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lunedì 16 gennaio 2012

Xela, la Bassa pretende garanzie


Vertice della Volkspartei ad Ora per bloccare il progetto dell’azienda che tratta rifiuti pericolosi

MASSIMILIANO BONA

 CORTACCIA. Sull’incendio alla Xela, azienda che tratta anche rifiuti pericolosi, stanno indagando Procura e carabinieri. Nel capannone, a settembre, erano state rilevate tracce di benzene e bisogna capire se sono stati commessi reati di rilevanza penale per la miscelazione di lacche o vernici. Intanto la Svp della Bassa stasera ad Ora chiederà l’intervento del governatore altoatesino Durnwalder.
 Il Comune di Cortaccia, direttamente interessato, ha chiesto alla Provincia di attivarsi per far chiudere l’impianto, mentre l’azienda - che ritiene di aver operato correttamente - presenterà a breve alla commissione per la valutazione dell’impianto ambientale un progetto per ampliarsi. Per quanto attiene l’incendio di settembre, che allarmò non poco residenti e agricoltori, sotto il profilo penale bisogna stabilire se vi sia stata o meno una miscelazione non consentita di rifiuti mentre sul fronte amministrativo alla Xela viene contestata la presunta «errata tenuta del registro di carico e scarico dei rifiuti». La Provincia, in realtà, sta cercando di mediare, per evitare che Comune e Xela arrivino al muro contro muro.
 Ieri, nel frattempo, l’Obmann della Svp della Bassa Atesina Oswald Schiefer, che è anche presidente del Comprensorio, ha confermato che avrà un faccia a faccia sull’argomento con il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder. «La Xela - sottolinea Schiefer - è uno dei temi più importanti sul piatto in questo momento. A Durnwalder la Volkspartei della Bassa Atesina chiederà precise garanzie. Vogliamo innanzitutto strappare la promessa che l’azienda, che tratta anche rifiuti pericolosi, non aumenti la propria superficie ma anche la cubatura. Sappiamo che la commissione per la valutazione di impatto ambientale dovrà esaminare a breve il progetto di ampliamento della struttura e a riguardo ci aspettiamo il massimo rigore. Molto dipenderà - e questo è chiaro a tutti - dall’esito dell’inchiesta sulla Xela che sta svolgendo la Procura in collaborazione con i carabinieri del Noe».
 Per ora è noto solo il punto di partenza dell’inchiesta. «Nel capannone della Xela - come ha spiegato il direttore dell’ufficio provinciale rifiuti Giulio Angelucci - c’era benzene. Il forte odore che hanno sentito i residenti è stato provocato dalla combustione di alcuni fusti di lacche o vernici». Subito dopo il rogo i carabinieri del Noe hanno prelevato 20 metri cubi di materiale, che è stato analizzato dal laboratorio provinciale. «Possiamo affermare - ha affermato lo stesso Angelucci - che ad andare in fiamme sono stati 4/5 fusti contenenti 20/30 litri ciascuno di lacche, colori, vernici o solventi. Prima di fare ogni valutazione bisogna capire se sono stati trattati o meno rifiuti per i quali l’impresa non era stata autorizzata».
Alto Adige 16-1-12

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