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giovedì 26 luglio 2012

Giovani, l’apprendistato per trovare un lavoro


La Provincia rilancia potenziando la legge, ma bisogna convincere i ragazzi Gli adolescenti di lingua italiana restano i più diffidenti verso l’artigianato 

di Riccardo Valletti
BOLZANO La giunta provinciale ha reso noto il nuovo ordinamento dell’apprendistato in Alto Adige, e le novità sono numerose e importanti. A partire dalla possibilità, in futuro, di terminare i quattro anni di studio per rientrare poi, previo esame di cultura generale, alla quinta di istituto tecnico per conseguire anche la maturità, con un anno di ritardo rispetto al curriculum normale, ma pur sempre già in possesso del diploma professionale. «La lista dei mestieri inoltre si allunga - spiega l’assessore alla scuola tedesca Sabina Kasslatter Mur - raggiungendo quota 108 divisi in 59 di tre anni e 49 di quattro anni di apprendistato, e fa convivere tra le figure più secolari del bottaio e del liutaio, anche quelle di nuova generazione come l’operaio meccatronico, insieme al tecnico degli impianti funiviari, o quello del settore equino, ma anche l’operatore per la pulizia di edifici. La riforma consiste inoltre nell’omogeneizzazione della durata dell’apprendistato per la stessa professione in diversi settori. Se infatti in passato un muratore del settore artigianato si vedeva riconosciuta la qualifica dopo quattro anni e mezzo da apprendista, nell’industria doveva aspettarne solo tre. Ora saranno quattro per tutti. Il nuovo ordinamento inoltre prevede che per i mestieri più rari, siano riconosciuti periodi di apprendimento all’estero, mentre si aggiungono alla lista altre sei professioni, ritenute “professionalizzanti”, rivolte a studenti più adulti, come gli operatori bancari e assistenti farmaceutici». "Analizzando le statistiche 2011 dell’apprendistato – commenta Günther Schwienbacher della Cna – c’è un vero spartiacque tra città e periferia e gruppo italiano e tedesco nell’approccio alle professioni: nel primo caso gli apprendisti sono pochissimi, perché la cultura dominante e quella dello studio a oltranza, con opzione di ripiego verso la formazione professionale; mentre nel secondo l’apprendistato è una tappa fondamentale nella vita di migliaia di ragazzi, che lo scelgono liberamente riconoscendogli la dignità di una formazione performante". Ma la crisi potrebbe scardinare il pregiudizio del gruppo linguistico italiano, che le statistiche mostrano in nettissimo ritardo, "la riforma favorisce anche gli imprenditori nella stipula del contratto da apprendista – spiega Schwienbacher – mentre prima era necessario per l’impresa ricevere un’autorizzazione, ora gli artigiani sono liberi di stipularlo dandone una semplice comunicazione all’amministrazione provinciale, a patto però che sia il personale che la struttura siano in possesso dei criteri (rigorosi) obbligatori per avere il ruolo di formatori". Sulla durata non tutte le voci dell’artigianato s’intonano al coro di apprezzamenti. Se infatti la legge nel suo complesso è stata apprezzata in modo più o meno trasversale, per alcune categorie, in testa le professioni del settore alimentare, affermano che la durata di tre anni sia troppo corta per un apprendistato decente, "le nozioni richieste sono sempre di più – lamenta il vicepresidente Apa Martin Haller – tra certificazioni di qualità, nuovi procedimenti, allergie e tutta una gamma di nuovi prodotti, senza contare temi noti come la tracciabilità e l’etichettatura degli alimenti, secondo noi il quarto anno dovrebbe essere un periodo di approfondimento necessario".
Alto Adige 26-7-12

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