Pubblicato il decreto attuativo del Codice della strada Per gli inadempienti multe da 389 fino a 1.559 euro
di Annalisa D’Aprile
ROMA Soccorrere un animale ferito dopo un
incidente stradale non è più una questione di sola coscienza, ma un
dovere imposto dalla legge. L'obbligo di fermarsi era già nel nuovo
Codice della strada dal 2010, ma con la pubblicazione - sulla Gazzetta
ufficiale di giovedì - del decreto attuativo del ministero
Infrastrutture e Trasporti, entra in vigore dal 27 dicembre la modifica
che equipara lo stato di necessità di trasporto di un animale ferito a
quello della persona. E quindi, ora è previsto l'utilizzo di sirena e
lampeggiante per ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila. In
sostanza, chi provoca un incidente nel quale resti ferito un qualsiasi
animale (secondo il Codice "animali d'affezione, da reddito o protetti")
deve soccorrerlo. In caso contrario, rischia una sanzione da 389 fino a
1.559 euro. Anzi, secondo la norma «tutte le persone coinvolte nel
sinistro hanno il dovere di soccorrere l'animale» e se non lo fanno
rischiano una sanzione da 78 a 311 euro. Soddisfatte del risultato le
associazioni animaliste. Proprio la Lega antivivisezione aveva
presentato ai parlamentari un emendamento trasversale, poi approvato
dalla Camera, contenente la norma di modifica al codice stradale. «I
punti del decreto attuativo sono tre - spiega il presidente Lav,
Gianluca Felicetti - il diritto al soccorso e quindi l'obbligo di
fermarsi anche per l'investimento di animali; il riconoscimento dello
stato di necessità nel trasporto (che consente a un'auto privata di non
essere multata se commette infrazioni mentre porta in ospedale un
animale ferito); il riconoscimento anche per un'autoambulanza
veterinaria di usare sirena e lampeggiante». La norma ora innesca anche
degli "effetti a catena", come quelli per Comuni, Regioni e Asl
veterinarie che dovranno dotarsi di servizi che tutelino la salute degli
animali in caso di incidenti. «Il vero problema - aggiunge Felicetti - è
che nell'incidente resta ferito un cane randagio o un capriolo (e del
primo è responsabile il comune, del secondo la regione) non si sa chi
chiamare». Il prossimo obiettivo della Lav infatti, è la creazione di un
numero unico per gli animali, una sorta di "118" veterinario. «A Rimini
e Sanremo c'è un intervento h24 - continua il presidente Lav - ma le
realtà virtuose sono ancora poche. Roma, ad esempio, per anni non aveva
nemmeno il servizio ambulanze per animali, oggi ce n'è una per tutta la
città, e la convenzione è con un privato». Quali dovranno essere le
attrezzature specifiche a bordo delle autoambulanze veterinarie, lo
deciderà il ministero della Salute. Intanto la Lav chiede ai ministeri
della Salute, dei Trasporti e dell'Ambiente di portare all'attenzione
della conferenza Stato-Regioni la proposta di un 118 nazionale o anche
regionale.
Alto Adige 15-12-12
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