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domenica 25 marzo 2012

Tedesco, raddoppiate le classi potenziate


SECONDA LINGUA L’ispettore provinciale: la crisi spinge i genitori a puntare sul plurilinguismo

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. L’attuale crisi economica globale contribuisce a far lievitare il numero delle scuole dedite al potenziamento del tedesco. Soltanto alle elementari in lingua italiana, in un solo anno le classi potenziate - per la precisione quelle che adottano il cosiddetto metodo di insegnamento Clil, ossia veicolare - sono salite da 16 addirittura a 33. «Ce lo chiede la società: i genitori sono convinti che per trovare un lavoro sopravvivendo alla crisi economica l’unica strada praticabile per i figli sia il plurilinguismo. Una marcia in più per emergere nel mercato del lavoro». Lo precisa l’intendente provinciale per la seconda lingua, Franz Lemayr. Ex dirigente di istituti tedeschi (Appiano ecc.), con grande esperienza didattica alle spalle, Lemayr è a capo di un gruppo di lavoro istituito quest’anno presso l’intendenza scolastica italiana. Si sta lavorando a un nuovo progetto: il lancio del marchio «Scuola attiva per le lingue».
 Si tratta di un decalogo; la versione attuale, non ancora presentata ai dirigenti scolastici e suscettibile di variazioni, è in realtà di 13 punti, ma verrà probabilmente limata. I singoli istituti, in base all’autonomia scolastica, potranno essere interessati o meno. Chi lo sarà, potrà candidarsi e l’intendenza, in base al rispetto o meno del decalogo, concederà o negherà il label di scuola plurilingue. Il campo è minato, sempre suscettibile di richieste di chiarimenti in consiglio provinciale da parte delle destre tedesche. Quindi Lemayr per ora preferisce non rendere noti i risultati delle numerose statistiche avviate quest’anno per monitorare la situazione. L’ispettore però fornisce delle anticipazioni almeno sui programmi in atto. «Non siamo noi a volerci muovere. È la società che ce lo domanda. Di recente siamo stati invitati alla Camera di commercio, dove ci hanno illustrato i dati di quanti affari perdono le aziende altoatesine per carenza di competenze linguistiche». Le scuole raccolgono la sfida, e chiedono consulenze e supporto all’intendenza. Anche per questo, l’assessorato sta lavorando a una razionalizzazione del comparto. L’intento, non dichiarato ma chiarissimo, è anche di arginare il fenomeno del marketing spinto dei singoli istituti. Negli anni, le scuole specializzatesi nel potenziamento delle lingue, non solo del tedesco, hanno cominciato ad attrarre sempre più alunni, sottraendoli ovviamente agli altri istituti. Un fatto positivo, perché ha stimolato la concorrenza e quindi ha dato la sveglia a molte scuole, che hanno preso spunto dai precursori e si sono adeguate. Ma ha dato il via anche a fenomeni di marketing un po’ troppo spinto. «I buoni progetti plurilingui - spiega - non dipendono da quante ore di L2 si contano. Non importa se sono le 6 curricolari fatte col Clil o le 9, 10 o ancora di più. Tutto dipende dalla bontà del progetto. Esistono numerosi modelli differenti, tutti potenzialmente apprezzabili». In alcune scuole ci sono solo le ore curricolari, ma si punta molto sull’extrascuola, compresi genellaggi, scambi eccetera. In altri casi si lavora coinvolgendo i genitori e facendoli partecipare a corsi di tedesco per sviluppare le loro capacità comunicative. C’è chi ha il potenziamento spinto, chi lo ha meno. Chi mette dei paletti più o meno restrittivi per puntare alle certificazioni internazionali. «Ma ridurre tutto al fatto che la scuola X faccia più ore di tedesco della scuola Y è davvero riduttivo». Per stabilire la bontà del progetto, potendosi fregiare del marchio di scuola attiva per le lingue, gli istituti dovranno rispettare il decalogo. Per esempio, dovranno avere una biblioteca specializzata, un protocollo per le certificazioni eccetera. Da fuori i genitori, per orientarsi, avranno vita facile. Chi ha il logo, è certificato: scuola attiva per le lingue.
Alto Adige 25-3-12

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