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sabato 21 aprile 2012

MA CHI CERCA UN LAVORO VA RISPETTATO


CHI CERCA UN LAVORO VA RISPETTATO 

di Silvia Capurro
Chi si butta nel mondo del lavoro, per la prima volta o per la semplice voglia di cambiare, deve obbligatoriamente prima di tutto armarsi si di pazienza ma non solo. Ci vuole, oggi più che mai, coraggio e capacità di incassare. Vi capiterà spesso di sostenere colloqui dove instaurerete una grossa empatia col probabile datore di lavoro, e uscirne con il sorriso sulle labbra e un senso di vittoria... Pensate di avercela fatta e l'euforia del momento vi darà un profondo e appagante senso di gioia. Nella vostra prendono forma sogni e speranze e state, nonostante tutto, già riflettendo su cosa comprarvi con lo stipendio, dove potrete andare in vacanza e magari, perché no, di andare a vivere da soli o in coppia. Questi sogni sono per voi talmente reali che la vostra mente non si ricorda della frasetta tipo che è il finale di ogni colloquio lavorativo: "Le faremo sapere a breve..." Quando, dopo qualche giorno, questi sogni ad occhi aperti verranno infranti, nel migliore dei casi, da una risposta negativa, sarà la vostra autostima a subire il colpo più duro... Ma ritenetevi fortunati se siete stati anche solo ricontattati per sentirvi dire che il lavoro è stato dato a qualcuno diverso da voi perché, molto spesso invece vi ritroverete ad attendere una telefonata o ad aspettare una mail che non arriverà mai. Come ogni persona alla ricerca di un lavoro, siete praticamente ossessionati dal controllare la Vostra casella postale e sussultate ogni volta che vi arriva una chiamata. Otto ditte su dieci che vi avranno fatto un colloquio non si faranno più sentire. Questo dimostra che c'è ancora poco rispetto nel mondo del lavoro da parte di chi lo offre. Perché mi permetto di affermare ciò? Perché poche righe, anche se possono essere negative, sono meglio di un silenzio. Il candidato si arma perciò dell'unica cosa in suo possesso: la pazienza unita a speranza. Ma quando i giorni diventano settimane e le settimane mesi, nasce quel sentimento ambiguo di sconforto misto a senso di fallimento! Eppure ci era sembrato di essere simpatici e brillanti e anche il sig. Taldeitali ce l'aveva detto e fatto capire... E allora perchè? Ecco! Forse siamo stati educati male sin da piccoli dai nostri genitori. Quando da bambini chiedevamo il perché di qualsiasi cosa ai nostri genitori la mamma o il papà trovavano sempre risposta. Buona o cattiva che questa fosse, ma ci davano sempre una risposta! Nel mondo del lavoro invece questo nostro senso di sicurezza viene infranto, calpestato, violato. E allora, purtroppo, siamo subito convinti di essere pieni di difetti e manchevolezze, che molto probabilmente non ci sono, ma che ci portano un profondo sconforto! Ci sentiamo inadatti e l'entusiasmo iniziale comincia a svanire. Ovviamente continuiamo a cercare lavoro, ma cominciamo anche a svalutarci come persona... Ma ciò che è grave, è che la maggior parte di noi cerca ossessivamente di trovare un perché al rifiuto nel proprio aspetto fisico, nell'età, nell'essere donna o uomo. Sosteniamo altri colloqui, ma siamo meno brillanti e partiamo già con l'idea di non essere la persona giusta per il posto che la ditta offre... E purtroppo molto spesso, soprattutto noi donne, pur di lavorare ci "svendiamo". Quando si arriva alla fatidica domanda di cosa ci aspettiamo come trattamento economico ormai ci siamo autoconvinti di non valere poi molto e pertanto ci offriamo a un salario o uno stipendio molto basso. Trovo veramente triste che il mondo del lavoro trovi il tempo per cercare personale, smistare curriculum, invitare i candidati ai colloqui, ma non trovi il tempo di buttare giù due righe per comunicare alle persone non prescelte che è stato dato il posto a qualcun altro. Poco interessa se più qualificato, più professionale, più giovane, più attraente... Quello di cui una persona alla ricerca di un lavoro molto spesso ha bisogno è una cosa molto semplice: una risposta! Io vorrei fare una richiesta a tutti quei datori di lavoro che fanno colloqui: Trovate non solo il tempo per fare delle chiacchierate lunghissime con i presunti candidati al posto di lavoro che offrite. Trovate anche il tempo per comunicare la vostra scelta, anche senza motivarla, a quei candidati scartati. Dovete capire che il silenzio non sempre è la virtù dei forti. Dovete capire che un silenzio assordante può mettere in discussione l'intera autostima di una persona. Nel mondo che vorrei, non c'è il Mulino Bianco, non c'è un lavoro in provincia, non c'è uno stipendio con 5 zeri... Nel mondo che vorrei, per tutti, ci sarebbe più rispetto. A chi invece cerca lavoro, in questo momento non facile del nostro Paese, auguro di tutto cuore di trovare un lavoro o per lo meno di trovare una di quelle poche ditte che vi farà sapere qualcosa, per non dovervi crogiolare per settimane nell'inconsapevolezza.
Alto Adige 21-4-12

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