che avrebbe garantito Thun, il Comune può soltanto andare ad ascoltare Italia Nostra (come ha fatto l'altro ieri) e poi rispondere: bene, ma non abbiamo una lira. E Italia Nostra può solo presentare la sua idea e poi dire: bene, e adesso pensate voi come pagarla. Probabile glossa di Bersani: state svuotando il mare col secchiello. L'altro fronte è quello di Rudi Benedikter che ha avuto l'incarico dal municipio di mettere insieme le possibilità residue e farne un “expertise“. E la novità è che quello che ha messo insieme Benedikter, le alternative emerse nel dopo-Thun per riempire gli spazi di attività che abbiano un possibile ritorno (un nuovo albergo...) ma senza precludere cultura e natura fruibile, non dispiace alla Bbg. Anche l'Eurac? «Anche l'Eurac o la Lub. L'importante è aprire un tavolo, chiamare gli interlocutori e disegnare uno scenario sostenibile. E per sostenerlo servono i soldi». Altrimenti il Virgolo finisce male? «E' l'ultima cosa che vogliamo - dice Della Vedova- visto che ci abbiamo investito. Ma è l'ultima cosa che dovrebbe volere anche il Comune, visto che dovrebbe essere anche la sua collina. Solo per i progetti abbiamo investito trecentomila euro». Ma sul Virgolo c'è solo degrado e questo non va... E allora? «Allora il Comune decida. Le conclusioni di Benedikter parlano di una spesa che va dai 30 ai 45 milioni. E' giusto. Il calcolo è corretto - dice Della Vedova - ma va fatto piovere in un contesto realistico. E realisticamente non è incompatibile il ruolo dei privati rispetto ad un uso pubblico dell'area. Se si lasciassero da parte gli scudi ideologici e si ragionasse sui fatti, progetti e carte catastali in mano, ci guadagnerebbero soprattutto i bolzanini». Da dove si riparte? «Direi da Bassetti. Lui aveva progettato di far sedere il nuovo Virgolo su uno sgabello a quattro piedi: noi, il Comune, Thun e la Provincia. Tre ci sono ancora. Il terzo possono metterlo anche gli enti che Italia Nostra ha citato». Prossima mossa? «Il Comune ci chiami e tutto riparte».
Alto Adige 6-12-12
mercoledì 5 dicembre 2012
Italia Nostra rilancia il Virgolo: campus per l’Eurac e funivia
«La nostra proposta per salvare dallo stato di degrado la collina dei bolzanini»
di Valeria Frangipane
BOLZANO Una funivia con stazione a valle all’Eurac. Un campus con laboratori e residence per ricercatori. Il recupero dell’Hotel Bellavista. La demoricostruzione del bar-ristorante vicino alla stazione a monte. Il potenziamento dei sentieri ed il recupero dell’area archeologica. Questi, in estrema sintesi, i punti cardine sui quali ruota il progetto che Italia Nostra avanza per il rilancio del Virgolo. Il presidente Umberto Tecchiati e Stefano Novello, vicepresidente ed architetto, l’hanno presentato ieri nella sala di rappresentanza del Comune davanti all’assessore alla cultura Patrizia Trincanato «vedremo che fare ma non ci sono fondi» ed all’urbanistica Chiara Pasquali «tutto bene ma attenzione perchè l’area è di proprietà privata, serve un accordo con i diretti interessati e serve un flusso di persone tale da giustificare una nuova funivia». Italia Nostra punta sulla ricerca scientifica e sulla valorizzazione del patrimonio architettonico, ambientale, storico ed archeologico. «Pensiamo che la collina dei bolzanini debba prima di tutto essere raggiungibile. Per questo abbiamo bisogno di una nuova funivia che parta dall’Eurac. Crediamo anche che sia possibile pensare al Virgolo nella zona dell’ex tennis una sede distaccata dell’Eurac, visto che l’accademia europea è in cerca di nuovi spazi. Una sorta di campus con aule e laboratori, residence per ricercatori e spazi da condividere con il pubblico». Italia Nostra punta anche ad un intervento di restauro conservativo dell’Hotel Bellavista, alla demoricostruzione del bar-ristorante che si trova vicino alla stazione a monte della vecchia funivia, al potenziamento ed alla valorizzazione dei sentieri che vanno rivalutati dal punto di vista paesaggistico ed ambientalista, al rilancio dei due masi - uniche strutture attrattive esistenti - ed alla realizzazione di un percorso storico religioso dell’area archeologica. Fondamentale però capire come trovare il finanziamento e come riuscire a rendere attrattivo il Virgolo tanto da giustificare la realizzazione di una nuova funivia. «Pensiamo - ovviamente -anche nell’aiuto dell’Eurac - spiega Tecchiati - ma il problema dell’attrattività resta e non possiamo risolverlo da soli. Abbiamo lanciato un’idea, adesso discutiamone».
Alto Adige 5-12-12
Inquinamento acustico, si pensa ad una mappatura
BOLZANO Nei prossimi giorni verrà attivato un progetto interdipartimentale tra gli assessorati dell’Ambiente, della Mobilità e dell’Urbanistica per realizzare una mappatura completa dell’inquinamento acustico della città. Il progetto ha lo scopo di rilevare i picchi di decibel cui i cittadini sono costretti in alcune strade dove si concentrano condizioni ambientali sfavorevoli. «Sappiamo già che i punti più critici saranno i quartieri a ridosso dell’autostrada e della ferrovia», spiega il vicesindaco Klaus Ladinser. Soprattutto per quest’ultima, «vorremmo che Provincia e Ferrovie iniziassero a parlare del piano di ricollocazione dell’asse ferroviario all’esterno della cinta urbana». Il megaprogetto del tunnel del Brennero, infatti, prevede anche un secondo lotto di trasformazione della rete ferroviaria nel tratto che attraversa Bolzano. «Ci aspettiamo impegni concreti da parte del presidente Durnwalder e risposte definitive a questa questione, che coinvolge le strategie di crescita della città per tutto il prossimo decennio, compreso il masterplan per l’areale ferroviario».
Alto Adige 5-12-12
lunedì 3 dicembre 2012
Italia Nostra rilancia il Virgolo Domani presenta il progetto
BOLZANO Virgolo, che fare. Domani alle ore 17 nella sala di
rappresentanza del Comune si terrà il convegno organizzato
dall'associazione Italia Nostra sulla riqualificazione del colle che
guarda la città e caduto, negli ultimi anni, nel dimenticatoio. Il
programma prevede alle ore 17 l’introduzione del presidente Umberto
Tecchiati, alle 17.15 la presentazione del progetto di riqualificazione
dell’architetto Stefano Novello, vice presidente Italia Nostra, sezione
di Bolzano. Seguirà alle 17.40 l’intervento dell’assessore
all’urbanistica Maria Chiara Pasquali ed alle 17.55 quello
dell’assessore alla cultura Patrizia Trincanato. Alle 18.10 sarà la
volta di Rudi Benedikter, referente per il Comune del Virgolo, quindi
alle 18.10 parlerà l’architetto Michele Stramandinoli, presidente Alto
Adige dell’Inu (Istituto nazionale di urbanistica). Italia Nostra
propone dunque un piano per rilanciare il Virgolo dopo l’affossamento
del progetto Thun ed il conseguente stato di abbandono della collina.
