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lunedì 16 gennaio 2012

La logica dei pedaggi autostradali parte da lontano


A partire dal primo gennaio 2012 salgono i pedaggi; così si apprende dai telegiornali. Il significato del pedaggio: la scelta di ricorrere all’adozione di prezzi di pedaggio per attuare e gestire opere pubbliche e in particolare la viabilità di grande comunicazione nel nostro Paese ha indubbie motivazioni di carattere politico-amministrativo. L’Italia del dopoguerra fu alle prese con la ricostruzione della massima parte del suo patrimonio abitativo e “infrastrutturale” distrutto o danneggiato dagli eventi bellici: furono impegnate ingenti risorse non soltanto umane, ma soprattutto economiche e finanziarie: il debito pubblico crebbe. Nelle stesso tempo crebbe il desiderio di progresso di industrializzazione, che fu rapido. Iniziarono a manifestarsi le attività del terziario.
 Crebbero con esso le occasioni di mobilità delle persone e dei beni. Si pensò così di dotare il Paese di una grande orditura, una grossa tessitura viaria che permettesse di assicurare agevoli, rapide e sicure opportunità di spostamenti, tenuto conto della particolare struttura orografica e geo - politica. Ma come attuare un così ambizioso progetto? Si pensò di mobilitare nuove forze produttive, affidando a società di natura privatistica, ma con capitale maggiormente pubblico, l’attuazione del piano. In tal modo si costituì anche la Società dell’Autostrada del Brennero Spa, a carattere imprenditoriale, con prevalenza di capitale pubblico, oltre il 30 per cento della Regione Trentino-Alto Adige e il resto da Province, Comuni, Camere di Commercio, Casse di Risparmio.
 Per ammortizzare nel periodo della concessione, di norma trentennale, le spese di investimento, al netto di quanto erogato sotto forma di contributi, e coprire quelle di esercizio, si ricorse all’adozione di prezzi di pedaggio. Si trattò di prevedere un’imposta di scopo a carico dell’utilizzatore del bene, evitando che gli enormi costi di investimento fossero addossati esclusivamente alla generazione del momento, trasferendoli così in un arco temporale ben più ampio a carico anche dei futuri fruitori del bene.
 Un’ ulteriore risposta al «perché adottare prezzi di pedaggio» fu ritrovata poi nella necessità di fronteggiare i notevoli costi di manutenzione e di gestione di un così vasto patrimonio, azzerando, sotto tale aspetto, l’onere a carico del bilancio dello Stato. L’utente peraltro ha sempre ignorato la logica del pedaggio, quale imposta o tassa, come corrispettivo di un servizio reso. L’autostrada rappresenta infatti un’ occasione per guadagnare tempo e quindi un beneficio da non perdere, congiunto alla sicurezza e al comfort. Il pedaggio è quindi per molti utenti visto quale corrispettivo del tempo guadagnato e della sicurezza. E nel caso che il percorso, il quale fungesse da terza corsia, fosse in prospettiva, Vipiteno-gallerie sotto il passo Giovo (200 milioni di euro)- Val Passiria - Mebo, il pedaggio sarebbe inevitabile. E l’aliquota di denaro, spettante all’A.N.A.S, andrebbe alla Province Autonome di Trento e Bolzano, le quali curano la gestione delle strade statali per conto dell’A.N.A.S. La Regione Trentino-Alto Adige/Suedtirol, insieme con le Provincie di Trento e di Bolzano e con i Comuni capoluoghi, detiene la maggioranza delle azioni della Società p.a Autostrada del Brennero, la quale potrebbe ambire di essere inserita nell’elenco delle cosiddette, non «mille», ma «cento» proroghe.
Alto Adige 15-1-12

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