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venerdì 2 marzo 2012
La «comune» dei designer
Un laboratorio messo per un anno a disposizione di giovani altoatesini ed europei
RICCARDO VALLETTI
BOLZANO. Prendere qualche bancale e farci un comodo divano, o fare di un carrello sfondato del supermarket una comoda poltrona. Si chiama “Up cycling”, ed è la nuova frontiera del riuso dei materiali di scarto dell’industria, dei rottami e spesso della spazzatura. Una decina di giovani designers e architetti arrivati da mezza Europa, da qualche giorno si è chiusa in uno stabile in disuso in via Macello 47 per dare vita ad una sorta di laboratorio permanente di questa nuova forma d’arte dell’era industriale.
L’idea è nata dall’incontro dei proprietari dell’edificio, Kurt Baumgartner e Begal Gerson, con uno di questi giovani talenti: «Avremmo dovuto abbattere tutto l’edificio per poi costruire - racconta Baumgartner - ma abbiamo ritardato tutto il piano di un anno, e deciso di dare spazio per il 2012 a questi giovani creativi». I ragazzi si conoscono appena, eppure nell’aria si respira affiatamento ed entusiasmo; convivono da una settimana circa e stanno lavorando ciascuno ad un’idea diversa. Ogni momento è buono per un confronto, per rivedere il proprio progetto o magari per farsene balenare in testa uno nuovo. L’atmosfera che si respira è quella di una grande famiglia, e se qualcosa non funziona ci si dà una mano; si comunica in inglese, e si mangia e si dorme nello stabile, tra una grigliata e il sacco a pelo. Insomma, una comune di creativi. Molti dei profeti dell’“Up cycling” sono già affermati designers a casa loro, con laboratori grandi come capannoni industriali tra Olanda e Germania, ma sembra che non ne sentano la mancanza: «Questa è un’atmosfera speciale - sorride l’olandese Jo Meesters mentre combatte con una damigiana di carta riciclata - la creatività si respira nell’aria». Nascono così le meraviglie che intorno fanno ormai parte dell’arredo: il divano fatto di bancali che ha conquistato il cuore di Begal Gerson, “ora che l’ho visto ne voglio uno per casa mia, e probabilmente me lo farò con le mie mani”, o la sedia che nasce dalla terra. L’idea è di un artigiano altoatesino, che ha scoperto come trasformare la segatura in una schiuma che si solidifica quasi come il silicone. «Ho piantato tre pali nella terra che saranno le gambe della sedia, poi li riempirò fino a farli traboccare e coprire una porzione di terreno, una volta solidificato il tutto basterà sfilare le gambe dai paletti e avremo uno sgabello con tre gambe».
Un altro dei creativi ha appena realizzato la sua poltrona dal carrello di un supermarket.
Intanto si è fatta l’ora di pranzo, e un ragazzo smonta una scaffalatura per farne un tavolo, lo chef oggi propone grigliata di carne e verdure, poi di nuovo al lavoro fino a tarda notte.
I prodotti nati dalla creatività dei ragazzi di via Macello andranno all’asta il 16 marzo, alla fine del percorso di questa prima tappa della piattaforma pensata da Kurt Baumgartner.
«Vorremmo - spiega l’imprenditore bolzanino - che questa non fosse un’esperienza fine a se stessa, in futuro ci saranno altri appuntamenti, magari concentrati su temi specifici».
La speranza è che Bolzano accolga quest’iniziativa facendola propria: «Vedere questi ragazzi al lavoro è un unguento per l’anima - sostiene Gerson - la nostra gioventù non è solo discoteca e alcool, a questi giovani è bastato un edificio abbandonato per dare libero sfogo alla loro creatività».
Alto Adige 2-3-12
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