Alto Adige 3-12-12
Alto Adige 3-12-12
martedì 27 novembre 2012
INCENERITORI: ALTROVE LI BOCCIANO
di Andreas Perugini*
In Val d'Aosta con un referendum popolare appoggiato da ecologisti e M5S è stato bocciato il progetto di costruire un inceneritore da 220 milioni di euro sostenuto dai partiti autonomisti e di governo. Nei mesi scorsi è emersa chiaramente la truffa dell'inceneritore di Parma: ai cittadini era stato promesso un risparmio mentre invece si prospettano le cifre più alte d'Italia. Ora è chiaro che i cittadini risparmierebbero a spedire i rifiuti in Olanda! Se la nuova amministrazione a 5 Stelle e la Procura non riusciranno a bloccare l'impianto i cittadini respireranno veleni e verranno mazziati anche economicamente. A Bolzano è la stessa identica cosa. Con la benedizione dei Verdi ci hanno spacciato l'inceneritore come vitale per il migliore dei possibili mondi e pure come affare per le tasche delle famiglie. Veniamo quindi a scoprire prima che Bolzano non solo è inserita in una splendida valle stagnate ma che è anche inserita nella lista dei 44 siti a rischio cancro e dunque aggiungere un nuovo e più potente inceneritore non è esattamente la cosa più nell'interesse della salute pubblica si possa concepire. Scopriamo poi che le tariffe aumenteranno in media del 30 per cento e che il piano di sviluppo della rete di teleriscaldamento è in alto mare. Le nuove emissioni inquinanti, dunque, non saranno compensate dall'abbattimento dell'inquinamento degli impianti domestici. Bingo! Intanto una direttiva europea del 24 maggio 2012 stabilisce attraverso una specifica risoluzione che entro il 2020 ciò che può essere riciclato non potrà più essere incenerito. E intanto a Trento sono già al 70% di differenziata mentre a San Francisco (800.000 abitanti) sono al 78% e mirano ai rifiuti zero entro il 2020. Gli inceneritori, che chi li sostiene si inventa sempre un nome diverso per chiamarli, sono una fregatura bella e buona. Non vengono costruiti per il bene comune ma per il bene dei soliti comitati d'affari. Di chi sono le responsabilità di questo disastro? * Movimento 5 Stelle
Alto Adige 27-11-12
In Val d'Aosta con un referendum popolare appoggiato da ecologisti e M5S è stato bocciato il progetto di costruire un inceneritore da 220 milioni di euro sostenuto dai partiti autonomisti e di governo. Nei mesi scorsi è emersa chiaramente la truffa dell'inceneritore di Parma: ai cittadini era stato promesso un risparmio mentre invece si prospettano le cifre più alte d'Italia. Ora è chiaro che i cittadini risparmierebbero a spedire i rifiuti in Olanda! Se la nuova amministrazione a 5 Stelle e la Procura non riusciranno a bloccare l'impianto i cittadini respireranno veleni e verranno mazziati anche economicamente. A Bolzano è la stessa identica cosa. Con la benedizione dei Verdi ci hanno spacciato l'inceneritore come vitale per il migliore dei possibili mondi e pure come affare per le tasche delle famiglie. Veniamo quindi a scoprire prima che Bolzano non solo è inserita in una splendida valle stagnate ma che è anche inserita nella lista dei 44 siti a rischio cancro e dunque aggiungere un nuovo e più potente inceneritore non è esattamente la cosa più nell'interesse della salute pubblica si possa concepire. Scopriamo poi che le tariffe aumenteranno in media del 30 per cento e che il piano di sviluppo della rete di teleriscaldamento è in alto mare. Le nuove emissioni inquinanti, dunque, non saranno compensate dall'abbattimento dell'inquinamento degli impianti domestici. Bingo! Intanto una direttiva europea del 24 maggio 2012 stabilisce attraverso una specifica risoluzione che entro il 2020 ciò che può essere riciclato non potrà più essere incenerito. E intanto a Trento sono già al 70% di differenziata mentre a San Francisco (800.000 abitanti) sono al 78% e mirano ai rifiuti zero entro il 2020. Gli inceneritori, che chi li sostiene si inventa sempre un nome diverso per chiamarli, sono una fregatura bella e buona. Non vengono costruiti per il bene comune ma per il bene dei soliti comitati d'affari. Di chi sono le responsabilità di questo disastro? * Movimento 5 Stelle
Alto Adige 27-11-12
sabato 24 novembre 2012
Un ago racconta l’età del ghiacciaio
L’Ortles ha 2664 anni. La scoperta grazie alla spedizione pensata dal roveretano Gabrielli
Alto Adige 24-11-12
I ghiacciai continuano dunque ad arretrare e ad assottigliarsi: un processo progressivo, attualmente in fase di accelerazione e che sembra inarrestabile con la miopia ecologica dell’uomo. Il ghiacciaio dell'Ortles, vista la sua quota eccezionale, ne risente meno ma i segni del riscaldamento occorso durante gli ultimi 30 anni sono comunque evidenti perfino all'interno del suo ghiacciaio sommitale». Di cosa ti stai occupando adesso, quali i prossimi obiettivi? «Per quanto riguarda il Progetto Ortles sono ora alla ricerca di fondi per continuare le analisi. Poi stiamo analizzando la carota di ghiaccio di Quelccaya in Perù ed inoltre stiamo lanciando un grande progetto di analisi di carote estratte in Himalaya e dal plateau Tibetano . Ambedue questi progetti mirano a ricostruire la storia dell'inquinamento atmosferico durante gli ultimi 300 anni, ovvero a partire dall'inizio della rivoluzione industriale». (m.s.) |
