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venerdì 20 gennaio 2012

Grande conferenza internazionale dedicata al futuro dell’ecosistema terrestre


Tutele di carta e fatti concreti 

MAURIZIO DAPOR
Tra il 20 e il 22 Giugno 2012 si terrà in Brasile, a Rio de Janeiro, sotto il patrocinio delle Nazioni Unite, una grande conferenza internazionale dedicata al futuro dell’ecosistema terrestre. Si tratta dell’Earth Summit 2012. Lo riferisce Lorenzo Mannella dalle colonne della rivista Galileo. Il meeting tra le delegazioni delle varie nazioni si svolgerà a vent’anni di distanza dal primo incontro su questi temi svoltosi a Rio de Janeiro nel 1992. Costituirà l’occasione per discutere attorno alle strategie da adottare in relazione al futuro dell’ecosistema Terra, con particolare attenzione alle problematiche relative alla green economy ed allo sviluppo sostenibile. Una delle questioni da affrontare riguarda di certo l’acqua dolce. Significative percentuali delle riserve d’acqua dolce del mondo, che per il 75 per cento si trovano nei ghiacciai e nelle calotte polari, si stanno disperdendo negli oceani. Dopo Antartide e Groenlandia, la terza riserva d’acqua dolce del mondo si trova nei campi di ghiaccio della Patagonia. Si tratta di una vasta area in cui numerosi sono i ghiacciai. Alcuni si stanno ritirando assai velocemente. Ha riferito Laura Berardi dalle colonne di Galileo che, in particolare, nel corso di undici mesi (dal Febbraio 2010 al Gennaio 2011) la Nasa ed il Centro de Estudios Cientificos di Valdivia in Cile hanno tenuto sotto controllo il ghiacciaio Jorge Montt. Hanno raccolto una sequenza di 1445 immagini fotografiche del ghiacciaio e realizzato poi una suggestiva e impressionante animazione (si trova su You Tube con il titolo «Dramatic Retreat of the Jorge Montt Glacier, Patagonia») che mostra una evidente (e decisamente inquietante) riduzione delle dimensioni del ghiacciaio nel corso di questo brevissimo periodo di tempo. L’arretramento è stato di 800 metri in 11 mesi. Poco più a nord del Jorge Montt si sta ulteriormente riducendo la superficie ghiacciata del San Rafael, già ritiratosi di 12 chilometri negli ultimi 136 anni. Sappiamo bene che il problema non riguarda solo lontani territori dell’America Latina. Il più esteso complesso glaciale delle Alpi italiane si trova nel gruppo dell’Adamello, in gran parte incluso nella Provincia di Trento. Ha riferito Christian Casarotto, del Museo Tridentino di Scienze Naturali, che dalla seconda metà del XIX secolo i ghiacciai italiani si sono ridotti del 40%: molti piccoli ghiacciai sono scomparsi mentre alcuni tra i maggiori si sono frazionati. La regolare osservazione dei ghiacciai trentini effettuata dalla SAT, presenta dati allarmanti. Il ghiacciaio della Marmolada ha perduto in circa quarant’anni il 42% della sua superficie. Negli ultimi 25 anni, la massa di neve accumulata sui ghiacciai trentini durante gli inverni non è stata quasi mai in grado di compensare le quantità di ghiaccio perdute durante i periodi estivi. Va ricordato che, oltre che fondamentali come riserve d’acqua dolce, i ghiacciai sono importanti anche per altre ragioni: in Trentino-Alto Adige, il 95% dell’energia prodotta è di origine idroelettrica, grazie a bacini in gran parte alimentati dai ghiacciai.
Il fatto che le Dolomiti siano diventate patrimonio mondiale dell’umanità produrrà risultati rilevanti in termini di maggiore rispetto per l’ambiente montano? Sarà di stimolo, come di certo tutti auspichiamo, ad un rinnovato atteggiamento di attenzione al delicato e fragile equilibrio che caratterizza il preziosissimo patrimonio montano? O si limiterà invece a costituire una sorta di «medaglia», un riconoscimento di qualche interesse, forse, per la promozione turistica del territorio? La Marmolada, simbolo dell’alpinismo e regina delle Dolomiti, sarà veramente più rispettata, o piuttosto, come qualcuno teme, semplicemente più sfruttata? Dino Buzzati, nel lontano 1976, espresse così il suo ammirato stupore di fronte alle Dolomiti: «Avvicinatevi vi prego, esaminate questo spettacolo che, senza ombra di dubbio, è una delle cose più belle, potenti e straordinarie di cui questo pianeta disponga. Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?». Quasi quarant’anni dopo, le parole di Buzzati si impongono oggi come un autorevole richiamo al rispetto per il fragile territorio montano.
Alto Adige 20-1-12

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