Informazioni personali

Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha, comunque, carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali ivi contenuti. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001

giovedì 13 settembre 2012

La mostra “Zachor” La presenza degli ebrei nel Tirolo meridionale


È visitabile fino al 30 novembre al museo provinciale Documenti e immagini testimoniano un prezioso contributo

CASTEL TIROLO E’ visitabile fino al 30 novembre a Castel Tirolo (museo provinciale) la mostra temporanea dal titolo “Zachor – Ebrei nel Tirolo meridionale fra Otto e Novecento”, che con l’aiuto di documenti, oggetti ed immagini racconterà la mutevole storia della quotidianità e delle tradizioni del Comune ebraico. Punto di partenza è il mondo degli imprenditori, di coloro che venivano per soggiorni di cura e degli intellettuali, che tra il XIX e il XX secolo si stabilirono a Merano e a Bolzano. Qui diedero il loro fondamentale contributo per lo sviluppo turistico ed economico della regione Tirolo, ma soprattutto di Merano e Bolzano. Sempre più turisti di fede ebraica, tra cui molti scienziati, intellettuali e scrittori, vennero in Tirolo per soggiorni di cura. Nella mostra sono presentate le vicissitudini di uomini e cose partendo dalla Prima Guerra Mondiale passando attraverso il fascismo e fino alla persecuzione degli Ebrei e alla Shoah. Senza dimenticare la storia del triste ritorno dei sopravvissuti (tra cui nessun meranese) dai campi di concentramento, che furono raggruppati dall’organizzazione “Brichà” prima di partire alla volta di Eretz Israel. I curatori della mostra sono Federico Steinhaus e Rosanna Pruccoli. Spinti dalla necessità di espansione imprenditoriale molti ebrei di Hohenems, nel Vorarlberg, si trasferirono nel Tirolo Meridionale. I primi a stabilirsi a Merano nel 1832, quando ancora la città non aveva scoperto la propria vocazione turistica, furono i fratelli Daniel, Jacob e Moritz Biedermann, che aprirono un negozio di coltelleria e generi misti nell’edificio della locanda “Zur Rose” dove avevano sede anche le poste, l’attuale Palais Esplanade. Nel 1836, fondarono il primo ufficio di cambiavalute che, in capo a pochi anni, si ampliò fino a divenire uno dei più rispettabili e noti istituti bancari della provincia con sede in “Sandplatz 7”. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento numerosi medici e imprenditori di fede ebraica vennero a stabilirsi a Merano, infoltendo il piccolo gruppo preesistente e dando notevole impulso allo sviluppo turistico. Il 27 marzo del 1901 fu inaugurata la sinagoga di via Schiller. Anche il numero degli imprenditori, dei commercianti, degli artigiani, dei fotografi, dei medici ebrei che si trasferirono in città continuava ad aumentare. La famiglia Stützel aprì in via delle Corse un negozio di confezioni da donna, vi vendevano abiti di gran moda. Ben quattro negozi invece, tre situati sotto i Portici ed uno sulla Passeggiata d’Inverno, accontentavano una clientela prettamente maschile. Sulla scia degli imprenditori e dei turisti di cura anche scrittori, intellettuali e scienziati ebrei fecero di Merano la meta della loro villeggiatura: fra loro Paul Heyse, Franz Kafka, Arthur Schnitzler, Stefan Zweig, Chaim Weizmann. La mostra segue anche i destini dei cittadini ebrei attraverso la Prima guerra mondiale, il periodo fascista, le persecuzioni, la Shoah. Non viene dimenticato il mesto rientro dei sopravvissuti - non meranesi - ai campi di sterminio e convogliati in città dagli uomini della Brichà. E diretti in Eretz Israel. In esposizione sono visibili oggetti rituali, fotografie, dipinti, documenti.
Alto Adige 13-4-12

Nessun commento:

Posta un commento