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martedì 24 gennaio 2012

Bagnasco: «Evadere le tasse è peccato»


GABRIELE RIZZARDI
ROMA. «Evadere le tasse è peccato. Per un soggetto religioso questo è addirittura motivo di scandalo. La Chiesa non può e non deve coprire auto-esenzioni improprie». La crisi economica e le ricette per superarla sono al centro dell’intervento del cardinale Angelo Bagnasco, che ieri ha aperto i lavori del Consiglio permanente della Cei assicurando che per quanto riguarda il pagamento dell’Ici la Chiesa «farà la sua parte senza chiedere privilegi» mentre i sindaci dovranno «vigilare». Nella sua prolusione, discussa lunedì scorso con Papa Benedetto XVI, l’arcivescovo di Genova spiega che la crisi che colpisce il nostro paese non è soltanto economica ma riguarda anche i valori e le istituzioni.
 Molto spazio viene dedicato al governo Monti e alle riforme che sta portando avanti. Bagnasco apprezza lo sforzo del Professore e parla di un governo «di buona volontà» autonomo non dalla politica ma dalle sue «esasperazioni». Un governo che, anche se tecnico, ha bisogno dell’appoggio dei partiti che non possono essere «spettatori» e il presidente della Cei spiega perché. «Non può esserci sospensione della responsabilità politica perché c’è da salvare l’Italia, l’appartenenza politica viene dopo» avverte il cardinale per il quale è «irrinunciabile» che i partiti si impegnino a fare la propria parte su riforme rinviate da troppo tempo tanto da portarci a «situazioni di emergenza». Bagnasco, per il quale i cattolici debbono avere il loro spazio in politica («Il laicato cattolico nell’odierna Agorà vuole esserci»), spiega che se non si vogliono rendere «inutili» i sacrifici chiesti agli italiani occorre «risanare e crescere» ma anche contrastare il «capitalismo sfrenato» che si è dimostrato «incapace di risolvere i problemi».
 Partendo dalla convinzione che stando fuori dall’equità non si produce né senso di appartenenza né senso della cittadinanza, i vescovi chiedono alla politica di reagire al capitalismo sfrenato e di contrastare la speculazione. «Al di là di ogni ventata antipolitica, va detto che la politica è assolutamente necessaria e deve mettersi in grado di regolare la finanza perché sia al servizio del bene generale e non della speculazione di mani invisibili e ferree, voluttuose di spadroneggiare sul mondo». Quanto alle misure del governo per la crescita, Bagnasco ricorda che la Chiesa nei settori della sanità e dell’assistenza «fa la sua parte» e invita il governo a rivedere la norma che liberalizza l’orario di apertura degli esercizi commerciali: «La domenica, giorno di riposo dedicato al Signore, non deve essere sottoposta alle leggi di mercato». E si passa alla bioetica e all’eutanasia, tema delicato sul quale lo scontro tra i partiti è durissimo. Per i vescovi italiani, la crisi non deve spingere il governo a «centellinare le cure per i malati terminali».
Alto Adige 24-1-12

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