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mercoledì 13 giugno 2012

Pensionati, è allarme per i risparmi



La crisi erode i depositi. Ecco quattro storie: «La nostra vita stravolta in pochi mesi». I sindacati al governo: meno tasse 

di Alan Conti
BOLZANO L’Alto Adige non è un Paese per vecchi. Nonostante l’innalzamento dell’età media dei cittadini, la vita dei pensionati è sempre più difficile. È questa l’opinione emersa ieri al convegno organizzato da Cgil, Cisl e Uil a fronte della presentazione di un programma di agevolazioni fiscali che sarà indirizzato al governo. I numeri che pesano, ovviamente, sono quelli relativi a reddito e pensioni minime: in qualche caso si parla di 400 euro al mese. E su tutto questo cadono svariate mannaie come gli aumenti delle bollette, i costi dei servizi, l’Imu e le spese sanitarie. Sull’altro piatto della bilancia: una certa soddisfazione per l’organizzazione della mobilità urbana, con l’abbonamento gratuito, e la vitalità delle associazioni. Ma insomma anche nella ricca Bolzano la vita di un pensionato è complicata. «Facciamo semplicemente i conti della serva – comincia Pietro Bon – e proviamo a far quadrare un bilancio di una casa con soli 400 euro al mese. È impossibile. La pensione non può bastare per gestire il quotidiano, figuriamoci l’imprevisto. Di fatto non esiste più il meccanismo del risparmio. E poi adesso si aggiungono anche imposte senza logica: come è possibile, infatti, che un anziano ricoverato in casa di riposo debba pagare l’Imu sulla sua abitazione calcolata come seconda casa? Di certo non l’affitta a scopo di lucro...». Albano Camponi, poco più in là, annuisce. «La verità è che la vita da pensionati è cambiata tanto in pochissimo tempo. Detto del reddito, credo che una riflessione vada fatta anche sulla sanità che, purtroppo, ci coinvolge in modo abbastanza frequente. Non riesco proprio a capire, per esempio, come sia possibile che la provincia di Bolzano non si sia ancora dotata di un centro di prenotazione unico per tutto il territorio. Trento lo ha messo in opera già da tempo. Questo causa ritardi, code e scarsa qualità: per noi è importante». «Vuole che le dica tutte le cattiverie del mondo?», sorride ma non troppo Cesare Brunini nell’elencare le difficoltà di una vita da pensionato. «Ho fatto l’operaio alla Lancia per una vita e percepisco una pensione da 1.000 euro al mese. Ora purtroppo una tragedia mi ha lasciato solo e posso cavarmela mangiando ogni tanto un panino piuttosto che un pasto completo, ma mi chiedo come facciano le famiglie. Ci sono nonni che magari avrebbero piacere di essere coinvolti maggiormente nel sostentamento e non possono. Ci rimettono le famiglie, ma è tutto il sistema che non aiuta chi ha veramente bisogno e ingrassa i soliti. Chi siede sugli scranni politici lo fa sempre con la pancia piena: a Roma e a Bolzano. Il presidente Luis Durnwalder, infine, non può dirci di andare a parlare dei nostri problemi nel suo ufficio alle 6: perché non viene lui al nostro convegno e sta qui con noi quattro ore di una normale mattina? Siamo noi ad avere bisogno che lui ci venga incontro, non il contrario». Chiusura con Giampaolo Bezzati, anni di esperienza nel sindacato metalmeccanici e oggi impegnato nelle associazioni per la terza età. «La contrazione della crisi si sente: rispetto ai soggiorni marini degli altri anni, per esempio, abbiamo avuto un calo di 50 persone. Misure come l’innalzamento del contributo agli over 70, inoltre, non aiutano di certo e tagliano le gambe alle idee. Il tempo libero degli anziani non vale di meno. A livello economico, infine, il fenomeno più preoccupante trovo che sia l’erosione dei risparmi: i nonni non sono più in grado di dare la paghetta ai nipoti se non prelevando dalle risorse accumulate destinate, magari, a una futura eredità. In futuro tutto questo si farà sentire». Al centro del convegno, come detto, una nuova impostazione fiscale proposta nella sala dal segretario di categoria della Cgil Alfred Ebner. «I redditi medi dei pensionati sono passati in tre anni da 13.700 euro lordi a 11.361, con una contrazione del 15%. La situazione di famiglia monoreddito tipica, inoltre, penalizza ulteriormente l’anziano che si ritrova con un carico fiscale squilibrato». Di qui le proposte: «È necessario equiparare la detrazione per reddito da pensione a quella di un lavoro dipendente, introduzione di un’imposta negativa per gli incapienti, aumento percentuale degli importi previsti per l’assegno familiare, rivisitazione del calcolo dell’Imu con detrazioni per i pensionati che naturalmente non usufruiscono di quella prevista per i figli, istituzione della Tobin Tax sulle rendite finanziarie, eliminazione di enti istituzionali impropri e proseguimento senza sosta della lotta all’evasione».
Alto Adige 13-6-12

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