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lunedì 16 gennaio 2012
Bolzano, aeroporto congelato
Air Alps insolvente, Bolzano senza voli
ORFEO DONATINI
BOLZANO. Dopo le anticipazioni legate al blocco di tutti i voli, ieri mattina da Innsbruck arrivano le conferme del clamoroso crack della compagnia aerea “Air Alps”: è insolvente e soprattutto senza più la licenza di volo. E per lo scalo di Bolzano si aprono mesi senza voli.
La situazione all’aeroporto bolzanino dall’altra sera è semplicemente drammatica per i passeggeri da e per lo scalo di San Giacomo: regna infatti la confusione più assoluta agli sportelli “Abd” dove il personale ormai allarga le braccia e non sa che rispondere. Lo stesso presidente dello scalo Engelbert Ritsch pare rassegnato: «Non abbiamo avuto alcuna comunicazione ufficiale dalla compagnia “Air Alps” se non un “codice 99” che annuncia la cancellazione dei voli. Per ora sono garantiti i trasferimenti in autobus con il Catullo di Verona grazie all’intervento diretto di Alitalia. Poi ci stiamo attivando per individuare una soluzione alternativa, tuttavia si tratta di una strada né semplice, né breve».
E incredibilmente anche la giunta provinciale pare essere stata presa di sorpresa dal clamoroso crack della compagnia aerea austriaca, nonostante ne sia ancora azionista al 4%, assieme alla Regione Trentino Alto Adige che detiene il 2% del capitale.
Il presidente Durnwalder infatti ha confermato “di essere da tempo a conoscenza delle difficoltà dell’operatore”, ma “di aver appreso della cancellazione dei voli solo dalle notizie dell’Alto Adige”. Ora - ha aggiunto - sarà necessario al più presto fare una gara per trovare un nuovo operatore per Bolzano”.
Più concreto e realista l’assessore ai trasporti Thomas Widmann: «Confermo che da Innsbruck si ha notizia dello stato di insolvenza della compagnia “Air Alps” alla quale l’Enac austriaco ha pure revocato la licenza di volo. Ora dovremo bandire subito la gara europea per i due collegamenti necessari con Roma e con Vienna anche se ciò implicherà un lasso di tempo di sei/sette mesi. Nel frattempo valuteremo anche la disponibilità di qualche gruppo industriale altoatesino che si è già detto disponibile al subentro in “Air Alps”, anche se le procedure, con la licenza di volo revocata, paiono decisamente complesse e ardue».
Ma cosa ha fatto maturare così repentinamente il crack? Ad Innsbruck difficile avere informazioni, anche per via del fine settimana, tuttavia pare che a far traboccare il vaso sia stata l’ennesima insolvenza sulle tasse aeroportuali austriache della compagnia controllata dalla società tirolese “Welcome Air” (di proprietà della “Lions Air Group” di Zurigo) dopo aver acquisito la quota di maggioranza nel 2009 dalla cordata di imprenditori altoatesini capitanati da Franz Senfter.
Ed è proprio dal 2009, con la nuova gestione, che le cose sono andate di male in peggio fino al crack: dimezzato il personale, ceduti velivoli e cancellate rotte fino al ripetuto ricorso alla cassa integrazione anche per i circa 40 dipendenti altoatesini, l’ultimo dei quali in vigore fino alla fine del prossimo aprile. Laconica ieri la dichiarazione del ceo di Welcome Air, Sabine Mertens: «E’ il mancato accordo dei soci “Airalps” sulla nomina di un amministratore delegato e di un accountable manager ad aver portato alla sospensione dei voli di linea della compagnia che collega Bolzano con Roma».
E anche se ormai ridotte all’osso, sia la Provincia che la Regione, potranno dire addio alle loro quote di capitale nella società: l’ultima, e neppure la più dolorosa, perdita nell’avventura aerea della finanza pubblica.
o.donatini@altoadige.it
Ora è a rischio anche la concessione dell’aeroporto
BOLZANO. Uno scalo aeroportuale che resta privo dell’unico vettore che gli garantisce i collegamenti di linea può mantenere la concessione dell’Enac? Nelle norme non vi sarebbe una clausola automatica che fa decadere la concessione in assenza di collegamenti di linea, tuttavia il destino stesso dell’“ABD”, l’Aeroporto Bolzano Dolomiti, sembra oggi più che mai appeso ad un filo.
