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martedì 17 gennaio 2012
E se la colpa fosse di quelli che remano contro?
«isolamento» di Bolzano
GIANCARLO ANSALONI
Per di più in un periodo nero per le ferrovie, con il taglio dei treni notturni, a lunga percorrenza, turistici; in aggiunta la riduzione della linea del Brennero a mezzo servizio per lavori di manutenzione in Austria.
Ebbene, di fronte a questo deprimente scenario nel settore trasporti, che aggrava l’ormai incontestabile «isolamento» di Bolzano, c’è chi chiede l’intervento della Corte dei Conti per un «redde rationem» da parte della Provincia colpevole di aver contribuita con proprie quote peraltro ridotte ormai la minimo, a tenere in piedi un servizio «non di interesse pubblico».
Ma paradossalmente, la richiesta potrebbe anche essere capovolta: cioè la stessa Corte potrebbe essere sollecitata a intervenire nei confronti di quanti con un fuoco di sbarramento, altro non hanno fatto se non aggravara le perdite, ritardando di almeno 4 anni i progetti grazie ai quali, l’Abd avrebbe invece potuto ridurre drasticamente il deficit.
Ipotesi ovviamente provocatoria: chiunque infatti è nel pieno diritto di esercitare legalmente opposizione e controlli sulla gestione pubblica. Il che comunque non li esenta da altrui pesanti critiche sulla discutibile campagna di «sabotaggio» a un servizio di trasporto non meno pubblico di treni e bus.
Quando nel 1999 l’aeroporto fu inaugurato nessuno ebbe alcunché da recriminare: la compagnia «Tyrolean» volava usufruendo di una pista regolamentare (1426 metri) fino al suo ritiro. I guai arrivarono quando poco dopo, l’Enac tagliò di quasi 200 metri di pista lato nord. L’Abd dovette rimediare in tutta fretta «resuscitando, grazie a privati, l’Air Alps», in disarmo, ma unica dotata di piccoli aerei in grado atterrare su una pista da «aeromodelli», in attesa di concordare con l’Enac il ripristino della pista, spostandola verso sud.
L’operazione fu però abilmente «manipolata» e gabellata al pubblico come «allungamento» con conseguenti allarmismi al limite del «terrorismo psicologico», prospettando assurdi atterraggi di «jumbo», crescita esponenziale dell’inquinamento, scarichi di cherosene sui frutteti in caso di avarie, ricorrendo perfino a un referendum risultato fallimentare. Per allentare la tensione, la Giunta provinciale, nel 2008, escogitò una «mediazione» pubblica, risoltasi in una sagra di chiacchiere costata 500 mila euro e conclusasi in clima elettorale, con una improvvida marcia indietro del presidente Durnwalder, preoccupato per la sorte di 3 mila voti della Bassa Atesina.
Risultato: la Svp perse comunque voti e a San Giacomo l’Abd e Air Alps continuarono ad accumulare perdite ampiamente propiziate da quegli stessi gruppi anti-aeroporto i che ora imputano i deficit all’Abd e alla Provincia.
Ma cosa pretendevano e ancora pretendono i protezionisti, a prescindere dalla demenziale ipotesi di una chiusura? Che un aeroporto sopravviva senza sostegno pubblico, contando esclusivamente su un’utenza giornaliera di «ben» 248 (dicansi 248) potenziali passeggeri, il massimo che l’Air Alps poteva trasportare con otto movimenti giornalieri (costretta per di più a lasciare a terra decine di clienti aspiranti al primo volo mattutino), quando, notoriamente, tutti gli scali del mondo si mantengono con tassa sui movimenti, sui passeggeri, con i margini sul carburante, con catering e altri servizi.
La Provincia spende annualmente poco più di 100 milioni di euro per il trasporto pubblico con treni, bus e funivie, pagati da noi tutti contribuenti; di questi, 2 milioni (in fase di calo grazie all’aumento dei passeggeri) per l’aeroporto (gli ulteriori due sono solo ratei dei mutui).
Gli ecologisti non vogliono spese per l’aereo,? Volendo, presto potrebbero essere accontentati: pare infatti che Innsbruck sia al limite della saturazione in ambito «charter» e guarderebbe a Bolzano come impianto ausiliario sul quale dirottare il surplus, come avviene già in estate: una vera manna per le casse dell’Abd e per la nostra economia.
Altro che aeroporto inutile!
Alto Adige 17-1-12
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