di Michele Pizzinini
Oggi si celebra la giornata mondiale del diabete. Secondo i dati ISTAT il diabete è una malattia che colpisce circa 3 milioni di italiani, ovvero il 4-5 % della popolazione. Ogni anno per curarlo spendiamo circa 9,2 miliardi di Euro, pari al 9% di tutte le risorse a disposizione per la sanità del nostro paese. Ogni anno ci sono circa 100.000 nuovi casi di diabete, quindi ogni 10 anni il numero dei diabetici in Italia aumenta di 1 milione. In Europa ci sono circa 53 milioni di diabetici. Se i dati sono allarmanti in Italia ed in Europa, il resto del mondo non e’ certo da meno. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono circa 346 milioni le
persone affette da diabete in tutto il globo; nel 1985 erano 30 milioni! Questa è la malattia che accanto all’obesità fa registrare i tassi di diffusione più alti a livello mondiale, dall’Asia all’Africa. Anzi, paradossalmente, nei paesi poveri il tasso di diabete sta crescendo in maniera ancor più vertiginosa. L’India, lo stato che spesso è stato sinonimo di fame e povertà, conta già oggi un numero di casi di diabete doppio rispetto agli USA. I tassi di crescita di diabete ed obesità hanno un andamento del tutto simile, ed in circa l’80 % dei casi queste due condizioni si trovano associate, tanto che recentemente è stato coniato un neologismo, si parla di epidemia di diabesità per sottolineare quanto siano strettamente collegate queste due patologie. E in Alto Adige? Per ogni persona che sa di avere il diabete ce n’è almeno una, o forse due, che non sanno di avere una “riserva insulinica insufficiente”. Per semplificare al massimo si potrebbe quasi dire che ognuno di noi ha una quantità di insulina da giocarsi nel corso della vita, ebbene, il diabetico parte con delle scorte minori rispetto ad un individuo normale. In altre parole, una persona che sviluppa un diabete di II° tipo - quello che talvolta è definito anche diabete senile - è nata con “metabolismo diabetico” e la malattia si manifesta soltanto dopo parecchi anni, quando il pancreas, sottoposto a continui stress alimentari, inizia ad esaurire la “riserva pancreatica”, ovvero le riserve di insulina diventano insufficienti per far fronte all’alimentazione quotidiana. Solo allora si manifesta la malattia. E’ un po’ come il problema del petrolio. Sappiamo che le riserve di petrolio non sono inesauribili e che al massimo tra 50 anni avremo completamente esaurito le scorte, quindi dobbiamo sforzarci ad imparare a non sprecarlo. Ebbene il diabetico, allo stesso modo, ha riserve di insulina limitate che deve imparare a gestire con estrema attenzione. Normalmente, abbiamo a disposizione parecchi anni prima di esaurire le scorte di insulina. Abbiamo circa 50 anni di tempo per intervenire ed per evitare di ammalarci, infatti circa l’80 % dei casi di diabete si manifestano dopo i 50 anni. Ho parlato di circa 50 anni, quindi non ci si dica poi che non siete stati avvertiti per tempo! E’ qui che entra in gioco la prevenzione. Tutti ormai si riempiono la bocca con questa parola, spesso svuotandola di ogni significato, io cercherò invece di darne concretezza. Prevenire il diabete significa adottare quotidianamente delle piccole variazioni nelle abitudini alimentari che singolarmente appaiono insignificanti ma che una accanto all’altra sortiscono un grande effetto. Qui ve ne elenco alcune: 1) Cercate di educare i vostri bimbi fin da piccoli ad un gusto non troppo dolce, quindi niente succhiotto intinto nel miele o nello zucchero. 2) Incominciate ad acquistare il pane o la pasta integrali, più un cibo è “grezzo” e naturale e tanto meno altera la glicemia. 3) Cercate di mangiare un solo tipo di farinacei per pasto: o pane, o pasta, o riso, o polenta, ecc. 4) Cercate di ridurre al minimo il consumo di farinacei alla sera. 5) Alla sera abituatevi a mangiare un piatto proteico: la carne o il pesce, le uova, perché le proteine non alterano la glicemia. 6) Cercate di associare ogni pasto ricco di farinacei con un’altrettanto generosa porzione di verdura. 7) Se mangiate un dolcetto mangiatelo al mattino e non alla sera. 8) Impegnatevi a ritagliarvi mezz’ora 3-4 volte alla settimana per fare una passeggiata o un giro in bicicletta o un po’ di cyclette, non è tempo perso, ma tempo guadagnato dai 70 anni in poi. L’attività fisica allunga e migliora la qualità della vita. Ricordatevi che per prevenire il diabete non è mai troppo tardi, ma prima si incomincia, meglio è. Michele Pizzinini Specialista in Scienza dell’alimentazione e in Diabetologia
Alto Adige 14-11-12
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