A maggior ragione se si ricorda la direttiva del ministro dei Trasporti Corrado Passera intenzionato a varare un drastico riordino degli scali aerei minori, quelli periferici che accumulano milioni di deficit ogni anno. Tanto che Vito Riggio, il presidente dell’Enac, l’ente nazionale che gestisce l’aviazione civile, sulla base dei dati statistici fino a settembre scorso, era tornato a bocciare nuovamente l’aeroporto di Bolzano: troppo pochi quei passeggeri che si sono fermati a quota 66.815 nell’ultimo anno. «Ci sono dieci dei 48 scali operativi in Italia che sono con bilanci fortemente in perdita e se andiamo poi a fare una valutazione di merito, abbiamo i 4 aeroporti romani e milanesi che concentrano il 50% del traffico, e assieme ad altri 20 definiscono il quadro degli scali strategici o primari; gli altri sono invece complementari». Ed è tutto in quella definizione di”complementari” che si racchiude la valutazione negativa del presidente di Enac che non si spinge a dire che vadano chiusi, visto che non è di sua competenza, ma come minimo sollecita che «dovrebbero essere dati alle Regioni in modo che si facciano carico di ripianare le perdite, se già non provvedono».
E in questo senso la Provincia di Bolzano già da anni ha aperto generosamente la borsa tanto che fra svalutazione del capitale e ora anche la perdita delle quote dopo il crack di “Air Alps” ha perso oltre sei milioni di euro. Senza contare gli annuali ripianamenti del deficit di “Abd” attraverso gli stanziamenti della controllata società “Sta”.
Da non sottovalutare poi la ricaduta negativa in termini occupazionali. Da mesi infatti i dipendenti di “Air Alps” - dimezzati nel 2009 dopo l’arrivo dei nuovi soci svizzeri - si ritrovano in larga parte posti in cassa integrazione - 43 lo sono ancora fino a fine aprile - ed i servizi ai voli vengono garantiti con il minimo necessario del personale. (o.d.)
Terminal aperto ma deserto
DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. I turisti russi, caricati ieri controvoglia su un pullman privato per raggiungere l’aeroporto Catullo di Verona, da dove si sono imbarcati per Roma su un volo Alitalia, per poi dormire in albergo a Fiumicino e ripartire stamane per la loro madre patria, difficilmente torneranno in Alto Adige. Ma a loro almeno, ieri, è riuscito di partire, perché per quanto riguarda oggi, o i prossimi giorni, nulla si sa. L’Aiport Bolzano Dolomiti rimane aperto per i soli aeromobili privati e business, niente voli di linea. Il call center Alitalia, da Fiumicino, specifica: niente voli su Bolzano fino al 20 gennaio.
I disagi sono cominciati venerdì sera. Niente volo delle 22 e qualcosa: è cancellato. Poco dopo le 21, il terminal è già deserto. Gli addetti alle informazioni sono abbottonatissimi e al giornalista non rispondono. Ammettono solo la cancellazione del volo da Roma e la fila di gente inviperita. Ma fra loro bisbigliano: «Vedi, lo hanno già saputo». Non sono dipendenti Air Alps, ma il timore è grande e tutto comprensibile. Senza la compagnia aerea, niente voli di linea. E senza voli di linea, gli addetti all’aeroporto...
La situazione si ripresenta sabato pomeriggio. Il volo delle 15 è stato cancellato, fra l’incredulità dei russi - valige e borsoni contenenti sci e snowboard - abbronzati dalle ferie in Dolomiti. Con altri, bolzanini e turisti, in tutto una ventina di passeggeri. I più scoprono tutto solo una volta arrivati all’aeroporto. Per ieri, all’Abd sapevano come muoversi: è arrivato un telefax. Pullman fino a Verona Catullo, volo Alitalia per Roma. Chi riesce a prendere la coincidenza, parte. Gli altri restano a terra, in albergo a spese di Alitalia. Per oggi, domenica: «Chissà».
Al banco una signora chiede informazioni: dovrebbe partire nei prossimi giorni, Bolzano-Roma-Caracas. Non sanno bene cosa dirle. Allo sportello chiede lumi anche l’ex giornalista Rai Dario Giannelli. «Aspetto amici dalla Spagna, ma qui non mi dicono nulla». Giannelli fa notare: «Almeno scrivessero sui video terminali che tutti i voli sono cancellati». E invece, si naviga a vista.
