"Materiale ben raccolto e ordinato può valere quanto una storia scritta" L'attenzione più autentica siamo noi
Informazioni personali
- apritisangia
- Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha, comunque, carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali ivi contenuti. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001
martedì 17 luglio 2012
Il Bauernbund: «Basta cemento Si mangia gli ultimi terreni»
L’affondo dei contadini: si costruiscono 200 ettari l’anno, così sparirà tutto il settore agro-alimentare Replica la Provincia: la corsa alla costruzione è finita e comunque si sono costruite case anche per voi
di Riccardo Valletti
BOLZANO Tra edifici per abitazioni residenziali e capannoni industriali, l’agricoltura perde i suoi terreni con una velocità impressionante e nella sede del Bauernbund è scattato l’allarme rosso. L’ultimo dato disponibile, che risale al 2007, restituisce una superficie edificata quadrupla rispetto a quella delle misurazioni iniziali, che sono addirittura del 1968, con una media di consumo di suolo agricolo di oltre 200 ettari l’anno (ma erano anche gli anni del boom edilizio!). Se questo trend dovesse continuare anche in futuro, spiega il presidente Leo Tiefenthaler, tutto il settore agroalimentare altoatesino sarebbe a rischio entro i prossimi vent’anni, con conseguenze disatrose per l’economia e il paesaggio: «Noi faremo di tutto per evitare rischi del genere». Il rapporto presentato è una sorta di richiamo istituzionale alla politica urbanistica della Provincia e di tutti i comuni altoatesini che hanno dato libero sfogo a quello che a tutti gli effetti è stato un boom delle costruzioni, e che ora, afferma Tiefenthaler, "deve terminare". La patata bollente passa quindi alla politica, presa tra la crisi delle imprese edili che chiedono nuovi incentivi e gli agricoltori pronti a combattere fino all’ultimo metro quadrato di coltivazione. La questione, apparentemente banale, chiama in causa molti altri fattori che concorrono a creare l’equilibrio attuale del rapporto cemento-verde. Se da un lato infatti il Bauernbund chiede la revisione dei limiti di altezza degli edifici, anche in funzione delle migliorate tecnologie costruttive, dall’altro sussiste il vincolo paesaggistico che rende una fortuna in termini di turismo, e che si vedrebbe drammaticamente sfregiato se gli edifici iniziassero a crescere in altezza; c’è poi la proposta di dirottare gli incentivi sulla casa solo alle ristrutturazioni, evitando quindi di alimentare il circolo vizioso dell’abbandono di fabbricati e costruzione di nuovi. "In provincia di Bolzano ci sono centinaia di capannoni vuoti e in disuso – denuncia il direttore Siegfried Rinner – molti dei quali sono stati costruiti e mai utilizzati, una politica attenta dovrebbe saper riconvertirli per usi diversi, piuttosto che lasciarli in abbandono". La terza, e più controversa proposta dei contadini uniti nella potente associazione del Bauernbund è quella di dirottare le costruzioni sui terreni boschivi invece che quelli agricoli. "Negli ultimi dieci anni il riscaldamento globale ci ha regalato tra i 10 e i 15 mila ettari di boschi – afferma Tiefenthaler – se le città hanno bisogno di terreni, allora che agli agricoltori venga restituito metro su metro togliendolo ai boschi riconvertendoli in terreni agricoli". Questa soluzione, ribatte a stretto giro di posta il presidente Luis Durnwalder, è già stata adottata, "ogni anno circa 150 ettari di boschi e pascoli vengono convertiti in terreni agricoli, e in ogni caso la corsa alla costruzione è terminata, il gap delle infrastrutture è stato recuperato costruendo impianti, scuole, strade, zone produttive e abitative, comprese le case per i figli degli agricoltori".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento