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lunedì 18 giugno 2012
Il no della Provincia alla sala da gioco prevista a Bronzolo
Il sindaco Zito, che era contrario, esprime soddisfazione «Durnwalder ci ha scritto che è stata respinta la richiesta»
di Bruno Canali
LAIVES/BRONZOLO Si potrebbe dire, da un certo punto di vista, che stavolta la lotta al gioco d’azzardo ha vinto il jackpot. Certo è che si potrebbe parlare di una decisione che va contro il trend dominante, ovvero quello della continua apertura di sale da gioco. Tant’è, a Laives, come nel vicino paese di Bronzolo, si sta facendo “terra bruciata” attorno alle sale gioco e da videopoker, compatibilmente con gli strumenti che mette a disposizione la legge. Entrando nello specifico, a Bronzolo tempo fa erano iniziati dei lavori di ristrutturazione in alcuni locali commerciali di via Nazionale e si era parlato con inisistenza della futura apertura di una sala gioco. Subito si era attivata l'amministrazione comunale, che aveva anche predisposto un decalogo per la tutela dei giocatori. «Adesso - annuncia il sindaco Benedetto Zito - è arrivata una lettera del presidente della giunta provinciale, Luis Durnwalder, per confermarci che la Provincia ha respinto la richiesta di concessione per la sala gioco. Non posso che esprimere soddisfazione ovviamente, dopo il lavoro che avevamo fatto per scongiurare questo arrivo. Tra l'altro, la sala sarebbe stata a ridosso di una scuola materna e sappiamo che invece va mantenuta una distanza non inferiore ai 300 metri rispetto ai luoghi sensibili, come, appunto, le strutture scolastiche». Anche a Laives l'amministrazione comunale si sta attrezzando per affrontare presenze del genere. Possibilmente evitandole... L'assessore Claudia Guarda ha già fatto predisporre una mappa del terriorio comunale, con tutte le zone “sensibili”, dalle quali una sala gioco deve distare almeno 300 metri. Queste zone comprendono pure le fermate degli autobus e quindi, praticamente diventa impossibile aprirne una anche in zona industriale dove, fa intendere l'assessore Guarda, sarebbe stata presentata una richiesta. «Dispiace per il privato, ma l'amministrazione comunale deve pensare in primo luogo al bene di tutta la collettività – spiega Guarda – e quindi non posso che essere molto soddisfatta per essere riusciti a porre un freno a un fenomeno che sta provocando tantissimi problemi a un numero sempre più alto di famiglie. Abbiamo intenzione di creare una mappatura precisa della situazione attuale sulla dislocazione in città delle macchinette mangiasoldi. Sulla situazione esistente per ora non si può intervenire, ma nel prossimo futuro si porrà il problema del rinnovo delle autorizzazioni e per allora vogliamo essere pronti. Credo sia importante che la politica intervenga con decisione su questo settore: in gioco, davvero, c'è la sopravvivenza di molte famiglie».
Alto Adige 18-6-12
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