di Michele Stinghen Autunno di oltre 2600 anni fa: sulle Alpi gli uomini hanno da poco cominciato ad usare il ferro. Il vento di una perturbazione porta in quota gli aghi appena lasciati dai larici, ed alcuni di questi si depositano sulla vetta dell'Ortles, venendo poi ricoperti dalla neve. Avvolti dal ghiaccio, uno di questi viene conservato per due millenni e mezzo. L'anno scorso ha rivisto la luce, estratto nel cuore della notte dai glaciologi della spedizione del Byrd Polar Research di Columbus (Ohio, Usa). L'ha pensata ed ideata un roveretano, scienziato e prima ancora appassionato di montagna, Paolo Gabrielli. Grazie a quest'ago, ed alle analisi con il carbonio 14, ora sappiamo quanto vecchio è il ghiaccio più profondo dell'Ortles, la vetta più alta della regione. 2664 anni per l'esattezza. É il primo e più importante dato emerso dai primi studi delle carote di ghiaccio estratte esattamente un anno fa. Durante le ricerche il ghiacciaio è stato perforato quattro volte, raggiungendo più volte il fondo (75 metri). La fortuna aiuta gli audaci, e proprio un metro sopra il fondo di roccia è stata trovata l'aghifoglia. Il modo più semplice e preciso per datare il ghiaccio è proprio scoprire del materiale organico al suo interno: un colpo di fortuna enorme, se si pensa che si tratta di un foro di pochi centimetri su una vasta superficie ghiacciata, come quella della calotta dell'Ortles. Altre informazioni stanno emergendo, ad esempio a 41 metri di profondità c'è maggiore radioattività, e corrisponde al 1963, anno in cui si fecero numerosi test nucleari nel mondo. La stessa anomalia è stata trovata negli altri ghiacciai della Terra, dall'Antartide alla Groenlandia, e le Alpi non fanno eccezione. Altri dati emergeranno ben presto dalle ricerche, e si ricostruirà la storia climatica di 2600 anni in questa zona delle Alpi. Tutte informazioni custodite nel ghiaccio e che si perderanno presto, a causa dello scioglimento dei ghiacciai. A studiare i ghiacci ci sono, oltre all'Università di Gabrielli, quelle di Innsbruck, Berna, Padova, Pavia, Venezia, l'ufficio geologia altoatesino e l'Eurac di Bolzano, centri studi di Mosca e Varna. Parliamo della scoperta direttamente Gabrielli. Come hai trovato l'aghifoglia nel ghiaccio? «Ho avuto conferma poche settimane fa dall'Università di Innsbruck che si tratta di un ago di larice. L'ha trovato il nostro collega dell'Università di Venezia, Andrea Spolaor, mentre stavamo tagliando le carote per il lungo nella cella frigorifera del Vivaio della Provincia di Bolzano a Prato allo Stelvio, a metà dello scorso ottobre. "To', guarda qui" mi fa lui. Pensa che in cima all'Ortles ci era sfuggito. Quella sezione l'avevamo estratta dal ghiaccio che era ormai notte fonda. Era l'ultima di quella carota e non vedevamo l'ora di andare a dormire». L'età del ghiaccio in base alle analisi dell'aghifoglia (2664 anni fa) corrisponde alle ipotesi iniziali? «L'ipotesi iniziale era che il ghiacciaio dell'Ortles potesse contenere in profondita' del ghiaccio preistorico ed era basata sull'analogia che Oetzi, la mummia del Similaun, ritrovato a soli 30 km di distanza, era emerso da un ghiaccio di questo tipo, anche se ancora più antico. A quell'epoca non ci credeva praticamente nessuno ma ora, un passo alla volta, stiamo cominciando a riscrivere la storia glaciale delle Alpi». Lo stato di salute dei ghiacciai: sempre peggio? Quali informazioni arrivano dall'Ortles, dove l'Università di Padova ha installato delle centraline di rilevamento? «Luca Carturan dell'Università di Padova sta ora valutando i dati della stazione meteo. Tuttavia ci sono pochi dubbi sul fatto che l'estate appena trascorsa e' stata una delle più calde mai registrate, probabilmente seconda solo all'estate del 2003. |
mercoledì 14 novembre 2012
Città verdi, Bolzano è seconda Soddisfazione dell’Appa
BOLZANO Le classifiche delle città più verdi stilate da Legambiente e
Ambiente Italia vedono Bolzano in seconda posizione nella graduatoria
finale tra le città medie (tra 80 mila e 200mila abitanti). L'Agenzia
provinciale per l'ambiente e l'assessore provinciale competente Florian
Mussner esprimono la loro soddifsazione. «Sicuramente - spiega Mussner -
abbiamo fatto molto ma vorremo ancora migliorare». Particolarmente
significativi sono i dati che riguardano le pm10 (polveri sottili):
Bolzano è al primo posto con 18,7 µg/mc, considerando il limite a 40
µg/mc, fissato dalla direttiva comunitaria per la protezione della
Salute umana. Migliorabile invece è la situazione relativa alla
produzione pro capite di rifiuti urbani. A Bolzano nel 2011 sono stati
prodotti 544,8 kg per abitante ed è stato raccolto il 46,3% di rifiuti
differenziati (frazione recuperabili) sul totale dei rifiuti prodotti.
Questa percentuale aumenterà con l'introduzione della nuova metodologia
della raccolta dei rifiuti prevista nel 2013.
