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lunedì 16 gennaio 2012

«Troppi lussi, tirate un po’ la cinghia»


Stella, censore degli sprechi: Durnwalder non può guadagnare più di Obama

LUCA PETERMAIER
 BOLZANO. Gian Antonio Stella, ovvero il «gran censore» degli sprechi italici. Oggi sarà a Trento, ma in realtà la sua penna sta turbando la nostra regione già da un paio di settimane. «Attacchi», «complotti», «aggressioni», urlano a gran voce dal Palazzo dell’Autonomia, presa di mira dalla stampa nazionale che la taccia come «spendacciona» mentre nel resto d’Italia si tira la cinghia. Ma lui, Stella, a passare per quello che spara nel mucchio non ci sta e in questa intervista spiega che cosa va e cosa non va nella gestione della specialità altoatesina e di quella trentina. Ovviamente secondo lui.
 Stella, al di là dei freddi numeri, che lei fornisce per documentare le sue denunce, che cosa dovrebbe fare il Trentino Alto Adige per rendersi più simpatico ai suoi occhi di “censore” degli sprechi?
 «Diciamo innanzitutto che qui non c’è una questione di simpatia o antipatia. Il fatto è che Trentino e Alto Adige devono spendere un po’ di meno in alcune cose che in altre parti del mondo non esistono. Se infatti io mi congratulo con voi per il fatto che spendete più di tutti per la cultura e per la scuola, non capisco davvero che senso ha pagare i componenti delle circoscrizioni».
 Svolgono un lavoro al servizio della popolazione, hanno responsabilità: perché no?
 «Siete stati voi stessi a precisarlo per primi. Basta leggersi la norma, su internet, che istituisce le vostre circoscrizioni: in origine dovevano essere gratuite. Se le ritieni tali come forma di partecipazione e coinvolgimento nel processo democratico non serve prevedere una rendita».
 Ma questo fa parte di un’autonomia responsabile...
 «Eh no. Se qualcuno spende i soldi in modo scellerato io come giornalista ho il diritto di non risparmiare critiche, anche aspre. E poi da voi si è usato anche il fatto di avere questa larga autonomia per avere un numero di dipendenti pubblici o pagati dal pubblico più alto che altrove».
 Ha mai avuto delle reazioni così forti quando si è occupato delle altre Regioni?

 «Sì, eccome. Insulti di ogni tipo. Ho una ricca collezione di gente che si lamenta. Sorridi del fatto che in Sardegna vogliano rivedere un trattato del 1848, eh no, tocchi l’autonomia sarda e quelli saltano su che guai, non si fa. Ridicolizzi il fatto che i deputati della Regione Sicilia si trattino meglio dei senatori: apriti cielo! Lesa maestà. Poni il problema che a Crocetta del Montello in Veneto ci sono troppe aree industriali? Eccolo lì, che critica il modello di sviluppo. E’ ridicolo. Io non ho mai attaccato la vostra autonomia, ho solo detto che ci sono dei piccoli lussi eccessivi, tanto più in un momento come questo».
 E sugli stipendi? Durwalder se l’è presa parecchio perché lei gli ha fatto le pulci allo stipendio...
 «Ma lui replica con tesi assurde. Dice che rispetto al direttore della Cassa di Risparmio guadagna un terzo ma ha molte più responsabilità. E allora Obama cosa dovrebbe dire visto che l’uomo più pagato del pianeta guadagna 4 miliardi di euro? In base a questo paragone pure lui dovrebbe guadagnare quella cifra».
 Sì, ma Durnwalder risponde che lui non ha lo staff di Obama e molte cose se le deve fare da solo...
 «E’ una battuta».
 Mica tanto...
 «Durnwalder è troppo intelligente per credere davvero in questa stupidaggine. Se permette, Durnwalder ha anche un carico di responsabilità diverso: un conto è occuparsi degli asili in val Pusteria e un conto della guerra in Iraq».
 Lui si deve occupare degli Schützen...
 «Appunto».
 Ma non è che la sua è tutta invidia veneta?
 «Ma è ridicolo. Non sarà che Stella parla della caserma di Foggia svenduta per una pipa di tabacco perché non gli piacciono i terroni? Non è che racconta del consiglio regionale del Lazio perchè non gli piacciono i romani? Ma cosa credono, che dietro un articolo ci sia sempre un complotto? Quando tu pensi che tutt’intorno stiano ordendo dei complotti poi non riesci a vedere i problemi veri».
 Il Trentino Alto Adige è stata la prima Regione in Italia a tagliare i vitalizi: perché questo non viene mai ricordato?
 «Le riconosco tutte, le cose buone. Ma non è che quando si scrive di Trentino e Alto Adige bisogna fare come con i decreti legge: visto che, visto che, visto che... e poi scrivere il resto. E’ come se quando uno critica lo Ior o la pedofilia di tanti preti dovesse partire dicendo: premesso che Gesù Cristo è morto per noi e che la Chiesa è nostra la casa comune amatissima...».
 Trentino e Alto Adige puntano ora all’autonomia integrale: lei che ne pensa?
 «Questa materia è dinamite, soprattutto in una situazione difficile come la nostra. Quando uno parla di autonomia integrale poi si finisce per parlare di distacco dall’Italia. E quindi io lascerei perdere».
 Verrebbe a vivere in Trentino Alto Adige?
 «Come no? È bellissimo. E io sono quasi un compaesano. Quasi».
Alto Adige 16-1-12

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