Informazioni personali

Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha, comunque, carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali ivi contenuti. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001

venerdì 14 dicembre 2012

Lotta all’amianto: anche ai privati contributi per le spese di bonifica

Passa in consiglio provinciale la mozione dei Verdi: garantito lo stesso trattamento delle aziende Previsto un rimborso fino al 70 per cento della spesa per chi elimina il materiale cancerogeno 

di Riccardo Valletti
BOLZANO A vent’anni dalla legge che vieta l’uso e la produzione dell’amianto, sul territorio italiano ci sono ancora circa 32 milioni di tonnellate di materiale non rimosse. In Alto Adige si stimano 1322 tetti con rivestimenti che contengono il materiale cancerogeno, «ma la mappatura è ancora solo agli inizi - spiega il consigliere dei Verdi Riccardo Dello Sbarba - per il momento è stato avviato il censimento solo per gli edifici privati e che contengono il materiale in forma friabile, quindi il dato è destinato a salire drasticamente». Proprio per intensificare l’azione di bonifica i consiglieri Verdi avevano proposto una mozione che ampliasse il ventaglio di contributi provinciali, finora riservati solo alle aziende, anche ai proprietari privati. Mozione che ha ricevuto voto favorevole nella seduta del Consigli di ieri, e che istituisce anche un meccanismo di premio per chi interviene con più celerità alla rimozione delle vecchie coperture. «In provincia la presenza dell’amianto è ancora molto preoccupante - affermano i consiglieri - in tutte le valli e nei comuni sono presenti strutture contaminanti; il problema viene dal fatto che la maggior parte di questi edifici risale agli anni ’60 e ’70, cioè all’epoca del boom dell’uso del materiale cancerogeno, e che in molti casi da tempo non hanno più avuto manutenzione, e quindi sono più a rischio perché da tempo esposti ad agenti atmosferici e che per questo motivo avranno costi di smantellamento e smaltimento elevatissimi, proprio in virtù dell’alto pericolo di contaminazione». La legge precedente imponeva che la presenza di amianto fosse denunciata, e una volta data comunicazione il titolare avesse l’obbligo della rimozione, «la Provincia aveva sempre concesso dei contributi solo alle aziende, e questo aveva causato che i pericoli più gravi, quelli di presenza in edifici abitativi, fosse passata sotto traccia; i titolari avevano paura a dare notizia perché sarebbero stati costretti a sostenere tutte le spese autonomamente». Con la mozione invece i contributi si applicheranno anche a loro, fino al 70% dello smantellamento e smaltimento della parte “incriminata”, «per stimolare una ripresa delle bonifiche in tempi brevi, abbiamo pensato a un sistema di incentivazione che premia chi avvia i lavori entro due anni dalla denuncia, e scala del 10% di contributi per ogni anno successivo di ritardo dall’intervento; in pratica lo stesso sistema approvato a Trento». Nel frattempo prosegue l’opera di mappatura della presenza in provincia, che però si concentra solo sull’amianto “friabile”, quello cioè più pericoloso perché inalabile, «siamo solo agli inizi - commenta Dello Sbarba - con l’amianto compatto il dato è destinato a salire drammaticamente».
Alto Adige 14-12-12

Nessun commento:

Posta un commento