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martedì 18 dicembre 2012

Slot, cento baristi diffidano il Comune

Intanto la polizia municipale avvia gli accertamenti: su 18 bar controllati 10 non avevano rimosso le macchinette 

di Davide Pasquali
BOLZANO Annunciate, temute e attese, ma le multe non sono arrivate. Ieri i vigili urbani hanno effettuato 18 accertamenti in altrettanti pubblici esercizi di Don Bosco, Oltrisarco e in Centro. «Otto bar avevano rimosso gli apparecchi leciti, altri dieci invece no», racconta il comandante della polizia municipale Sergio Ronchetti. Niente sanzione, ieri, ma solo un generico verbale di accertamento, che ora verrà inoltrato all’ufficio Attività economiche, cui spetterà il compito di redigere e spedire agli esercenti una seconda lettera: una ingiunzione formale a rimuovere gli apparecchi leciti, pena sanzioni, fino alla sospensione temporanea della licenza. Insomma, una inattesa partenza coi guanti di velluto, che permetterà ai funzionari di prendere tempo, come suggerito dalla raccomandata dei legali di Confesercenti al vicesindaco, con la quale un centinaio di baristi diffidano il Comune «dal porre in essere ulteriori interventi atti a pregiudicare i loro diritti e interessi». Accertamenti. Con un ritmo di una ventina scarsa al giorno, festivi natalizi esclusi, per terminare i controlli occorreranno magari due o tre settimane. Al bar Giardino di via Torino, intanto, ieri mattina nessuna traccia di vigili. Pochi metri oltre, lungo la stessa via, c’è il bar Giamar. Il titolare racconta: «Sono entrati, foto, hanno contato quante macchinette c’erano, hanno trascritto il numero di “2” su un foglio prestampato a nome del mio bar, specificandomi che si trattava solo di un verbale di accertamento, ma senza sanzione». Ergo, le macchinette erano nel bar, sono rimaste accese e non verranno spente. «Ho consegnato il verbale al mio noleggiatore». Che salderà il conto, quando arriverà. Idem è accaduto al bar René di via Bari. Dove le macchinette sono rimaste accese, in funzione. Il barista ha chiesto, preteso che gli si elevasse una sanzione, ma invano. «Hanno risposto che non potevano». Baristi “ribelli”. All’Otto e Mezzo di piazza Mazzini, invece, i gestori hanno dato procura di ricorrere contro il Comune ma ieri si è preferito chiudere la saletta dedicata alle slot: serranda giù, vetri oscurati da pagine di giornale. Al contrario, al bar Prestige di corso Italia, sette macchinette accese, gente che gioca. Al bar La Grotta di corso Libertà, 2 slot accese. Alla Dolce Vita le slot sono 3, ma le hanno spente anche se non serve a niente. Come al bar Stefanie di via Bari: gestore cinese, ha spento e girato le macchinette contro il muro, «perché il noleggiatore è di Napoli e non ha fatto in tempo a venir a Bolzano». Slot accese al bar Firenze in viale Druso, al Patrick di via Firenze, al Romagnolo di piazza Matteotti, dove ieri ha fatto capolino addirittura una troupe di Tg2 Dossier della Rai. Prima l’intervista al vicesindaco, poi il giro per bar. Il servizio pare andrà in onda il 15 gennaio. La lettera. È stata consegnata a mano al municipio. Redatta dai legali di Confesercenti, per conto di un centinaio di titolari di bar. Un altro centinaio di baristi di Confesercenti non partecipa, ha tolto o ha intenzione di togliere le slot (per molti con l’intenzione di reinstallarle non appena si sarà fatta chiarezza). Altri 30 baristi non sono iscritti a Confesercenti e non è dato sapere come si stiano regolando. Molto dura, la lettera al Comune. Vi si preannunciano profili di incostituzionalità della norma provinciale che però, soprattutto, sarebbe in contrasto con il diritto comunitario sulla libertà economica e di circolazione dei prodotti e dei servizi. Insomma, i profili di illegittimità sarebbero plurimi. 
Alto Adige 18-12-12

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