Alto Adige 14-11-12
Alto Adige 14-11-12
sabato 10 novembre 2012
L’eco-prof che insegna a fare i detersivi in casa
Elisa Nicoli, 32 anni, scrive libri e tiene corsi per imparare a risparmiare e abbattere gli sprechi. Dall’autoproduzione di cosmetici alla spesa “intelligente”
di Fabio Zamboni
BOLZANO E’ nata nel giorno della festa della donna, ma se avesse potuto scegliere lo avrebbe fatto nel giorno della festa dell’ecologia, che prima o poi ci sarà. In realtà per la bolzanina Elisa Nicoli, 32enne scrittrice, documentarista, giornalista, la festa dell’ecologia è tutti i giorni dell’anno, perché il vivere sostenibile, l’attenzione all’ambiente, sono il suo stile di vita ma anche e soprattutto la sostanza del suo lavoro. Elisa ha appena pubblicato per Ponte alle Grazie “Questo libro è un abat-jour”, saggio sull’arte modernissima eppure antica di riciclare gli oggetti. Ma non il riciclo tradizionale, il “downcycling “ praticato anche a livello industriale: l’”upcycling” che è qualcosa di più, è il riutilizzo creativo. Tipo: trasformare la ruota di una bicicletta in una lampada. Un libro, questa sua terza pubblicazione, che in due mesi ha esaurito le 2500 copie distribuite a livello nazionale. «Una bella soddisfazione - confessa Elisa - che conferma l’interesse per questo tema. Come ci sono arrivata? Mi presento: nata a Bolzano, ho fatto tutto il percorso scolastico nel mio quartiere, anzi in un’unica strada, Via Rovigo, dall’asilo allo Scientifico. Poi mi sono laureata a Padova in Scienze della comunicazione, con un anno di Erasmus a Lione dove mi sono avvicinata ai documentari, decidendo che da grande avrei fatto quello. Cosa che ho fatto e sto facendo, almeno in parte». E la passione per l’ecologia? L’ho respirata in casa, fin da piccola. Una vota laureata in cinema, imparata insomma la forma, mi mancavano i contenuti che mi stavano a cuore e la voglia di sensibilizzare gli altri a quei temi. Ho sempre stressato chi mi stava intorno, raccomandando: fa’ bene la raccolta differenziata, limita l’uso della lavatrice, eccetera. Poi sono arrivata all’autoproduzione di sapone e cosmetici. Ma prima ancora ho vissuto l’era del boicotta-chi-produce-male: spesa intelligente e niente prodotti di multinazionali. Infine a Roma ho scoperto il mondo parallelo dei mercati biologici e della filiera corta. Che funzionano bene anche a Bolzano. Certo. Li ho ritrovati qui, tanto che ora, nella mia città che resta la mia base di partenza per i viaggi di lavoro, faccio parte di un gruppo Gas. Qui mi trovo bene, ma appena posso mi muovo per tenere corsi in giro per l’Italia ma anche per fare lunghi percorsi a piedi, iniziati assieme al fotografo-camminatore Alessandro Carnovalini , percorsi che diventano documentari sui temi ambientali che diventano documentari sui temi ambientali. Ho già fatto quattro documentari, il prossimo è in uscita, finanziato dalla Provincia. Titolo: “Il fiore blu di Anterivo” sulla coltivazione dei lupini come surrogato del caffè. E poi i libri. Grazie a Carnovalini ho conosciuto la casa editrice L’Altreconomia con la quale collaboro stabilmente. Ho scritto anche per il mensile Terra Nuova. I libri? Ho pubblicato per Altreconomia “Pulizie creative” e “L’erba del vicino”; in agosto “Questo libro è un abat-jour” sul riuso di vecchi oggetti. Che io stessa cerco per strada, anche accanto ai bidoni: rivendico quest’attività, considerata da barboni…. Un esempio di upcycling? Mia madre taglia a striscioline i guanti di gomma, trasformandoli in efficientissimi elastici…. E i corsi di formazione? Grazie al libro “Pulizie creative”, varie associazioni in tutt’Italia mi chiamano a tenere conferenze e corsi. Di questo, mi piace soprattutto il contatto diretto con le persone, che manca con i documentari e con i libri. Un’ambizione, un sogno? «Sono ottimista, ma non fanatica, né integralista. Mi rendo conto che sensibilizzare la gente e far passare il messaggio ecologista è un lavoro lento e faticoso. Quindi mi accontento di vedere che l’interesse aumenta a poco a poco ma aumenta. E gli stimoli a continuare nella mia “missione” crescono di giorno in giorno. Non sarò io cambiare il mondo, che sopravvivrebbe anche senza l’uomo, ma mi piace l’idea di dare un piccolo contributo». Elisa Nicoli ha firmato tre libri e numerosi articoli per riviste specializzate in ambiente ed ecologia. Per le edizioni Altreconomia ha pubblicato “L’erba dle vicino”, manuale per la raccolta e l’uso conviviale di erbe e frutti selvatici, e “Pulizie creative”, su detersivi e cosmetici naturali faidatè. Quest’anno per l’editore Ponte alle Grazie ha pubblicato il manuale sul riuso “Questo libro è un abat jour”. Tiene anche corsi e laboratori: il prossimo, di autoproduzione, sarà a Bolzano il 16 novembre, dalle 17 alle 20 alla sala polifunzionale di piazza Nikoletti, a Oltrisarco.
Alto Adige 10-11-12
lunedì 5 novembre 2012
Il vecchio televisore diventa una comoda cuccia per cani
UPCYCLING CON ELISA NICOLI
Questo libro è un abat-jour Elisa Nicoli Ponte alle Grazie 138 pagine 9,50 euroSi chiama upcycling ed è qualcosa di più creativo del semplice recycling, riciclo. Esistono già decine di siti che spiegano come trasformare una vecchia scala di legno in una libreria, o una T-shirt in una borsa da shopping. Ma come orientarsi? Elisa Nicoli ha raccolto i migliori consigli e le idee più originali in un simpatico volumetto che continua a raccogliere consensi. Lei, nata trent’anni fa a Bolzano, in Alto Adige ha tuttora il suo campo base, da cui parte per insegnare a fare saponi, detersivi e cosmetici, in giro per l'Italia. Ama spostarsi a piedi e a piedi ha realizzato i suoi primi quattro lungometraggi. Collabora con il mensile Altreconomia, per la cui casa editrice ha pubblicato i suoi primi due libri L'Erba del vicino e Pulizie creative. "Oggetti e materiali sono intercettati prima che vengano gettati via" scrive Elisa Nicoli "e trasformati in maniera creativa in cose utili, che possono anche evitare l'acquisto di nuove. È probabilmente il sistema che, nel trasformare la materia, riduce al minimo il consumo di energia, acqua e trasporti". Una filosofia, o meglio uno stile di vita, che sta conquistando non solo chi cerca di risparmiare in tempo di crisi. Anche molte star hanno scoperto che con l'upcycling (quasi) ogni oggetto può essere trasformato. Per esempio, un vecchio televisore può diventare una comoda cuccia per il gatto o per un cane, dei tappi di sughero un sottopentola, le magliette un futon, uno zaino una borsa da bici, lo schienale di una sedia un porta asciugamani... E un libro può davvero diventare un abat-jour. Ecologia con i fatti, non a parole.
