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martedì 27 dicembre 2011
Il 2012 sarà l’anno nero dei treni
Le logiche nazionali di Trenitalia penalizzano anche l’Alto Adige
GIANCARLO ANSALONI
BOLZANO. Se Bolzano riuscirà ad ottenere anche fra mesi un nuovo treno al mattino fino a Verona in sostituzione del soppresso Bolzano-Lecce, per coprire il «buco» fra le 8.30 e le 11, grazie all’impegno di della direzione regionale di Trenitalia Trasporto Locale, potremo considerarci fortunati. Scorrendo infatti organi d’informazione regionali e nazionali, giornali locali, prese di posizione e denunce di vari comitati, si scopre che la situazione dei trasporti è disastrosa in tutta Italia. L’intero settore sembra piombato nel caos, così come quello dei collegamenti a lunga percorrenza, dato ormai per spacciato per quanto riguarda soprattutto il servizio notturno.
LE PROTESTE. Dal Veneto alla Puglia, dalla Liguria alla Sicilia è in atto infatti una colossale protesta che ha portato alla nascita di ben 44 comitati contro Trenitalia in nove regioni per tagli, di tratte, tariffe esose, materiale rotabile decrepito: fra Cosenza e Crotone, fra Roma a Viterbo, fra Milano e Piacenza e Lecco, in Val d’Aosta, è tutta una sagra di tagli. La Regione Umbria ha già minacciato di disdire il contratto in virtù del quale ogni Regione paga l’acquisizione da Trenitalia del servizio locale, minaccia che anche la Provincia di Bolzano minacciò qualche anno fa.
LE CIFRE. Se la minaccia dovesse attuarsi ed estendersi a tutte le regioni, la perdita per Trenitalia ammonterebbe a 2 miliardi di euro l’anno fino al 2014. Ma forse non sarà necessario perché le stesse Regioni non riusciranno forse a far fronte all’impegno. Infatti nel luglio scorso il governo Berlusconi aveva tagliato 1,6 miliardi; per il prossimo anno è previsto un ulteriore taglio do 800 milioni, equivalente ad una riduzione di treni di pari a circa il 10-20 per cento, mentre non è previsto né «ricambio» di materiale rotabile, men che meno un suo aumento. Ecco perché di fronte ad un quadro del genere, peraltro frammentario e assai parziale, ottenere un nuovo collegamento come il Bolzano-Verona, si profila come un’ipotesi che richiederebbe un miracolo.
GLI SCENARI. Secondo alcune fonti, il monopolio garantito per i prossimi 12 anni alle Ferrovie dello Stato (che comprendono oltre a Trenitalia, anche Rfi, trasporto merci, Centostazioni e quant’altro) «dovrebbe essere utilizzato per migliorare la propria efficienza e arrivare preparate ad una futura e auspicabile, liberalizzazione del trasporto ferroviario anche a livello regionale». Un quadro forse alquanto ottimistico se vi si inserisce l’insidia dell’alta velocità portata da Ntv, la società privata con il nuovissimo «Italo» che già scalda i motori. Trenitalia potrebbe essere costretta a rinnovare la propria flotta di «Freccia Rossa» visto che risale agli anni ’90. E poiché l’alta velocità, con treni cosiddetti «di mercato» (cioè a gestione privatistica quindi autofinanziata: le stesse «Frecce», per intendersi) è in cima agli interessi dell’a Mauro Moretti, c’è da temere un ulteriore taglio delle risorse destinate ai «treni universali», cioè quelli a lunga e media percorrenza superstiti, che sono finanziati dallo Stato, un taglio di cui ha fatto le spese anche l’Alto Adige con il Roma-San Candido. L’altro giorno rispondendo all’interrogazione di un parlamentare della Sicilia, che sta diventando sempre più «isola» rispetto al Nord, il ministro Passera a giustificato i tagli con esigenze di razionalizzazione, di fronte ad un deficit di 330 milioni di euro.
IL SERVIZIO. Ma anche su questo fronte si sono scatenate le contestazioni: i vari Milano-Lecce, Torino-Palermo, Milano- Reggio Calabria, i notturni con letto e cuccette e auto al seguito soppressi, erano indubbiamente in perdita, ma solo in parte fisiologica. Sarebbe stata infatti generosamente «alimentata», secondo quanto denunciato dagli stessi lavoratori a vari quotidiani nazionali: diversi viaggiatori avrebbero lamentato di avere più volte tentato di prenotare posti sui treni sentendosi rispondere che era tutto esaurito, mentre in realtà i vagoni erano semivuoti, così come evidenziato dai vagoni bisarca caricati con sole 3-4 auto. Per non parlare delle condizioni dei vagoni sui quali si viaggia e della puntualità dei convogli. Un dato confermato - nel caso del Roma-San Candido - anche dagli operatori turistici dell’Alta Pusteria: «Il crollo di viaggiatori su quel treno - raccontano - si è verificato quando le Ferrovie hanno abolito le prenotazioni da Roma e viceversa». L’appello rivolto dal nostro giornale dunque, che ha superato quota 2 mila firme, dovrebbe indurre la Provincia a sollecitare un intervento congiunto tramite il Comitato delle Regioni per un incontro col ministro Passera. L’occasione sarebbe propizia anche per chiarire se la recente soppressione dei treni austro-tedeschi, come il Monaco-Milano e il Monaco-Verona, oltre al «treno più auto» dalla Germania sul quale è stato trovato un accordo in extremis tra Provincia e Db, siano dipese da ragioni economiche delle due aziende estere o se non sia stata determinante l’azione di ostruzionismo messo in atto da Trenitalia, giocando sulle «tracce», sui divieti di fermate intermedie, di informazioni ed emissione biglietti. Una azione di questo tipo è stata infatti denunciata con pesantissimi giudizi da uno degli azionisti di Ntv, l’imprenditore Diego Della Valle, nei confronti dell’amministratore delegato delle Ferrovie Moretti (del quale ha chiesto la testa senza mezzi termini) difeso peraltro da Passera. Il risultato finale di questa incredibile «bagarre» è comunque deprimente: l’Italia è l’unico paese europeo a segnare una contrazione di passeggeri/chilometro dell’1,4% fra il 2006 e il 2008, contro una crescita dell’8% della Francia e del 5% della Germania.
LA PETIZIONE. Sul sito del nostro giornale (www.altoadige.it) è stata lanciata una petizione on-line per chiedere a Trenitalia di ripristinare i treni soppressi e di migliorare le condizioni dei convogli regionali destinati per lo più a pendolari, cioè studenti e lavoratori. Come detto sono stati finora oltre 2000 i lettori che hanno aderito alla nostra raccolta di firme per fare sentire la propria voce e ricordare a Roma che l’Alto Adige non è un’isola.
Alto Adige 27-12-11
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