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lunedì 25 giugno 2012
Energie rinnovabili Con vento e sole la Ue punta al 20%
Obiettivo previsto per il 2020. Parola chiave: collaborazione Italia bene sul fotovoltaico mentre l’eolico stenta a decollare
di Lorenzo Robustelli Per le energie rinnovabili l'Unione europea ha un obiettivo preciso: arrivare ad una quota del 20% sul totale dell'energia prodotta entro il 2020. Il Parlamento vorrebbe spostare il paletto al 30%, ma il mondo dell'industria si oppone, giudicandolo un obiettivo troppo costoso. La parola chiave è collaborazione, la Commissione europea preme sugli stati perché coordinino quanto possibile le politiche di incentivo e di trasporto. Günther Oettinger, commissario responsabile per la politica energetica, recentemente ha spiegato che «dobbiamo continuare a sviluppare le energie rinnovabili e promuovere soluzioni innovative. Ciò va fatto in modo efficiente rispetto ai costi. Questo significa produrre energia eolica e solare dove sia sensato farlo da un punto di vista economico, commercializzandola poi in Europa come già facciamo per altri prodotti e servizi». Il trasporto è però un punto molto delicato per questo tipo di energie, «è il vero collo di bottiglia» spiegano gli esperti, perché si tratta si energie la cui produzione è legata alle condizioni climatiche, il che crea molti problemi tecnici. L'energia eolica, quella prodotta principalmente con le pale a vento, negli ultimi vent'anni è quella che ha avuto lo sviluppo più ampio e di maggior successo. Secondo i dati della Commissione in questo periodo si è passati da una produzione complessiva di 3 gigawatt ad una di 240 gigawatt (cioè 240 miliardi di watt), il che ha voluto dire, nel 2011, coprire il 5,3% della domanda di elettricità dell'Unione. I paesi che hanno le percentuali più significative sono (al 2010) Danimarca (22%), Portogallo (17,1%), Spagna (16,6%), Irlanda (10%) e Germania (6,2%). Secondo gli esperti europei gran parte dell'obiettivo 2020 sarà raggiunto grazie al vento. L'altra grande fonte rinnovabile è la solare fotovoltaica. Un settore in rapida espansione con una crescita annuale attorno al 40% sin dal 2000. Nel 2011 questa elettricità copriva circa il 6% della capacità complessiva nell'Ue. Nel 2011 i nuovi impianti hanno raggiunto i 18,3 gigawatt, secondi solo alle centrali a gas. Una performance dovuta in particolare alla Germania, con 7,5 Gw e all'Italia, con 6 Gw. Ci sono poi i biocarburanti, che lo scorso anno sono stati prodotti in 76 miliardi di litri, ma che incontrano molte resistenze per le grandi estensioni di terreno tolte all'agricoltura alimentare e che, secondo alcune associazioni ambientaliste, potrebbero portare più inquinamento dei carburanti fossili. Tranne casi particolari, poi, la fonte geotermica e quella marina hanno ancora molti problemi tecnici per lo sviluppo, e la ricerca, in particolare sul mare, sembra essere piuttosto indietro.
Alto Adige 22-6-12
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