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giovedì 6 dicembre 2012

La passione per i treni mignon

di Antonella Mattioli
CALDARO «I treni sono da sempre la mia passione forse perché abitavo a cento metri dalla stazione di Caldaro. E poi, da bambino, andavo a giocare dal mio amico Giorgio che aveva ricevuto in regalo un trenino di quelli a chiavetta: lo caricavamo e sfrecciava sui binari. Ero estasiato anche perché dalla locomotiva usciva il vapore: in realtà era il mio amico che si divertiva a farmelo credere, prima che arrivassi a casa sua, la metteva nel forno». Renato Defanti, meccanico in pensione, 85 anni domani, si appassiona sempre quando parla dei trenini e anche quest'anno organizza, assieme a Walter Job, Walter Steinegger, Thomas Palma e un gruppo di ragazzini, la sedicesima edizione della mostra dei trenini in movimento che ha aperto i battenti il 1° dicembre e andrà avanti fino al 1° gennaio (orari d'apertura il sabato dalle 15 alle 18, domenica e giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, ingresso libero) nella sala del palazzo della Cassa di risparmio nella piazza Principale di Caldaro. «I bambini nonostante i giochi tecnologici si divertono ancora moltissimo quando vedono la nostra mostra: rimangono a bocca aperta davanti ai trenini che corrono in mezzo alle casette, tra le montagne, vicino alla funicolare che porta a passo Mendola e si fermano alla stazione di Caldaro: sono i plastici che mi sono divertito a costruire in formato mignon nel corso degli anni». Il suo primo fan, tanti anni fa, è stato il suo primo figlio al quale, per il terzo compleanno, aveva regalato un trenino. «Da Brunner a Bolzano gli avevo comprato un cerchio di binari, una locomotiva e due vagoncini». Nel 1960 ha cominciato a costruire plastici. Il suo problema è sempre stato lo spazio: il primo lo ha montato in cucina, poi nel soggiorno. «Allora, tre-quattro volte all'anno, andavo con un amico in Germania a fare acquisti di locomotive, carrozze e binari: i prezzi erano più convenienti. In base alle norme di quegli anni non si poteva spendere più di una certa cifra, ma noi ne spendevamo sempre il doppio». Nel 1996 Defanti ha chiuso l'officina e a quel punto ha potuto dedicarsi a tempo pieno alla sua grande passione. «Ho costruito di tutto: stazioni, casette con i gerani sui balconi, montagne coperte di neve, passaggi a livello, file di lampioncini. A casa mia ho riempito sia la soffitta che il garage tanto che ormai, soprattutto in garage, non si entra più. Per recuperare spazio, ho messo una serie di scatoloni anche su alcuni scaffali in alto, ma oggi, alla mia età, non mi fido più ad arrampicarmi fin lassù». La passione di Defanti è contagiosa tanto da aver fatto proseliti. «Job, Steinegger e Palma sono di un'altra generazione e le loro realizzazioni sono tutte digitali. Domani faccio gli 85 anni e ho intenzione di smettere: proseguiranno i miei amici». Ma i bambini e gli adulti che tutti gli anni vanno a Caldaro a vedere la mostra dei trenini sperano che alla fine la passione sia più forte dell'anagrafe.
Alto Adige 6-12-12

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