Alto Adige 5-11-12
Il problema della plastica
Bisogna limitare il conferimento di imballaggi al nuovo inceneritore
di Argante Brancalion * Sull’Alto Adige del 2 ottobre un articolo di Massimiliano Bona ci avvertiva che entro il 2015 i costi di incenerimento dei rifiuti aumenteranno fino a 128 € a tonnellata. Stavamo aspettando che qualcuno facesse due calcoli e, a dirla tutta, pensavamo che i calcoli li avrebbero comunicati all’indomani dell’accensione del nuovo inceneritore, ma ci siamo sbagliati, e allora approfittiamo per fare due conti anche noi. Al momento stiamo pagando 106 € a ton. In futuro pagheremo il 20% in più. Sarebbe utile sapere se nel calcolo sono compresi gli interessi per il mutuo da 130.000.000 d’euro (130 milioni di euro, avete letto bene!) acceso dalla Provincia per pagare la nuova struttura. L’articolo accenna ad entrate per 30 milioni d’euro in Certificati Verdi, ma non specifica come i sette saggi che hanno effettuato questa valutazione siano arrivati a questa cifra. Si tratta di certificati che corrispondono ad una certa quantità di risparmio d’emissioni di CO2. Se un impianto produce energia emettendo meno CO2 di quanto avrebbe fatto un impianto alimentato con fonti fossili - ad esempio petrolio, gas naturale, carbone, plastica ecc. - il gestore ottiene dei certificati verdi che può rivendere, a prezzi di mercato. Le industrie o attività, che utilizzano fonti d’energia fossile, sono obbligate, per compensazione, ad acquistare i certificati verdi. In base alla normativa europea, l’inceneritore potrà ricevere dei certificati verdi solo sulla combustione dei rifiuti d’origine rinnovabile. Al momento questa percentuale è fissata forfetariamente al 51%. Il resto dell’apporto energetico è rappresentato essenzialmente dalla plastica, materia notoriamente non rinnovabile. L’entrata dai certificati verdi prevista è piuttosto alta, ed è doveroso chiedersi se i calcoli della “commissione di saggi” siano corretti, altrimenti ci dovremo aspettare un ulteriore incremento dei rincari sui costi di incenerimento. Che l’inceneritore voluto dalla Provincia verrà pagato dai cittadini lo sapevamo già, fa parte del modo di fare politica tipico della Provincia: pochi decidono senza ascoltare nessuno e poi mandano il conto. Ci siamo abituati. Non eravamo abituati invece a vedere il Comune di Bolzano cambiare direzione! Il nuovo regolamento comunale relativo alla gestione dei rifiuti ci ha sorpresi. Nella bozza che avevamo visionato prima dell’approvazione in consiglio, l’art. 19 relativo alla raccolta degli imballaggi in plastica non prevedeva cambiamenti rispetto all’attuale raccolta. Nel regolamento approvato il 25 settembre scorso l’art. 19 invece prevede la raccolta separata di tutti gli imballaggi di plastica. Siamo soddisfatti e finalmente ci togliamo il cappello davanti a chi, in Consiglio Comunale, si è fatto promotore di questo cambiamento. Certo questo non cambierà il mondo, ma vogliamo vederlo come indice di una strada intrapresa: limitare la quantità di plastica da conferire all’inceneritore significa farci risparmiare diversi euro in bolletta, tra i rifiuti non conferiti a smaltimento (ricordiamo 106 € a tonnellata) e un guadagno da 194 a 314 € per il conferimento delle plastiche differenziate al Corepla (Consorzio Recupero Plastica). Così hanno fatto altri Comuni come Bressanone e Montagna che hanno studiato sistemi per ridurre i rifiuti da conferire all’inceneritore, in primis la plastica, e ridurre conseguentemente i costi di gestione. A questo punto occorre spiegare alcune cose che non tutti sanno: ogni produttore al momento di immettere sul mercato un suo imballo di plastica paga al Conai -Corepla un corrispettivo per la gestione a fine vita del manufatto. Tale corrispettivo è ovviamente ricaricato sul prezzo finale. I consumatori quindi acquistando un prodotto pagano la gestione corretta dell’ imballo. Si tratta di un meccanismo simile alla cauzione sulle bottiglie in vetro. Il Conai-Corepla a sua volta riconosce ai Comuni un corrispettivo per ogni tonnellata di plastica, raccolta tramite i bidoni della differenziata, che gli viene conferita. Il prezzo cambia a seconda della purezza del materiale e a seconda del tipo di plastica. Se noi differenziamo gli imballi di plastica che abbiamo acquistato, il Corepla ci “restituisce” quanto avevamo pagato all’atto dell’acquisto per la gestione della plastica. Se invece che differenziare gli imballaggi, li portiamo all’incenerimento, non solo non riceviamo il rimborso del Corepla ma ci tocca pagare (in bolletta) anche il gestore dell’inceneritore per smaltire le plastiche. Quindi incenerendo la plastica, noi cittadini paghiamo due volte la gestione dello stesso prodotto. *Ambiente e Salute
Alto Adige 5-11-12
sabato 20 ottobre 2012
“FAImarathon” domenica si corre per salvare l’Italia
FONDO AMBIENTE
E’ possibile iscriversi alla FAIMARATHON dal 14 settembre 2012: - online sul sito www.fondoambiente.it - presso le Delegazioni FAI in tutta Italia - il giorno della manifestazione alla partenza della maratona. Quote di partecipazione: - adulto contributo minimo a partire da 6 Euro, per gli iscritti FAI da 5 Euro - coppia o famiglia contributo minimo a partire da 10 euro, per gli iscritti FAI da 8 Euro. ------------ Clara Oberrauch Capo Delegazione FAI Bolzano Via B. Arrigo 42 - 39100 Bolzano Tel/Fax 0471 976212 - 335 6160221 delegazionefai.bolzano@fondoambiente.itBOLZANO Prosegue la campagna nazionale FAI di raccolta fondi “Ricordati di salvare l’Italia: invia il tuo SMS solidale al 45503”. Il prossimo appuntamento è un evento inedito: domenica 21 ottobre, dalle ore 11 alle ore 16, con partenza e arrivo al Museion, si terrà Faimarathon “l’unica maratona che si corre con gli occhi”. La Delegazione di Bolzano propone un percorso di 10 tappe che toccheranno luoghi storici, punti d’interesse naturalistico e qualche sorpresa. Faimarathon è un percorso cittadino, facile e adatto a tutti, da percorrere in circa 2 ore (meno per chi ama la camminata sportiva). Sarà una domenica di festa dedicata alle famiglie e ai giovani per rilassarsi guardando la città con occhi nuovi. Si parte alle ore 11 dal Museion (lato Talvera) ma anche più tardi, importante è tornare entro le ore 16, sempre al Museion, per la consegna della scheda con i bollini accumulati nelle tappe. Alla partenza viene consegnato uno zainetto contenente pettorale, itinerario, cartolina accumula tappe, 1’ingresso omaggio alle proprietà Fai, adesivo sms. All’arrivo come piccolo premio il foulard arancione “Ricordati di salvare l’Italia”. Il contributo richiesto a favore del Fai è a partire da 6 euro per il singolo, 10 euro per coppia o famiglia. Ingressi ridotti per iscritti Fai. Gratis per chi si iscrive o rinnova. I contributi raccolti consentiranno al Fondo ambiente Italiano di proseguire i restauri dei nuovi beni acquisiti (tra cui il Municipio di Finale Emilia, gravemente danneggiato dal terremoto) e di quelli già aperti al pubblico, ma anche l’opera di sensibilizzazione verso l’inestimabile patrimonio di bellezze storiche e paesaggistiche che sono la più grande ricchezza d’Italia. Oltre ai contributi, importanti saranno le nuove iscrizioni che renderanno ancora più incisivo e rappresentativo ogni intervento di tutela svolto dal FAI – Fondo Ambiente Italiano.
