Informazioni personali

Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha, comunque, carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali ivi contenuti. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001

venerdì 27 gennaio 2012

Treno della Memoria, partiti 150 ragazzi altoatesini di tutti i gruppi linguistici


Insieme almeno in questa occasione: italiani e tedeschi per vedere con gli stessi occhi i campi di sterminio

RICCARDO VALLETTI 
Centocinquanta ragazzi dei diversi gruppi linguistici dell’Alto Adige sono partiti ieri con il “Treno della Memoria - Zug der Erinnerung“ per la Polonia. Un’esperienza significativa con l’obiettivo di ricordare il Giorno internazionale della Memoria delle vittime del nazionalsocialismo, che ricorre quest’oggi, ed interpretare il presente. La trasferta avrà un durata complessiva di 7 giorni fino al 1º febbraio prossimo: la meta finale non sono solo il campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau ed il ghetto di Cracovia, ma anche l’analisi dei temi dell’estremismo, discriminazione e esclusione nel presente. Tre dei giovani partecipanti fungeranno da reporter e si occuperanno della documentazione dell’esperienza, mentre il gruppo di giovani del Teatreno - Wörterzug si esibiranno in una piccola performance durante l’esperienza in Polonia, mentre il progetto “Treno della Memoria - Zug der Erinnerung“ continuerà anche nei mesi successivi (febbraio, marzo e aprile) con l’analisi e l’approfondimento da parte dei gruppi di partecipanti all’esperienza dei temi della discriminazione, del razzismo, rielaborando in questo modo il viaggio del Treno della Memoria, e sviluppando alcune riflessioni sull’attualità ed il contesto locale.
 Si sono preparati per mesi, ripassando la storia della Shoah, ricostruendo gli eventi con l’aiuto di film e teatro, libri e letteratura. «Ma Primo Levi non basta - afferma Francesco Fritz, liceale al Carducci - per comprendere le dimensioni di quello che è successo in quei luoghi». Per questo il Treno della memoria è un progetto importantissimo, «bisogna vedere quei luoghi con i propri occhi, per poi tenerli sempre presenti per il resto della vita». Ogni ragazzo europeo, aggiunge Francesco, «dovrebbe fare un viaggio come questo almeno una volta nella vita». Un viaggio dal significato profondo, ben oltre il contenuto culturale, «è un’esperienza di educazione civica - afferma Keidi Jatro, che lo affronta per la seconda volta - l’anno scorso sono rimasto scioccato, è stata una delle esperienze più forti che potessi immaginare, torno volentieri per misurare la mia reazione e per aiutare gli altri ragazzi». Keidi riparte stavolta con il ruolo di animatore dell’organizzazione. «Ci siamo preparati tantissimo in questi mesi, tutti insieme almeno in questa occasione, italiani e tedeschi che fanno un viaggio solo». Anche in questo la partenza guadagna valore simbolico, si tratta di una delle poche occasioni che hanno gli studenti dei due gruppi linguistici di condividere qualcosa. Sorridono all’idea della partenza Emily Longhi, Maria Mayrhans e Anita Götsch, sempre insieme, anche in questo viaggio alla scoperta di un passato da non dimenticare. «Il razzismo è un tema quanto mai attuale - afferma Emily - torna sempre e ora si direbbe in aumento».
 Per loro sarà una settimana on the road, «il viaggio è lungo, sono 20 ore di treno - spiega Anita - poi visiteremo Auschwitz, Birkenau, il ghetto e la fabbrica di Schindler». Non una passeggiata quindi, «ma ne vale la pena - aggiunge Maria - leggerlo soltanto in classe su un libro non sarebbe mai stato la stessa cosa».
Alto Adige 27-1-12

Nessun commento:

Posta un commento