Sei
visioni per il futuro di noi giovani. Sono quelle elaborate quest’anno
nel corso del progetto LiberaMente, in particolare durante il campus di
Bruxelles, di cui ho curato un diario collettivo, pubblicato sull’Aldo
Adige qualche giorno fa. Ma ecco qui, in sintesi, i principali punti a
cui si è giunti. Formazione. Secondo quanto immaginato dai ragazzi, nel
2020 il sistema scolastico e universitario europeo dovrà essere più
accessibile sia da un punto di vista economico che logistico, garantendo
non soltanto l’istruzione, ma anche la mobilità internazionale. Nel
2020 il sistema scolastico europeo dovrà trovare un equilibrio tra
standardizzazione (ad esempio dal punto di vista contenutistico e di
valore dei titoli di studio) e personalizzazione (che responsabilizzi
gli studenti già nelle scuole secondarie superiori, rendendoli capaci di
scegliere poi più consapevolmente il percorso universitario). Mestieri.
Il lavoro in nero colpisce anche molti ragazzi nell’ambito dei
“lavoretti” svolti durante gli studi. La direzione deve essere, in ogni
ambito, quella di un maggiore rispetto dei diritti (promuovere ad
esempio il congedo di paternità e inserire “quote” anche legate all’età
per promuovere l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro) e aumentare
la flessibilità degli orari lavorativi per aumentare così indirettamente
la produttività dei singoli, anche attraverso logiche quali il
“lavorare meno, lavorare tutti”. Locale e identità. Durante le
discussioni in gruppi le tematiche toccate vertevano principalmente – ma
non solo – su dimensioni più locali e legate al quotidiano dei ragazzi
(quali la scuola plurilingue, i crediti scolastici e le ore di
volontariato), nella fase finale di confronto in plenaria il dibattito
si è acceso intorno alla concezione del rapporto tra UE e realtà locale,
e i ragazzi con più esperienza hanno esortato a cercare di uscire dalla
consueta visione localistica “isolata”. Politica. L’Europa del 2020
potrebbe creare un organo rappresentativo della componente giovanile
europea che possa avere un posto fisso all'interno della commissione per
poterne influenzare le decisioni. Parallelamente a questa esigenza di
apertura dall’alto, ci si è resi conto della necessità di sensibilizzare
i giovani (e non solo) sull’importanza dell’Europa nella nostra vita
quotidiana, attraverso l’introduzione di lezioni di “attualità” durante
gli orari scolastici. Cultura. Un’importante conclusione a cui si è
giunti è che non si può immaginare la dimensione culturale europea
prescindendo dalla consapevolezza che la cultura è differente per ognuno
anche nella sua stessa definizione e influenza tutti gli aspetti della
vita quotidiana. Comprendere questo, e valorizzare quindi il ruolo
chiave della cultura nello sviluppo delle persone e della società, è una
visione chiave per l’Europa del 2020. Rete e comunicazione. Obiettivo
iniziale è stato quello di ribaltare il concetto di rete, solitamente
considerato un qualcosa che sfavorisce i rapporti umani diretti, come
uno strumento positivo, anche a livello sociale. Come può internet
contribuire, ad esempio, allo sviluppo di un’identità europea? Quali
potrebbero essere le modalità migliori per avvicinare i giovani alle
istituzioni europee attraverso il web? Un aspetto centrale riguarda
sicuramente la lingua che l’Unione Europea usa o dovrebbe usare.
L’inglese come “lingua ufficiale” dell’UE dovrebbe essere quasi
scontato, però il dibattito sull’eventualità di una lingua unica in
tutta l’Unione si è protratto a lungo e con idee molto divergenti. Un
secondo argomento ha riguardato invece la copertura da parte della
stampa nazionale e locale sulle politiche europee e sui progetti
dell’UE. Un’idea lanciata è quella di inserire una “Rubrica dell’Unione
Europea” su tutti i giornali, nazionali e locali. L’idea di un’effettiva
unione a livello europeo non può inoltre prescindere da una maggiore
facilità per quanto riguarda gli spostamenti e le comunicazioni.
Un’ultima idea ipotizzata nell’ottica di favorire lo sviluppo di
un’identità europea sta nella creazione di una “Tessera servizi del
Cittadino europeo”, collegata ad una rete che consenta di ottenere
agevolazioni per trasporti, musei ecc. all’interno dell’Unione.
di Daniel Benelli*
co-responsabile LiberaMente 2012
Alto Adige 24-12-12
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