Alto Adige 19-10-12
giovedì 18 ottobre 2012
Tar sospende la caccia a tassi e stambecchi
BOLZANO La Provincia ci ha riprovato, ma tassi e stambecchi sono fuori pericolo: il Tar, su ricorso della Lav, ha infatti sospeso fino al 6 novembre, data dell'udienza in camera di consiglio, i provvedimenti della Provincia con cui era stata autorizzata la caccia a questi animali. Un prelievo venatorio non solo ingiustificato, visto che l'abbattimento in deroga di specie come lo stambecco può essere previsto solo in casi del tutto eccezionali, e solo laddove metodi alternativi all'uccisione siano rimasti infruttuosi, ma autorizzato in mancanza del parere dell’Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica), preliminare all’adozione di provvedimenti sulla regolazione della caccia. «La Provincia di Bolzano – ha ricordato l'avvocato Mauro De Pascalis, che ha fornito assistenza legale - è l’unica in Italia ad avere norme che autorizzano l’abbattimento di stambecchi». Un aspetto che fa ben comprendere come vi siano zone del nostro Paese e specie dove la tutela degli animali è più difficile.
Alto Adige 18-10-12
mercoledì 19 settembre 2012
Escursione all’insegna delle scienze naturali: riconoscere alberi e arbusti autoctoni
22.09.2012
- Indirizzo: - Colle
- Ora: ore 13.30 - 17.30
- Con Petra Mair. Petra Mair è botanica presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige.Passeggiata nei boschi da Colle a Bolzano (stazione inferiore della funivia del Colle)
Durante la nostra passeggiata autunnale percorreremo le pendici boschive da Colle a Bolzano e impareremo a conoscere le principali latifoglie e conifere e i principali arbusti autoctoni.
Ma non mancheranno risposte anche per chi si troverà a sfiorare una felce o a passare su un cuscino di muschio.
Escursione nei dintorni di Bolzano: punto di ritrovo alla stazione superiore della funivia del Colle alle ore 13.45
Evento in collaborazione con la Volkshochschule. Iscrizione e dettagli presso VHS Urania Bolzano, tel. 0471 061444
mercoledì 12 settembre 2012
MARMOTTE SALVE: LA PROVINCIA È STATA BATTUTA
Anche quest'anno, dunque, le marmotte sono salve: la Sezione Autonoma di Bolzano del Tribunale amministrativo, su ricorso della Lega antivivisezione (LAV), ha infatti sospeso il provvedimento della Provincia con cui era stata autorizzata, per tutto il mese di settembre, la caccia a 1227 piccoli mammiferi. La Provincia di Bolzano aveva infatti concesso la possibilità di sparare sugli animali, in deroga a quanto previsto dalla legge, che tutela invece questa specie selvatica, in base ad una legge provinciale del 1987 secondo cui un aumento eccessivo della popolazione faunistica avrebbe potuto giustificare un piano di contenimento per evitare pregiudizi all'equilibrio ecologico, all'agricoltura o addirittura alla sicurezza pubblica. Le marmotte possono tirare un sospiro di sollievo: il Tribunale ha infatti osservato che l'attesa dell'udienza sulla richiesta di annullamento del provvedimento, prevista ad ottobre, avrebbe senz'altro vanificato la tutela dei poveri animali, visto che l'autorizzazione alla caccia in deroga era relativa al solo mese di settembre. “Le marmotte sono specie protetta secondo la legge statale sulla caccia n.157 del 1992, che punisce la loro uccisione con sanzioni penali. E non c'è dubbio che il regime giuridico di protezione della specie è valevole anche per le province autonome - afferma Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV settore Caccia e Fauna - L’esecuzione delle marmotte è solo l’ultimo esempio della nefasta politica filovenatoria della Provincia di Bolzano, ove vigono leggi e regolamenti locali totalmente contrastanti con la normativa statale in materia. Non è tollerabile che l’autonomia della Provincia venga usata strumentalmente per mantenere privilegi per i cacciatori altoatesini, ormai incompatibili sia con il diritto statale sia con il comune sentire della collettività che vede nella caccia un massacro infame”. La LAV ringrazia l'avvocato De Pascalis del Foro di Bolzano per l'assistenza fornita. LAV Bolzano
Alto Adige 12-9-12
venerdì 7 settembre 2012
Dipendenti comunali "ecologici"
Indagine: c'è attenzione per le tematiche ambientali
Nel mese di giugno i dipendenti del Comune di Bolzano dotati di accesso alla posta elettronica sono stati invitati a rispondere ad un questionario on-line relativo alla loro sensibilità nei confronti dell'ambiente. Il questionario rientra tra le attività condotte o coordinate dall'Ufficio piano CO2, energia e geologia, che perseguono l'obiettivo del Comune di Bolzano della riduzione delle emissioni di CO2, principale fattore clima-alterante.
Lo scopo dell'indagine non era tanto quello di insegnare piccole regole, già note e talvolta banali, quanto piuttosto ricordare l'importanza dei piccoli accorgimenti che sui grandi numeri possono aiutare a raggiungere risultati importanti.
Alle 16 domande hanno risposto 425 dipendenti, pari al 40% del personale comunale dotato di computer sul posto di lavoro.
Nel complesso il risultato che emerge è più che soddisfacente perché mostra un buon grado di sensibilità e di attenzione da parte dei dipendenti del Comune.
Tra i comportamenti migliori si segnala che l'88,5% dei dipendenti (quasi 9 su 10) spegne la luce quando si assenta dall'ufficio.
8 dipendenti su 10 eseguono stampe in formato fronte / retro e di solito non stampano le proprie e-mail.
Più dell'85% del personale interpellato tiene le tapparelle abbassate o le tende chiuse nelle ore di esposizione solare del proprio ufficio e oltre 9 persone su 10 tengono una temperatura moderata in ufficio e si vestono di conseguenza.
Ma il dato più interessante è sicuramente quello del mezzo di trasporto utilizzato nel tratto più lungo da parte del personale per recarsi sul posto di lavoro: nella bella stagione il 53,6% dei dipendenti utilizza la bicicletta normale o elettrica, ma complessivamente il 78,1% del personale si muove senza utilizzare mezzi motorizzati privati.
Quando fa freddo o c'è maltempo una percentuale del 17,6 si muove comunque in bicicletta (normale o elettrica), ma ancora il 71,7% del personale utilizza mezzi alternativi (biciclette, piedi, autobus e treno) ai mezzi motorizzati privati (automobile, come conducente o come passeggero, e moto).
Tra gli aspetti da migliorare quello dello spegnimento del computer quando non viene utilizzato per lungo tempo (6 dipendenti su 10 non lo spengono) e soprattutto al termine della giornata lavorativa.
