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sabato 15 dicembre 2012

E’ obbligo di legge fermarsi e soccorrere un animale ferito

Pubblicato il decreto attuativo del Codice della strada Per gli inadempienti multe da 389 fino a 1.559 euro 

di Annalisa D’Aprile
ROMA Soccorrere un animale ferito dopo un incidente stradale non è più una questione di sola coscienza, ma un dovere imposto dalla legge. L'obbligo di fermarsi era già nel nuovo Codice della strada dal 2010, ma con la pubblicazione - sulla Gazzetta ufficiale di giovedì - del decreto attuativo del ministero Infrastrutture e Trasporti, entra in vigore dal 27 dicembre la modifica che equipara lo stato di necessità di trasporto di un animale ferito a quello della persona. E quindi, ora è previsto l'utilizzo di sirena e lampeggiante per ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila. In sostanza, chi provoca un incidente nel quale resti ferito un qualsiasi animale (secondo il Codice "animali d'affezione, da reddito o protetti") deve soccorrerlo. In caso contrario, rischia una sanzione da 389 fino a 1.559 euro. Anzi, secondo la norma «tutte le persone coinvolte nel sinistro hanno il dovere di soccorrere l'animale» e se non lo fanno rischiano una sanzione da 78 a 311 euro. Soddisfatte del risultato le associazioni animaliste. Proprio la Lega antivivisezione aveva presentato ai parlamentari un emendamento trasversale, poi approvato dalla Camera, contenente la norma di modifica al codice stradale. «I punti del decreto attuativo sono tre - spiega il presidente Lav, Gianluca Felicetti - il diritto al soccorso e quindi l'obbligo di fermarsi anche per l'investimento di animali; il riconoscimento dello stato di necessità nel trasporto (che consente a un'auto privata di non essere multata se commette infrazioni mentre porta in ospedale un animale ferito); il riconoscimento anche per un'autoambulanza veterinaria di usare sirena e lampeggiante». La norma ora innesca anche degli "effetti a catena", come quelli per Comuni, Regioni e Asl veterinarie che dovranno dotarsi di servizi che tutelino la salute degli animali in caso di incidenti. «Il vero problema - aggiunge Felicetti - è che nell'incidente resta ferito un cane randagio o un capriolo (e del primo è responsabile il comune, del secondo la regione) non si sa chi chiamare». Il prossimo obiettivo della Lav infatti, è la creazione di un numero unico per gli animali, una sorta di "118" veterinario. «A Rimini e Sanremo c'è un intervento h24 - continua il presidente Lav - ma le realtà virtuose sono ancora poche. Roma, ad esempio, per anni non aveva nemmeno il servizio ambulanze per animali, oggi ce n'è una per tutta la città, e la convenzione è con un privato». Quali dovranno essere le attrezzature specifiche a bordo delle autoambulanze veterinarie, lo deciderà il ministero della Salute. Intanto la Lav chiede ai ministeri della Salute, dei Trasporti e dell'Ambiente di portare all'attenzione della conferenza Stato-Regioni la proposta di un 118 nazionale o anche regionale. 
Alto Adige 15-12-12

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