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domenica 17 giugno 2012
Ore di coda al Pronto soccorso Pazienti sfiniti in fuga a Merano
Proteste ieri al San Maurizio per le attese prolungato. E c’è chi se n’è andato al Tappeiner «Non ce l’abbiamo con i medici ma con chi organizza il loro lavoro». L’Anaao: problemi mai risolti
di Valeria Frangipane
BOLZANO. «Siamo a Bolzano, ed un servizio di Pronto soccorso non può venire meno. Nessuno di noi pretendeva di essere curato all’istante ma nemmeno di aspettare ore senza vedere nessuno». Pazienti inferociti al San Maurizio. E così ieri, dopo ore di coda, hanno chiamato l’”Alto Adige” per annunciare una fuga: «Ce ne andiamo a Merano dove magari le cose funzionano». Quindi una precisazione: «Non ce l’abbiamo con i medici o con gli infermieri che evidentemente ieri erano di gran lunga sotto organico, ma con chi non capisce o non vuol capire che un servizio del genere va riorganizzato». Laconico il commento del sindacato Anaao: «Sono anni che diciamo che occorre trovare una soluzione agli annosi problemi del San Maurizio e questo è il risultato». Roberto Giuriato è il primo a parlare. «Sono caduto in casa mentre cercavo di sostenere mia figlia che era svenuta. Alle 14 sono andato al Pronto soccorso dove sono rimasto fino alle 16 senza che nessuno mi dicesse nulla con un taglio sulla palpebra ed un codice verde in mano. Certo, non ero grave, c’era gente messa peggio di me... ma mi era venuto un gran mal di testa e la ferita mi sanguinava. Così sono salito in macchina e sono andato a Merano dove hanno curato subito il mio taglio di 5 centimetri e pure mia figlia». Giuriato ha condiviso la sua attesa a Bolzano accanto ad un altro papà che, stremato, ha fatto la stessa scelta: il Tappeiner. Questo il suo racconto. «Ieri ho atteso dalle 11 al Pronto soccorso per una sospetta frattura a mia figlia piccola, sono arrivate le 16 e nessuno l’aveva nemmeno guardata. Così preso dallo sconforto sono andato a Merano dove il servizio è stato di tutt’altro genere. Capisco che un codice verde non abbia precedenza ma come è possibile far aspettare una bambina per 5 ore? Ho protestato e c’è chi mi ha detto che avrei potuto restare lì anche fino a 8 ore». E le storie si sommano. Un’anziana di 90 anni, portata dal figlio alle 10.30 perchè la guardia medica l’aveva consigliata così “possibile che abbia una cistite grave e possibile anche il rischio di un’infezione altrettanto grave - le avevano detto” è rimasta ore in attesa. «Possibile, riprende Giuriato, che ad una donna di 90 anni non sia stato offerto nemmeno un bicchier d’acqua?». E non è andata meglio ad un signore che si era conficcato un coltello nella mano in coda dalle 8 e medicato verso le 13. Insomma l’ospedale scoppia anche perché resta nella perenne attesa dell’applicazione concreta di una riforma clinica che avrebbe dovuto puntare a decongestionarlo. «La riorganizzazione del Territorio è una sfida che dobbiamo vincere - hanno spiegato a ripetizione i vertici dell’Asl e dell’assessorato alla sanità -. Per far respirare Bolzano, i suoi reparti ed il Pronto soccorso dobbiamo intervenire sui ricoveri inappropriati e puntare anche ad abbattere il tasso d'ospedalizzazione. Per risolvere il problema non possiamo solo pensare di mandare i pazienti in strutture esterne ma dobbiamo creare accordi tra gli ospedalieri ed il Territorio». Appunto il Territorio che non si vede.
Alto Adige 17-6-12
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