In un anno due vittime per omicidio, e una terza ridotta in fin di vita. I palloncini rossi per dire no
BOLZANO
Il 2012 è stato un anno terribile in Alto Adige sul fronte della
violenza alla donne: due donne assassinate, una ridotta in fin di vita, e
decine di denunce per botte e maltrattamenti tra le mura domestiche. La
sera del 19 giugno, Erna Pirpamer, 66 anni, parrucchiera in pensione,
viene accoltellata a morte sotto casa a Merano. L’assassino è il suo ex
convivente, Aouichaoui Boubaker, 32 anni, tunisino. Punita, perchè non
voleva vederlo più. Pochi giorni dopo centinaia di donne scenderanno in
piazza a Merano e Bolzano, liberando in cielo decine di palloncini rossi
in memoria delle vittime del femminicidio. Ma la mattanza non è finita.
Il 9 settembre, una domenica all’alba, viene uccisa in via Macello ai
Piani con 15 coltellate Svetla Fileva, una giovane bulgara di 30 anni
che si prostituiva da tempo ai Piani. L’assassino è un meranese di 19
anni, Kevin Montolli. Una furia bestiale, la cui molla resta ancora
oscura. Una furia come quella che la notte tra il 26 e il 27 novembre
arma la mano di Paul Johann Oberkofler, che a Lutago prende a martellate
in testa la moglie Brigitta Steger, 42 anni, riducendola in fin di
vita. Lei voleva divorziare dopo una serie di infinite violenze.
Brigitta lotta ancora in un letto d’ospedale. Di fronte a tanto sangue,
la giustizia tenta di fare il suo corso. Il 9 novembre Stefan Kiem viene
condannato a 7 anni per aver massacrato a martellate la suocera, Rosa
Reiterer, 75 anni. Ma la corte gli riconosce la semi-infermità.
Alto Adige 31-12-12
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