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mercoledì 18 gennaio 2012
Le debolezze societarie di Air Alps
La compagnia è senza amministratore e licenza
BOLZANO. La compagnia aerea Air Alps ha interrotto la propria attività su ogni scalo - diversi i collegamenti gestiti in Europa oltre a quelli italiani Bolzano-Roma, Parma-Roma e Salerno-Milano - senza un preavviso e senza una motivazione ufficiale. E così tutto è lasciato alle notizie che trapelano dalla sede di Innsbruck e dagli organismi statali di Vienna.
Cercando tuttavia di fra “quadrare” tutti gli elementi a disposizione si può partire da due dati che paiono oggettivi: l’esposizione finanziaria piuttosto pesante si aggirerebbe sui dieci milioni di euro in larghissima parte accumulata pera per le gestioni estere e non certo per le linee italiane che si sarebbero garantite nel tempo un sostanziale pareggio entrate-uscite; la licenza di volo non più nella disponibilità della compagnia perché la stessa da giorni è priva di un amministratore delegato, ovvero di un legale rappresentante che si assuma la piena responsabilità della gestione. Ciò premesso negli ambienti economici tirolesi nelle ultime ore si è fatta largo anche un’ipotesi piuttosto complessa che sarebbe legata ad un’operazione “salvataggio” che prevederebbe l’incorporazione di Air Alps nella compagnia madre “Welcome Air”, anche se da più parti anche quest’ultima viene data come piuttosto appesantita sotto il profilo finanziario.
E in questo senso si giustificherebbe l’offerta che pare sia arrivata in Provincia proprio da parte di Welcome Air per proseguire nella gestione della linea Bolzano-Roma; anche se - e questo sarebbe un ostacolo insormontabile - le norme austriache non contemplerebbero affatto un passaggio automatico della licenza di volo da una società all’altra, anche se al termine di una procedura di incorporazione.
Air Alps insomma sarebbe finita al centro di un difficile passaggio gestionale della finanziaria svizzera che starebbe tentando di limitare i danni anche se per ora, almeno a Bolzano, si è resa protagonista solo di un’interruzione di una concessione pubblica che per questo rischia di costarle decisamente cara. A maggior ragione se il “piccolo” azionista pubblico altoatesino, ovvero la provinciale “Sta” con il suo 4% del capitale sociale, dovesse decidere, come per altro ha già preannunciato il presidente Durnwalder, di avviare le procedure per chiedere i danni. (o.d.)
Alto Adige 18-1-12
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