Più oltre, la barista è sconsolata, bisbiglia al cellulare. Senza voli di linea, pochi clienti. Gli agenti di polizia invece spiegano: il terminal resta aperto per voli nazionali e internazionali, anche extra Schengen. Voli privati, per chi possiede il proprio jet o chi può permettersi di pagare un passaggio su un aereo privato business. E in tutti questi casi, sono comunque necessari i controlli di routine per la sicurezza: metal detector e ispezioni ai bagagli.
Al di là del vetro, il nuovo terminal, deserto. Inaugurato da poche settimane, brilla vuoto al sole del pomeriggio. Anche il banco del check-in è chiuso. Niente addetti, i rulli per il trasporto dei bagagli sono fermi, immobili.
All’uscita, in attesa di salire sul bus, un assistente di volo dell’Alitalia. Abita a Bolzano, fino a ieri non sapeva nulla. Cade dalle nuvole, quando scopre che i dipendenti Air Alps, 44, sono in cassa integrazione. Spiega però che a livello romano si era a conoscenza delle difficoltà del vettore Air Alps, fra il resto in scadenza di concessione triennale nel 2012. «Da settimane si sta lavorando per trovare un altro vettore. Si era trovata una compagnia, ma anche quella poi si è rivelata poco affidabile». Alitalia, comunque, avrebbe i mezzi e anche i piloti, molti dei quali attualmente in cassa integrazione, per poter operare direttamente dei voli. Bisogna vedere se c’è la volontà. E Monti permettendo.
Capitali persi e da sempre deficit milionari
BOLZANO. Non ci sono solo quei circa sette milioni di euro - 4,4 della provinciale “Sta” più 1,5 della Regione per il capitale sociale e 1 di tasse e servizi non pagati - che Provincia di Bolzano e Regione Trentino Alto Adige hanno perso in “Air Alps” a destare preoccupazioni per i conti dell’avventura aeroportuale altoatesina, ma anche quello dello stesso scalo di San Giacomo dell’“ABD”. Infatti passeggeri negli anni in aumento, ma conti dell’aeroporto costantemente in rosso. Nonostante negli ultimi anni il “traffico” sia sempre salito, i bilanci “ABD” sono sempre stati in rosso. Il 2006 si è chiuso con una perdita di 2 milioni di euro, ridotta a 1,8 nel 2007. Negli anni precedenti non era andata meglio. Dal 2002 al 2006 sono state necessarie tre ricapitalizzazioni per coprire i buchi di bilancio: 4,7 milioni di perdite fino al 2001, 1,8 milioni nel 2002, 1,9 milioni nel 2003, ancora 1,8 nel 2004 e 2,9 nel 2005. A pagare per la ricapitalizzazioni sono sempre stati i membri della società, in particolare la Sta, ora unica azionista.
E ovviamente monta la polemica politica con il consigliere Riccardo Dello Sbarba dei Verdi che «invoca l’intervento della Corte dei conti». «La Provincia in “Air Alps” ha investito 4,4 milioni di euro che valevano il 20,6% della società e la Regione 1,5 milioni che valevano il 7,9% del capitale. Nel 2010 queste quote avevano già perso l’80% del loro valore: quello della Sta provinciale era sceso 794 mila euro e quello della Regione a 325 mila euro. Per ritrovarsi poi oggi coinvolti nel crack di una società aerea privata con sede in Austria. A questo punto è doveroso - ribadisce Dello Sbarba - che se ne occupi la Corte dei conti. Già nel 2008 per altro la Corte diede un ultimatum alla Provincia invitandola a dismettere le sue quote applicando la legge provinciale n. 12 del 2007 che prevedeva due anni per uscire da società che non producevano servizi di interesse pubblico. Nel 2009 e nel 2010 proponemmo due mozioni che sono state tuttavia sempre respinte. La Provincia invece di utilizzare questa legge, a fine 200 varò due norme: la prima rimandava di un anno la scadenza della legge e con la seconda escludeva dalla stessa legge le società che non erano controllate direttamente, ovvero “Air Alps”. E’ veramente uno scandalo».
«L’avventura dell’aeroporto si è definitivamente dimostrata una scelta insensata - sostiene invece Guido Margheri di Sinistra, ecologia e libertà - tanto che ingenti risorse sono state letteralmente gettate al vento. Occorre dunque accertare tutte le responsabilità politiche e amministrative relative ad un chiaro caso di malagestione e commissariare la struttura».(o.d.)
Alto Adige 15-1-12
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