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venerdì 2 marzo 2012

Dossier Caritas: colpito anche chi ha un lavoro


BOLZANO. La Consulenza debitori Caritas invita le persone con problemi finanziari a ripensare il proprio comportamento con il denaro, a tenere traccia di tutte le entrate ed uscite e a controllare i debiti e le rate per il loro ripagamento e, se necessario, avvalersi di consulenze specializzate.
 «I problemi con il denaro spesso portano ad angosce esistenziali e si scaricano sulla salute fisica e psichica delle persone. Chi agisce per tempo e si pone il problema, riesce ad organizzare positivamente la propria quotidianità, anche senza avere molto denaro a disposizione». Lo sottolinea Petra Priller, la responsabile della Consulenza debitori della Caritas.
 Complessivamente sono 1.153 le famiglie e le persone singole che lo scorso anno hanno richiesto il sostegno dei consulenti del servizio, negli uffici di Bolzano, Merano, Brunico e Bressanone.
 L’origine dei problemi finanziari nel 40% dei casi era la disoccupazione o un peggioramento del reddito. Ad essere particolarmente colpite sono state le persone con una bassa formazione scolastica, con un reddito basso e con limitate possibilità nel mercato del lavoro.
 Insomma, i problemi finanziari degli altoatesini aumentano. Anche chi lavora non è completamente al riparo dalle preoccupazioni relative al denaro. Secondo il piano sociale provinciale una persona su tre, tra quanti riscuotono il mimino vitale, svolge un lavoro. Tra quanti invece riscuotono un aiuto per l’affitto e le spese accessorie, la percentuale degli attivi raggiunge il 40%. Questa tendenza si riflette anche nella relazione annuale 2011 appena pubblicata dal servizio di Consulenza Debitori della Caritas. Delle 1.153 persone che hanno richiesto una consulenza al servizio, quasi il 70 per cento aveva un reddito. Quasi la metà di essi guadagnava meno di 1.000 euro.
 Le cause di indebitamento più frequentemente citate alla Caritas sono una diminuzione del reddito disponibile a causa di part-time, mobilità oppure lavoro interinale e disoccupazione. Il 22 per cento si è indebitato a causa di un precedente lavoro in proprio, mentre il 13 per cento per malattia o per altre disgrazie. «Queste persone dall’oggi al domani devono cavarsela con molto meno denaro. Molti si indebitano non a causa di grandi acquisti, ma perché non hanno più denaro a sufficienza per pagare l’affitto e le spese».
 All’inizio alcuni riescono a prendere in prestito dei soldi da parenti e amici, poi chiedono prestiti alle banche e alle società finanziarie. «Coloro che poi non possono ripagare, sono pignorati», conclude amara Priller. (da.pa)
Alto Adige 2-3-12

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