Dopo le proteste dei lettori abbiamo viaggiato sulla linea 3 Molti anziani con l’abbonamento «saltano» l’obliteratrice
Tariffa doppia per chi viaggia da Laives
Ancora
segnalazioni di malfunzionamenti sulle linee di autobus Sasa. In questo
casa si tratta della 2, quella che collega Bolzano a Bronzolo, e che
per il tratto oltre Laives ha una tariffazione raddoppiata per il
percorso extraurbano. Succede però che al rientro da Bronzolo, il gps
della macchinetta si inceppi e che uno che sale a Laives si trovi
applicata la teriffa maggiorata come se in realtà la sua provenienza
fosse più distante. La segnalazione arriva da Andrea Carlon, a cui è già
successo in più di un’occasione, «invito tutti ad accertarsi della
tariffa appiicata anche sull’estratto conto dell’Alto Adige Pass; io me
ne sono accorto perché uso il vecchio biglietto, dove l’importo viene
scalato immediatamente».
di Riccardo
Valletti
BOLZANO Sarà per la crisi, forse per i rincari del prezzo del
biglietto in città o per una semplice forma di protesta, ma è un fatto
che sulla linea 3 abbondano i passeggeri che non pagano o semplicemente
che, pur avendo l’abbonamento gratuito, non obliterano. A sostenerlo
erano stati diversi lettori dell’Alto Adige e noi siamo andati a
verificarlo ieri mattina: un giro intero, dalla stazione a Firmian e
ritorno, in un orario fuori dalle ondate dei flussi scolastici. La linea
3 è come una transiberiana urbana, forse la corsa col tragitto più
lungo, che infila tutto il centro e poi quasi tutta la periferia, e
lungo il tragitto raccoglie e sparge briciole di umanità. Il campione
demografico, calcolato a vista, è composto soprattutto da anziani, tra i
quali stravincono le donne, ma anche da giovani immigrati, uomini e
donne. Sono gli anziani quelli che dribblano più assiduamente la
macchinetta: salgono e scartano sul fianco tirando la volata a quello
davanti quando si blocca per il macchinoso pedaggio. Così raggiungono
per primi i posti a sedere ancora liberi; che occupano prima con gli
occhi, gurdandosi attorno accigliati in cerca di concorrenti, e poi
sedendosi con soddisfazione e disinvoltura. Chi si era fermato, rimasto a
secco di sedili, piega il labbro in un'istintiva smorfia di disappunto,
e poi si gode il viaggio in piedi nell'ostentata quanto disillusa
serenità di chi è a posto con la coscienza. In teoria il regolamento dei
trasporti prevede che tutti debbano vidimare l’abbonamento elettronico o
il biglietto di carta (o l’abbonamento, anche gratuito), sarà poi la
macchinetta a stabilire se al passeggero spettano eventuali vantaggi per
via dell’età o di altro tipo. Ma a gaurdarsi intorno, sulla linea 3 le
tesserine magnetiche che suonano la marcatura sono quelle degli
immigrati e dei più giovani. L’autobus si riempie e si svuota tre o
quattro volte lungo il percorso, e l’antifona non cambia come qualcuno
avrebbe potuto aspettarsi, nemmeno quando la scena passa dai quartieri
più periferici a quelli più centrali: capita che la signora imbellettata
e in pelliccia sia allergica all’obliteratrice tanto quanto quella in
piumone e tuta di ciniglia. Poi però succede l’imprevisto in piazza
Walther: una coppia di sessantenni sale e si fruga nelle tasche per
cercare la tesserina. Ha capito di averla dimenticata a casa. Lei,
sconsolata, torna indietro dall’autista e domanda se per una volta non
può avere un passaggio gratis. La risposta è negativa: tornano a
spalancarsi le porte della vettura e i due scendono sul marciapiede,
mentre tutti i “furbi” saliti un passo prima di loro si guardano intorno
con fare circospetto. In definitiva, da un calcolo approssimativo ma
verosimile, un terzo dei passeggeri viaggia gratis, dando ragione a quei
lettori che si domandavano come mai a bordo di controllori non se ne
vedono poi molti. Se uno di loro avesse fatto un giro ieri sul 3 avrebbe
sicuramente dovuto far scendere diversi passeggeri.
Alto Adige 19-12-12
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