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mercoledì 19 dicembre 2012

Sasa, su questo bus uno su tre non paga

Dopo le proteste dei lettori abbiamo viaggiato sulla linea 3 Molti anziani con l’abbonamento «saltano» l’obliteratrice 

Tariffa doppia per chi viaggia da Laives  

Ancora segnalazioni di malfunzionamenti sulle linee di autobus Sasa. In questo casa si tratta della 2, quella che collega Bolzano a Bronzolo, e che per il tratto oltre Laives ha una tariffazione raddoppiata per il percorso extraurbano. Succede però che al rientro da Bronzolo, il gps della macchinetta si inceppi e che uno che sale a Laives si trovi applicata la teriffa maggiorata come se in realtà la sua provenienza fosse più distante. La segnalazione arriva da Andrea Carlon, a cui è già successo in più di un’occasione, «invito tutti ad accertarsi della tariffa appiicata anche sull’estratto conto dell’Alto Adige Pass; io me ne sono accorto perché uso il vecchio biglietto, dove l’importo viene scalato immediatamente».
di Riccardo Valletti
BOLZANO Sarà per la crisi, forse per i rincari del prezzo del biglietto in città o per una semplice forma di protesta, ma è un fatto che sulla linea 3 abbondano i passeggeri che non pagano o semplicemente che, pur avendo l’abbonamento gratuito, non obliterano. A sostenerlo erano stati diversi lettori dell’Alto Adige e noi siamo andati a verificarlo ieri mattina: un giro intero, dalla stazione a Firmian e ritorno, in un orario fuori dalle ondate dei flussi scolastici. La linea 3 è come una transiberiana urbana, forse la corsa col tragitto più lungo, che infila tutto il centro e poi quasi tutta la periferia, e lungo il tragitto raccoglie e sparge briciole di umanità. Il campione demografico, calcolato a vista, è composto soprattutto da anziani, tra i quali stravincono le donne, ma anche da giovani immigrati, uomini e donne. Sono gli anziani quelli che dribblano più assiduamente la macchinetta: salgono e scartano sul fianco tirando la volata a quello davanti quando si blocca per il macchinoso pedaggio. Così raggiungono per primi i posti a sedere ancora liberi; che occupano prima con gli occhi, gurdandosi attorno accigliati in cerca di concorrenti, e poi sedendosi con soddisfazione e disinvoltura. Chi si era fermato, rimasto a secco di sedili, piega il labbro in un'istintiva smorfia di disappunto, e poi si gode il viaggio in piedi nell'ostentata quanto disillusa serenità di chi è a posto con la coscienza. In teoria il regolamento dei trasporti prevede che tutti debbano vidimare l’abbonamento elettronico o il biglietto di carta (o l’abbonamento, anche gratuito), sarà poi la macchinetta a stabilire se al passeggero spettano eventuali vantaggi per via dell’età o di altro tipo. Ma a gaurdarsi intorno, sulla linea 3 le tesserine magnetiche che suonano la marcatura sono quelle degli immigrati e dei più giovani. L’autobus si riempie e si svuota tre o quattro volte lungo il percorso, e l’antifona non cambia come qualcuno avrebbe potuto aspettarsi, nemmeno quando la scena passa dai quartieri più periferici a quelli più centrali: capita che la signora imbellettata e in pelliccia sia allergica all’obliteratrice tanto quanto quella in piumone e tuta di ciniglia. Poi però succede l’imprevisto in piazza Walther: una coppia di sessantenni sale e si fruga nelle tasche per cercare la tesserina. Ha capito di averla dimenticata a casa. Lei, sconsolata, torna indietro dall’autista e domanda se per una volta non può avere un passaggio gratis. La risposta è negativa: tornano a spalancarsi le porte della vettura e i due scendono sul marciapiede, mentre tutti i “furbi” saliti un passo prima di loro si guardano intorno con fare circospetto. In definitiva, da un calcolo approssimativo ma verosimile, un terzo dei passeggeri viaggia gratis, dando ragione a quei lettori che si domandavano come mai a bordo di controllori non se ne vedono poi molti. Se uno di loro avesse fatto un giro ieri sul 3 avrebbe sicuramente dovuto far scendere diversi passeggeri.
Alto Adige 19-12-12

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