(Fonte: Comune di Bolzano, 5 settembre 2012)
domenica 12 agosto 2012
LE VIVISEZIONE È UNA VIOLENZA CONTRO NATURA
SOLDI E POLITICA
di Verena Pugliese Stop a tutti i maltrattamenti. Su tutti gli esseri viventi! Viviamo in una società dove purtroppo prevalgono i soldi, la crudeltà, basta accendere il Tg e i fatti di cronaca parlano chiaro. Ma io credo che ognuno di noi abbia ancora un cuore e che questo va ascoltato. Ognuno ha un diritto importante ed è quello alla vita. Come è possibile che agli animali questo diritto venga negato nel modo peggiore: la vivisezione , maltrattamenti, uccisioni, ecc. Cosa hanno fatto per meritare tutto questo, tutto questo odio? Viene negato il diritto più importante, che ogni essere vivente dovrebbe avere, uguale se a due o quattro zampe. Il diritto alla vita. Vorrei fare notare che loro darebbero la loro vita per noi esseri umani e loro come vengono ricambiati, venendo uccisi nel modo peggiore che esista. Subendo il lato più brutto dell’uomo. Perché? Loro sono indispensabili per le persone, di esempi concreti ci sono molti. Pensate alla Pet-therapie, ai cani della unità cinofila che grazie al loro fiuto salvano migliaia di vite. Il loro pregio più grande è che sanno perdonare. Nonostante subiscono, riescono ancora a dare affetto. Perché se la si prende sempre con esseri innocenti, indifesi? Cosa hanno fatto per meritare tutto questo? Aprite il vostro cuore e dimostrate che i sentimenti e che il cuore possono ancora vincere. Dimostrate che per una volta nella vita la morale, l’etica prevale sul male. Dimostrate che viviamo in una società dove vince il bene. A cosa serve la legge se non alla difesa del più debole? Forse vi potranno sembrare frasi noiose ma arriva un punto dove tutti noi dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo fatto in vita, dove dobbiamo fare i conti con la nostra coscienza, non importa se ricchi o poveri. Sappiamo tutti che i metodi alternativi esistono, allora facciamo in modo che vengano usati questi, al posto di spezzare vite. Forse vivo su un pianeta a parte, perché mi è stato insegnato che la bontà, la morale il bene, i principi valgono più di tutto, di qualsiasi cosa. Spero ancora che le cose possano cambiare, migliorare. La ricchezza più grande non è avere a fine mese tanti soldi, ma è quello di aprire il proprio cuore e ascoltarlo. Aiutare chi è meno fortunato di noi. La vita è costruzione e non distruzione.
Alto Adige 12-8-12
di Verena Pugliese Stop a tutti i maltrattamenti. Su tutti gli esseri viventi! Viviamo in una società dove purtroppo prevalgono i soldi, la crudeltà, basta accendere il Tg e i fatti di cronaca parlano chiaro. Ma io credo che ognuno di noi abbia ancora un cuore e che questo va ascoltato. Ognuno ha un diritto importante ed è quello alla vita. Come è possibile che agli animali questo diritto venga negato nel modo peggiore: la vivisezione , maltrattamenti, uccisioni, ecc. Cosa hanno fatto per meritare tutto questo, tutto questo odio? Viene negato il diritto più importante, che ogni essere vivente dovrebbe avere, uguale se a due o quattro zampe. Il diritto alla vita. Vorrei fare notare che loro darebbero la loro vita per noi esseri umani e loro come vengono ricambiati, venendo uccisi nel modo peggiore che esista. Subendo il lato più brutto dell’uomo. Perché? Loro sono indispensabili per le persone, di esempi concreti ci sono molti. Pensate alla Pet-therapie, ai cani della unità cinofila che grazie al loro fiuto salvano migliaia di vite. Il loro pregio più grande è che sanno perdonare. Nonostante subiscono, riescono ancora a dare affetto. Perché se la si prende sempre con esseri innocenti, indifesi? Cosa hanno fatto per meritare tutto questo? Aprite il vostro cuore e dimostrate che i sentimenti e che il cuore possono ancora vincere. Dimostrate che per una volta nella vita la morale, l’etica prevale sul male. Dimostrate che viviamo in una società dove vince il bene. A cosa serve la legge se non alla difesa del più debole? Forse vi potranno sembrare frasi noiose ma arriva un punto dove tutti noi dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo fatto in vita, dove dobbiamo fare i conti con la nostra coscienza, non importa se ricchi o poveri. Sappiamo tutti che i metodi alternativi esistono, allora facciamo in modo che vengano usati questi, al posto di spezzare vite. Forse vivo su un pianeta a parte, perché mi è stato insegnato che la bontà, la morale il bene, i principi valgono più di tutto, di qualsiasi cosa. Spero ancora che le cose possano cambiare, migliorare. La ricchezza più grande non è avere a fine mese tanti soldi, ma è quello di aprire il proprio cuore e ascoltarlo. Aiutare chi è meno fortunato di noi. La vita è costruzione e non distruzione.
Alto Adige 12-8-12
martedì 24 luglio 2012
Con il “Mountain Pass” l’auto può restare in garage
LA VILLA Torna, anche quest'estate, la carta di mobilità Mountain Pass voluta dal Consorzio turistico Alta Badia per contenere il più possibile l'uso dell'auto privata al fine di salvaguardare l'ambiente. L'iniziativa ha riscosso un grande successo e quindi viene riproposta con crescente entusiasmo da parte degli operatori turistici della vallata che puntano molto su questa Carta per "frenare" il traffico che è sempre molto intenso soprattutto sulle strade che portano verso i passi e nei centri abitati della vallata ladina. Il Mountain Pass permette ad adulti e bambini di utilizzare i 14 impianti di risalita che funzionano anche nel periodo estivo, tutti gli autobus di linea attorno al gruppo del Sella -quindi con la possibilità di conoscere anche le vallate ladine - ed anche le linee autobus della Badia, della Gardena, della Pusteria e della valle d'Isarco fino a Bolzano. La Carta di mobilità dell'Alta Badia consente di usufruire anche di innumerevoli agevolazioni sui costi di ingresso a cinema, piscina, stadio del ghiaccio, lago biotopo, Adventure Park, alle escursioni a tema che vengono organizzate giornalmente dal Consorzio turistico della vallata ladina. Mountain Pass è acquistabile presso numerosi esercizi ricettivi, impianti di risalita ed associazioni turistiche dell'Alta Badia. Le tariffe - davvero convenienti in relazione alle offerte - sono suddivise per tipologia; la Carta per i bambini è completamente gratuita se abbinata all'acquisto di un Mountain Pass per adulti. Maggiori informazioni possono essere attinte consultando il sito www.mountainpass.it. (e.d.)
