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lunedì 24 dicembre 2012

Con LiberaMente 6 visioni per il futuro

Sei visioni per il futuro di noi giovani. Sono quelle elaborate quest’anno nel corso del progetto LiberaMente, in particolare durante il campus di Bruxelles, di cui ho curato un diario collettivo, pubblicato sull’Aldo Adige qualche giorno fa. Ma ecco qui, in sintesi, i principali punti a cui si è giunti. Formazione. Secondo quanto immaginato dai ragazzi, nel 2020 il sistema scolastico e universitario europeo dovrà essere più accessibile sia da un punto di vista economico che logistico, garantendo non soltanto l’istruzione, ma anche la mobilità internazionale. Nel 2020 il sistema scolastico europeo dovrà trovare un equilibrio tra standardizzazione (ad esempio dal punto di vista contenutistico e di valore dei titoli di studio) e personalizzazione (che responsabilizzi gli studenti già nelle scuole secondarie superiori, rendendoli capaci di scegliere poi più consapevolmente il percorso universitario). Mestieri. Il lavoro in nero colpisce anche molti ragazzi nell’ambito dei “lavoretti” svolti durante gli studi. La direzione deve essere, in ogni ambito, quella di un maggiore rispetto dei diritti (promuovere ad esempio il congedo di paternità e inserire “quote” anche legate all’età per promuovere l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro) e aumentare la flessibilità degli orari lavorativi per aumentare così indirettamente la produttività dei singoli, anche attraverso logiche quali il “lavorare meno, lavorare tutti”. Locale e identità. Durante le discussioni in gruppi le tematiche toccate vertevano principalmente – ma non solo – su dimensioni più locali e legate al quotidiano dei ragazzi (quali la scuola plurilingue, i crediti scolastici e le ore di volontariato), nella fase finale di confronto in plenaria il dibattito si è acceso intorno alla concezione del rapporto tra UE e realtà locale, e i ragazzi con più esperienza hanno esortato a cercare di uscire dalla consueta visione localistica “isolata”. Politica. L’Europa del 2020 potrebbe creare un organo rappresentativo della componente giovanile europea che possa avere un posto fisso all'interno della commissione per poterne influenzare le decisioni. Parallelamente a questa esigenza di apertura dall’alto, ci si è resi conto della necessità di sensibilizzare i giovani (e non solo) sull’importanza dell’Europa nella nostra vita quotidiana, attraverso l’introduzione di lezioni di “attualità” durante gli orari scolastici. Cultura. Un’importante conclusione a cui si è giunti è che non si può immaginare la dimensione culturale europea prescindendo dalla consapevolezza che la cultura è differente per ognuno anche nella sua stessa definizione e influenza tutti gli aspetti della vita quotidiana. Comprendere questo, e valorizzare quindi il ruolo chiave della cultura nello sviluppo delle persone e della società, è una visione chiave per l’Europa del 2020. Rete e comunicazione. Obiettivo iniziale è stato quello di ribaltare il concetto di rete, solitamente considerato un qualcosa che sfavorisce i rapporti umani diretti, come uno strumento positivo, anche a livello sociale. Come può internet contribuire, ad esempio, allo sviluppo di un’identità europea? Quali potrebbero essere le modalità migliori per avvicinare i giovani alle istituzioni europee attraverso il web? Un aspetto centrale riguarda sicuramente la lingua che l’Unione Europea usa o dovrebbe usare. L’inglese come “lingua ufficiale” dell’UE dovrebbe essere quasi scontato, però il dibattito sull’eventualità di una lingua unica in tutta l’Unione si è protratto a lungo e con idee molto divergenti. Un secondo argomento ha riguardato invece la copertura da parte della stampa nazionale e locale sulle politiche europee e sui progetti dell’UE. Un’idea lanciata è quella di inserire una “Rubrica dell’Unione Europea” su tutti i giornali, nazionali e locali. L’idea di un’effettiva unione a livello europeo non può inoltre prescindere da una maggiore facilità per quanto riguarda gli spostamenti e le comunicazioni. Un’ultima idea ipotizzata nell’ottica di favorire lo sviluppo di un’identità europea sta nella creazione di una “Tessera servizi del Cittadino europeo”, collegata ad una rete che consenta di ottenere agevolazioni per trasporti, musei ecc. all’interno dell’Unione.
di Daniel Benelli*  co-responsabile LiberaMente 2012
Alto Adige 24-12-12

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