Informazioni personali

Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha, comunque, carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali ivi contenuti. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001

sabato 20 ottobre 2012

Cassazione su tumori troppe ore al cellulare aumentano il rischio


Corte dà ragione a un manager malato in causa con Inail Per 12 anni usò telefonino sei ore al giorno per lavoro 

ROMA Troppe ore al cellulare possono avere «un ruolo almeno concausale» nell’insorgere di alcuni tipi di tumori. E’ il caso di un manager di Brescia che per circa dodici anni ha utilizzato il telefonino dell’ufficio per una media di 5-6 ore al giorno e nel 2002 ha scoperto di avere sviluppando una grave patologia tumorale all’orecchio sinistro dove appoggiava il cellulare. Lo ha deciso la Cassazione che ha dato torto all’Inail che non voleva riconoscere il rischio «lavorativo» e il conseguente diritto alla pensione per malattia professionale, per l’uso del telefonino e del cordless. Non solo: ha anche riconosciuto la «maggiore attendibilità» degli studi epidemiologici indipendenti rispetto a quelli «cofinanziati dalle stesse ditte produttrici di cellulari. La Suprema Corte ha così respinto il ricorso con il quale l’Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro contestava il diritto alla rendita per malattia professionale, con invalidità dell’80%, riconosciuto dalla Corte di Appello di Brescia a Innocente M. che, nonostante le terapie anche chirurgiche cui si era sottoposto, aveva riportato «esiti assolutamente severi». Senza successo, l’Inail ha provato a sostenere che non erano suffragati dal giudizio di affidabilità della «comunità scientifica» gli studi sul rischio dell’uso intensivo dei cellulari sui quali si era basata la consulenza tecnica del manager. La Cassazione ha replicato che gli studi indipendenti condotti tra il 2005 e il 2009, che hanno evidenziato un maggiore rischio di insorgenza di neoplasie negli utilizzatori «forti» di telefonia mobile, sono, correttamente, stati considerati di «maggiore attendibilità» dai giudici dell’appello, «stante la loro posizione di indipendenza, ossia per non essere stati cofinanziati, a differenza di altri, anche dalle stesse ditte produttrici di cellulari». Una «sentenza molto importante che apre la strada ai risarcimenti» ha commentato il Codacons. Invita invece alla cautela Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri: «Allo stato attuale non ci sono ragioni per dire che ci sia un rapporto diretto causa-effetto tra telefoni cellulari e tumori». 
Alto Adige 19-10-12

Nessun commento:

Posta un commento