Alto Adige 24-7-12
lunedì 23 luglio 2012
BUS PUBBLICI Misurina-Tre Cime a tariffa diseguale
BUS PUBBLICI Misurina-Tre Cime a tariffa diseguale Avete mai utilizzato il servizio di trasporto pubblico sulla tratta Misurina – Tre Cime di Lavaredo? Trovare un posto disponibile è pressoché impossibile, code di passeggeri attendono un bus nonostante siano programmate 14 corse di andata e 14 corse di ritorno (7 Dolomitibus + 7 SAD) e nonostante siano utilizzati anche autobus autosnodati, siano previste corse di rinforzo e sia permesso il trasporto di persone in piedi. Facendo due veloci calcoli è ovvio che il servizio abbia tutti i requisiti per potersi sostenere con la sola vendita dei titoli di viaggio e così deve essere trattandosi di un servizio turistico e non di un servizio a valenza sociale. Questa mattina leggo che i sindacati di Dolomitibus hanno sollevato il problema della tariffazione sulla tratta Misurina – Tre Cime di Lavaredo. La questione nasce dal diverso costo dei titoli di viaggio tra le corse effettuate per l’appunto da Dolomitibus e le corse effettate dalla SAD. Utilizzando la SAD l’utente per un viaggio di andata e ritorno paga 5,50 euro mentre con la compagnia Bellunese il costo è di 9,00. Come mai? Probabilmente la differenza sta nei costi di gestione delle due aziende o forse dal fatto che SAD investe tutti i proventi derivanti dal trasporto pubblico nell’ammodernamento ed intensificazione dello stesso mentre Dolomitibus anche tramite la controllata Dolomiti Tours distrae i proventi derivanti dal trasporto pubblico destinandoli allo sviluppo dell’attività tavolo di lavoro per portare la tariffa della SAD alla pari della tariffa Dolomitibus non si pensa di affidare l’intero esercizio del servizio alla provincia di Bolzano offrendo quindi un servizio unificato ad un costo nettamente inferiore per il passeggero? In Alto Adige da molti anni il trasporto pubblico viene svolto grazie alla collaborazione tra la SAD e alcune ditte private che organizzate i piccoli bacini offrono un servizio di alta qualità con veicoli nuovi, frequenze cadenzate e un notevole risparmio nella realizzazione dei servizi. La provincia di Bolzano inoltre prevede una serie di titoli di viaggio (carta valore, mobility car ecc..) che permettono di viaggiare su tutti i mezzi di trasporto (autobus, treno, impianti di risalita ecc..) a dei prezzi vantaggiosi, cosa che per in provincia di Belluno non avviene come sollevato nella lettera del turista Statunitense qualche giorno fa. L’indirizzo normativo Europeo, che deve essere seguito quindi da quello nazionale e regionale prevede infatti che, per evitare il crearsi di assetti monopolistici e enormi sprechi di denaro pubblico, l’ente concedente prima di elargire finanziamenti per la realizzazione dei servizi ha l’obbligo di verificare l’esistenza di aziende in grado di eseguire il servizio a rischio d’impresa quindi senza contributi a carico della pubblica amministrazione ovvero della collettività. Purtroppo fino ad oggi questo non è mai avvenuto e ricordo con amarezza che, anziché risparmiare denaro pubblico smettendo di finanziare servizi a valenza turistica che come abbiamo visto devono mantenersi autonomamente la provincia di Belluno ha pensato bene di aumentare il costo dei titoli di viaggio ed eliminare il cosiddetto abbonamento “unico studenti” mandando in crisi l’economia di molte famiglie bellunesi!
Alois Mayr
Alto Adige 23-7-12
lunedì 9 luglio 2012
Tozzi e la Regina: alla scoperta del ghiacciaio
Il 10 luglio sulla Marmolada con il geologo O biettivo: imparare i segreti dell’ambiente
di Katja Casagranda Il geologo Mario Tozzi sarà ospite del Progetto Speciale “Il racconto delle Dolomiti”, nell’ambito della rassegna I Suoni delle Dolomiti. L’appuntamento è per martedì 10 luglio, ore 14, con l’incontro dal suggestivo titolo “La Regina è nuda”, un dialogo aperto sulla Marmolada e il suo ghiacciaio. Il luogo scelto è proprio di fronte alla Regina delle Dolomiti, a Col de Paussa, con accesso dal rifugio Viel dal Pan (a monte di Canazei) o da passo Fedaia. Un’occasione per interrogarsi sullo stato di salute del ghiacciaio, la correlazione con l’andamento mondiale e su quali sono i comportamenti da adottare per preservare l’ambiente che ci ospita e quel sottile equilibrio che permette la sopravvivenza della specie umana. Ospite de i Suoni delle Dolomiti, viene in quota per parlare di ambiente, come sarà l’incontro con il pubblico, dal momento che la rassegna è più conosciuta per l’abbinamento montagna e spettacolo? Quello che propongo è un incontro interattivo che sia di stimolo ad un dialogo e una riflessione. Indagheremo lo stato del manto nevoso del ghiacciai in base alle osservazioni scientifiche. Ma si parlerà anche di turismo ed ambiente e turismo ambientale. Il Trentino Alto Adige nel nuovo millennio rischia di dover trovare un nuovo rapporto con la neve. Ma siamo già ad un punto di non ritorno? Oggi no, ma domani potrebbe essere tardi. Si deve approcciarsi al territorio in maniera ragionata e consapevole. La prima soluzione da adottare quale deve essere? Innanzitutto si deve conoscere e capire la situazione e un atteggiamento più generale di convenienza rischia di trasformarsi in problema. Il Trentino ha un approccio generale consapevole all’ambiente, un buon atteggiamento circa la raccolta differenziata, l’uso razionale dell’acqua. Esiste una discreta salvaguardia e tutela del territorio, se confrontato con il resto d’Italia. Eppure proprio la Marmolada qualche anno fa riservò la sorpresa che per convenienza vi si era tracciata una pista di risalita sul ghiacciaio. E’ possibile un equilibrio tra convenienza ed ecosistema? Assolutamente no anche perché non esiste convenienza a tale prezzo. Lo stesso vale per il rapporto uomo ambiente. Il turismo di massa va rivisto: una spiaggia che può contenere cento persone se sono cinquecento diventa invivibile. E’ logica. Quindi anche il turismo è dannoso? Sono i numeri da cavallette da mordi e fuggi. Invece il turismo è una risorsa nel momento in cui coltivi le presenze spalmate nel tempo, con offerte che facciano allungare le soste e inducano a far tornare. Quindi portare Rimini in alta quota è dannoso anche solo per un giorno? L’ambiente va rispettato nei tempi e negli spazi. Meglio pensare a creare un flusso continuo durante l’anno che a masse di persone che si muovono tutte assieme. Tornando al ghiacciaio. I fenomeni dello sgretolamento che a volte hanno le rocce dolomitiche hanno implicazioni ambientali? Il ritiro dei ghiacciai fa mancare la base alle rocce e quindi è un fenomeno anche causato dall’inquinamento umano. Stiamo parlando di effetti causati dall’attività umana? Sì, stringe il tempo per firmare accordi internazionali, fermarsi e fare un passo indietro.
Alto Adige 8-7-12
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