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lunedì 19 dicembre 2011

Una donna a Bolzano deve umiliarsi per poter lavorare


Una donna a Bolzano deve umiliarsi per poter lavorare 

Mi riferisco all’ articolo sulle donne che guadagnano il 27% in meno. A Bolzano trovare lavoro significa inviare curriculum”falsi” omettendo titoli, significa accontentarsi della sotto- occupazione, di essere esclusa da certi ambienti per una naturale selezione linguistica (cognome italiano, tedesco), religiosa e politica, significa acconsentire l’occupazione di un lavoro sotto-pagato. Significa essere il capro espiratorio per i “vecchi” dell’ impresa, la responsabile degli errori quotidiani altrui e la “scaricabarile”. A un ingegnere, a un ragioniere, a un giurista come a un economo poche possibilità di sperimentazione vengono offerte. Assunto un ruolo è difficile scollarselo addosso (la ragioniera, la “sociale”, la mamma, la tedesca, la cattolica..la malata.) anche in quanto la valutazione personale passa attraverso vari filtri personali spesso intolleranti e fanatici. Parentele e conoscenze legano varie aziende in cui un autocandidatura è una perdita di tempo e di pazienza. Cercare lavoro a Bolzano significa anche doversi sottomettere a stressanti test psicologi-attitudinali, umilianti colloqui di lavoro in cui pesa maggiormente la propria storia personale e intima che il percorso formativo e lavorativo. Un metodo per difendersi da troppo sentimentalismo, personalità e individualità? Le aziende sembrano difendersi da persone individuali, controcorrente, sicure, responsabili coinvolte socialmente, politicamente, religiosamente bloccando ogni possibilità di infiltrazione. La donna deve essere colei che si presenta sul luogo di lavoro impeccabile, responsabile, capace e soprattutto svuotata dal proprio carattere L’ inverso invece è acconsentito. Certo di imprese innovative fondate su sani principi, che trasmettono ancora valori e obiettivi oltre che quelli lucrativi e di iper efficienza ne esistono.sono piccole oasi, soprattutto imprese familiari, artigiani e strutture locali...peccato però che giornalmente veniamo spronati ad esportare (ma la camera di commercio assiste solo le grandi industrie??) ad allargare..finchè manca la base, la roccia forte ritengo che anche tali azioni sono insensate.
L.F.
Alto Adige 19-12-11

1 commento:

  1. Le donne Svp: part time per gli uomini

    BOLZANO. Forti differenze di trattamento economico sul lavoro fra uomo e donna, come evidenziato nei giorni scorsi da uno studio dell’Istituto per la promozione del lavoratore. Ora scendono in campo anche le donne della Südtiroler Volkspartei, che con la Obfrau Svp Angelika Margesin parlano dell’estrema necessità di una maggiore tutela delle pari opportunità in campo lavorativo: a loro dire servirebbero più part time, tempi di lavoro flessibili e obblighi familiari da rispettare pure per gli uomini, non solo per le donne.
    Lo studio dell’Ipl, ricordano le donne della Volkspartei, mostra ancora una volta una grande differenza fra i redditi degli uomini e delle donne: queste ultime guadagnano almeno il dieci percento in meno dei colleghi maschi a parità di incarico lavorativo, e spesso guadagnano meno pur essendo professionalmente più preparate e più qualificate. Le donne con diploma di maturità guadagnano infatti quanto gli uomini con la terza media, le laureate quanto i loro colleghi maschi soltanto diplomati.
    Secondo le donne Svp, la causa di tutto ciò risiede nella valutazione degli aspetti più importanti di un lavoro: le donne cercano di conciliare famiglia e professione, gli uomini prediligono la retribuzione. A pesare molto è anche il fatto che il datore di lavoro sa che se la donna cerca questi posti, facilmente conciliabili con la famiglia, sa pure che non sono facilmente trovabili, ed è quindi disposta a essere pagata meno. «Ciò danneggia enormemente la posizione della donna». La famiglia, questo il rilievo più delle donne Svp, non è solo una questione da donne. Per questo Margesin chiede che anche gli uomini facciano il loro dovere familiare. Ovviamente, perché questo sia possibile, è necessario agevolare la creazione di posti di lavoro part time anche per gli uomini, così come gli orari flessibili in base alle esigenze familiari. Se così fosse, uomini e donne godrebbero della stessa attrattiva, avrebbero le stesse chanche sul mercato». (da.pa)
    Alto Adige 20-12-11

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