La proprietà: ripartire dal progetto Thun
di
Paolo Campostrini
BOLZANO Il Virgolo è passato dal poter diventare la
collina delle fiabe (il progetto Thun) all'essere quella delle favole (i
progetti alternativi ma senza un soldo per realizzarli). Se ci fosse di
mezzo Bersani, direbbe che stiamo pettinando le bambole: perché chi
parla oggi non ha nè sponsor nè fondi per poter passare dalle parole ai
fatti; chi li aveva (gli sponsor e i fondi) non parla più. Il problema,
anche per Italia Nostra che l'altro giorno ha presentato la sua idea, è
che il Virgolo non è “nostro” ma è loro. Di chi ha comprato i terreni:
la collina di Bolzano è in realtà della Bbg (società divisa in parti
uguali tra Repetto, Della Vedova, la Hobag di Reichegger, la Wipptaler
Bau di Egartner, Oberosler e Calligione). Dice Vittorio Repetto, che ne è
il presidente: «Parlarne come se si trattasse dei prati del Talvera è
sbagliato due volte, primo perché non è vero, secondo perché a non dire
le cose come stanno si allontana la soluzione». E allora? «Allora la
soluzione che proponiamo è questa: il Comune deve ricominciare a
decidere e a fare politica e lo può fare in due modi - aggiunge Luigi
Della Vedova -. O ci offre un terreno in permuta e allora del Virgolo
può disporre come meglio crede oppure mette mano ad un progetto
ecocompatibile e ne garantisce la sostenibilità attraverso un confronto
con la proprietà e le offerte sul tappeto». Voi le avete? «Le abbiamo». I
passaggi sarebbero due: uno è quello di ricomporre l'asse progettuale
delineato da Matteo Thun per fare spazio a insediamenti alternativi
(Eurac, Lub, Vke). L'altro, di offrire le opportunità per collegare
finalmente il Virgolo alla città (parcheggi a valle, ponte pedociclabile
sull'Isarco, funivia e servizi). Tutto, in realtà, era nato dal Comune.
C'era Bassetti assessore. Altri tempi. Bassetti chiama Repetto, Della
Vedova e Calligione e dice: il Virgolo va in rovina ma c'è una proposta
(quella di Thun) per rilanciarlo. E' una bella proposta ma costa. Visto
che qualcuno di voi ha già del terreno (Calligione) che ne dite di farvi
un consorzio, comprare gli ettari che servono, sostenere Thun e
affiancare Comune e Provincia nell'operazione? Silvano Bassetti aveva
una certa idea di città. Che partiva dai nuovi quartieri disegnati e
arrivava ad una connessione molto laica tra pubblico e privato per
consentire a Bolzano di ottenere comunque quello che le serviva. E se
serviva riavere il Virgolo, i privati erano la cassaforte per poter far
avanzare un progetto di risanamento che il pubblico avrebbe comunque
controllato (o contrattato) nei suoi contenuti. Del tipo: voi ci mettete
i soldi ma potrete farli fruttare solo se la città avrà la sua porzione
di spazi. «Un'idea sostenibile - ricorda Repetto - ma che è andata a
sbattere su un muro tutto ideologico in cui il privato era il diavolo e
Thun il totem da abbattere». Così con Thun, “l'acqua sporca” secondo gli
avversari di allora, si è gettato via anche il bambino (la possibilità
che Bolzano tornasse a riavere spazi pubblici fruibili sulla sua
collina). Adesso, senza i 70 milioni che avrebbe garantito Thun, il
Comune può soltanto andare ad ascoltare Italia Nostra (come ha fatto
l'altro ieri) e poi rispondere: bene, ma non abbiamo una lira. E Italia
Nostra può solo presentare la sua idea e poi dire: bene, e adesso
pensate voi come pagarla. Probabile glossa di Bersani: state svuotando
il mare col secchiello. L'altro fronte è quello di Rudi Benedikter che
ha avuto l'incarico dal municipio di mettere insieme le possibilità
residue e farne un “expertise“. E la novità è che quello che ha messo
insieme Benedikter, le alternative emerse nel dopo-Thun per riempire gli
spazi di attività che abbiano un possibile ritorno (un nuovo
albergo...) ma senza precludere cultura e natura fruibile, non dispiace
alla Bbg. Anche l'Eurac? «Anche l'Eurac o la Lub. L'importante è aprire
un tavolo, chiamare gli interlocutori e disegnare uno scenario
sostenibile. E per sostenerlo servono i soldi». Altrimenti il Virgolo
finisce male? «E' l'ultima cosa che vogliamo - dice Della Vedova- visto
che ci abbiamo investito. Ma è l'ultima cosa che dovrebbe volere anche
il Comune, visto che dovrebbe essere anche la sua collina. Solo per i
progetti abbiamo investito trecentomila euro». Ma sul Virgolo c'è solo
degrado e questo non va... E allora? «Allora il Comune decida. Le
conclusioni di Benedikter parlano di una spesa che va dai 30 ai 45
milioni. E' giusto. Il calcolo è corretto - dice Della Vedova - ma va
fatto piovere in un contesto realistico. E realisticamente non è
incompatibile il ruolo dei privati rispetto ad un uso pubblico
dell'area. Se si lasciassero da parte gli scudi ideologici e si
ragionasse sui fatti, progetti e carte catastali in mano, ci
guadagnerebbero soprattutto i bolzanini». Da dove si riparte? «Direi da
Bassetti. Lui aveva progettato di far sedere il nuovo Virgolo su uno
sgabello a quattro piedi: noi, il Comune, Thun e la Provincia. Tre ci
sono ancora. Il terzo possono metterlo anche gli enti che Italia Nostra
ha citato». Prossima mossa? «Il Comune ci chiami e tutto riparte».
Alto Adige 6-12-12
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